Cosa ci si può aspettare da un venerdì sera di Avvento ad una settimana dal Natale? Cene oratoriali, concerti gospel, tombolate, raccolte fondi, gara fotografica al presepe più bello e chi più ne ha più ne metta. Tutte sane occasioni per avvicinare e sfiorare il cuore di chi al momento ha il cuore ghiacciato in puro stile Frozen e aspetta solamente l’abbraccio caldo di Olaf, per parlare con una metafora disneyana.
Mio marito Andrea ha pensato bene invece di farmi vivere un venerdì sera alternativo. Ha scelto questa sera per farmi vivere l’esperienza della celebrazione penitenziale. Può sembrare una cosa banale, quasi di routine, ma per me, ad esclusione dell’ esperienza a Medjugorje, è stata una delle pochissime volte che mi è capitato di viverla. Specialmente a Natale.
Perché? Può sembrare una cosa impossibile da credere per chi legge, ma durante il periodo natalizio – anche prima della Pandemia – io ho sempre vissuto in zona rossa, ossia, da quando ho cominciato ad avvicinarmi alla fede alcuni anni fa, ho sempre passato le sante feste natalizie con febbre altissima e tosse. Quella febbre e quelle bronchiti che non ti permettono di uscire di casa neanche per una messa. Questo è in assoluto il primo Natale in cui mi sto godendo ogni singolo attimo del periodo di Avvento.
Ieri sera è stata una sorpresa vedere ai piedi dell’altare il mio santo preferito: San Giuseppe. Un San Giuseppe accanto alla mangiatoia vuota. Ma nel vedere la statua il mio cuore è andato non alla mangiatoia ma proprio a Giuseppe. Lì in piedi ad aspettare. Guardate la foto, non vi ricorda i nostri sposi all’ altare il giorno delle nozze? Il nostro padre spirituale ci diceva sempre: Si può essere pronti ma mai preparati. E in effetti se penso alla nostra vita matrimoniale, Andrea stesso – il mio San Giuseppe casalingo – di certo non era preparato a tutto ciò che avremmo vissuto dallo scambio delle promesse matrimoniali fino ad oggi.
San Giuseppe – se ci pensiamo bene – ha attraversato anche lui momenti di paure e di dubbio, ma ha avuto sempre al centro del suo cuore l’amore. Quello con la A maiuscola. Quello che ti fa vegliare mentre la tua sposa riposa, mentre la tua sposa accoglie un progetto che stravolgerà ulteriormente i suoi e i tuoi sogni.
Ogni tempo ha il suo colore è la frase che mi ha detto in questi giorni il mio padre spirituale. E San Giuseppe l’ aveva capito. Maria ha riempito di colore la sua tela dove era disegnata la loro vita che aveva nel cuore. Solo seanche noi mettiamo Dio prima delle nostre scelte, o meglio lo coinvolgiamo nella nostra vita, lo rendiamo partecipe dei nostri dubbi e pensieri – chi non li ha – troveremo il nostro posto.
Proviamo ad aspettare una risposta che sicuramente arriverà. La nostra vita quotidiana e anche matrimoniale migliorerà. Ad esempio ogni tanto mi capita di avere dei dubbi a livello di bioetica, delle scelte mediche concrete che possiamo scegliere, ma se non si condivide il dubbio e il pensiero con il sacerdote o comunque con una valida figura spirituale, si rischia di prendere una strada con il terreno accidentato.
Approfittate della messa di Natale e confessatevi, è il più bel dono di Natale che vi potete fare ed è gratis.
Simona e Andrea
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