Oggi parlerò della quinta e ultima missione specifica degli sposi, Annuncio di Eternità, vedi articoli precedenti:
Introduzione – 1° missione: Immagine e somiglianza, unità e distinzione nell’amore – 2° missione: Come Cristo ama la Chiesa e come Dio ama l’umanità – 3° missione: Paternità e Maternità: 4° missione: La Fraternità
Siamo così arrivati all’ultima missione specifica degli sposi: l’annuncio di eternità. Forse fra tutte le cinque missioni è quella meno sviluppata dalle coppie in questo periodo storico. Infatti, mi sembra che anche tra gli sposi ci sia un orizzonte temporale limitato al qui (e ora) e questo comporta che anche le decisioni siano prese di conseguenza: è indispensabile stare bene, essere felici subito a tutti i costi e, se questo vuol dire andare contro la famiglia, il coniuge e i figli, pazienza se ne faranno una ragione. Per carità, non c’è nulla di male a cercare la felicità, anzi è una cosa giusta, ma quella vera si ottiene solo se si segue Gesù e non certamente vivendo come ci dicono di fare il mondo e la società.
Non di rado mi avvicinano dei separati confidandomi che vorrebbero conoscere una persona che li facesse stare bene, delegando così la felicità ad un’altra persona, che potrà certamente aiutare ma che resta una creatura finita e fallibile. Può una creatura darti tutto quello che ti manca? Un amore infinito?
Infatti, come i sacerdoti e i religiosi annunciano che c’è una vita dopo la morte, così dovrebbero fare gli sposi, annunciare le nozze definitive: il loro matrimonio non è depositato in canonica o al comune, ma è inciso indelebilmente nella Trinità. Tutta la nostra vita dovrebbe avere questo sguardo lungimirante all’eternità. Anche il rapporto con il coniuge non è fine a sé stesso, non serve semplicemente per stare bene e accompagnarsi felici e contenti insieme al cimitero, ma per costruire una relazione intima che poi si irradia verso gli altri. Gli sposi annunciano che in Paradiso saremo chiamati a essere una carne sola con Gesù, dove ci sarà la vera pienezza.
Anche i figli non sono nostri, ma sono stati pensati prima della creazione del mondo e per questo vengono battezzati, perché tornino un giorno da dove sono venuti e abbiano così la vita eterna. In Amoris Laetitia n° 135 si legge: “Un ideale celestiale dell’amore terreno dimentica che il meglio è quello che non è ancora stato raggiunto: il vino maturato nel tempo.”
Avendo coscienza di questa eternità futura dove “il meglio deve ancora venire”, posso comprendere il senso del cammino che sto percorrendo e prendere le giuste decisioni: non finisce tutto con la morte, anzi avverranno le vere nozze e potrò comprendere tutto ciò che mi sfugge. Questa consapevolezza mi dà una pace incredibile, perché possono succedere tante cose, anche gravi, una malattia, un lutto, un fallimento umano (com’è infatti avvenuto), ma qualsiasi fatto non scriverà la parola fine alla mia vita; penso anche alle mie figlie, quanti errori ho commesso e commetterò ancora con loro, e magari si comporteranno diversamente da come vorrei, ma so che anche per loro la meta finale sarà il Paradiso. Tutto questo non mi scarica dalle mie responsabilità, m’invoglia a costruire la famiglia grande, e allo stesso tempo mi rende consapevole che il destino finale non è sulle mie spalle, non dipende tutto da me.
Se oggi si parla di famiglia cristiana, cosa s’intende nel linguaggio comune? In genere una famiglia che va a messa qualche volta, a Natale e a Pasqua, che battezza i figli in chiesa e li manda al catechismo. Eppure c’è un nome proprio della famiglia cristiana, Chiesa domestica; infatti, dentro questo nome ci sono tutte e cinque le missioni specifiche e cioè:
- l’uomo e la donna visti con gli occhi di Dio,
- la presenza di Gesù amante, non perché vanno d’accordo, ma per il Sacramento,
- la presenza della fecondità divina, non per quanti figli ci sono o perchè i figli sono bravi: fecondità divina vuol dire comunicare amore che fa vivere, dare vita, non riceverla,
- la presenza della fraternità, perché tutti sono fratelli in Cristo, genitori e figli,
- annunciano la dimensione definitiva, piccola Chiesa per la grande famiglia.
Allora sposi fate in modo che le mura della vostra casa vi aiutino a costruire la Chiesa, a diffondere la Parola di Dio e a testimoniare con la vita, la bellezza del matrimonio cristiano! Sono profondamente convinto che gli sposi cristiani possano davvero, se lo vogliono, creare un mondo migliore, un assaggio di Paradiso qui, sulla terra.
Ettore Leandri (Presidente Fraternità Sposi per Sempre)
“………..non finisce tutto con la morte, anzi avverranno le vere nozze e potrò comprendere tutto ciò che mi sfugge. Questa consapevolezza mi dà una pace incredibile, perché possono succedere tante cose, anche gravi, una malattia, un lutto, un fallimento umano (com’è infatti avvenuto), ma qualsiasi fatto non scriverà la parola fine alla mia vita; ……”
Grazie!
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