Il matrimonio secondo Pinocchio /39

Siamo ancora al Capitolo XXXIII. Il direttore di un circo compra Pinocchio. Lo obbliga ad imparare la sua parte in un grande spettacolo di salti e balli con sferzate e frustate. Ad un certo punto scorge tra il pubblico la Fatina. Stupito, si ferma ad osservarla. Ma così facendo arriva un’altra dolorosa frustata. Questa gli ricorda di non fermarsi ma di continuare lo spettacolo.

Ed ecco qui il focus di quest’oggi:

Ma quale fu la sua disperazione quando, voltandosi in su una seconda volta, vide che il palco era vuoto e che la Fata era sparita!… Si sentì come morire: gli occhi gli si empirono di lacrime e cominciò a piangere dirottamente. Nessuno però se ne accorse e, meno degli altri, il direttore, il quale, anzi, schioccando la frusta, gridò: […]

Sembra ormai giunta la fine per quel povero burattino trasformato in ciuchino. Sembra che il suo destino sia già segnato. Nessuno gliel’ha imposto. Ha fatto tutto da sé, rovinandosi con le proprie mani. Tutto sembra pre-destinato, ma la storia prende un’altra piega, poiché c’è ancora una speranza: le lacrime.

Molti direbbero che finché c’è vita c’è speranza. Ma qui potremmo parafrasare questo famoso aforisma con “Se c’è lacrima c’è speranza”. Quelle lacrime sono il segno che dentro quella bestia è rimasto ancora qualcosa che non sia animale.

È interessante notare come nessuno si accorga che il povero ciuchino piange. Forse perché tutti quelli intorno a lui lo considerano un vero ciuchino e non un burattino. Perciò è impossibile che pianga, che provi sentimenti, emozioni, rimpianti… ed invece…

Traducendolo per la nostra vita: succede spesso che quando ci siamo degradati così tanto da perdere quasi la figura umana, quelli intorno a noi ci considerano spacciati. Quasi identificano la nostra degradazione con la nostra persona. Ma nessuno di noi è quello che fa. Anche se ne combinassimo di grosse, quello che abbiamo fatto di male non ci definirà mai. Noi siamo uomini. Siamo figli di Dio col Battesimo.

Semmai potremmo essere definiti degli uomini (maschi o femmine) che hanno commesso questo e quell’errore. Tuttavia, non siamo il nostro errore o il nostro peccato. Se non ci dà per spacciati nemmeno Dio fino a che non esaliamo l’ultimo respiro, figuriamoci se possono darci per spacciati altri. Queste persone sono uomini come noi.

Cari sposi, quando il nostro coniuge ne combina di grosse, dobbiamo alzare le antenne. Cerchiamo una possibile fessura attraverso la quale far entrare la luce di Dio. Non diamolo mai per spacciato con frasi perentorie del tipo : Non cambierai mai, sei sempre lo stesso, ecc…

Forse lei/lui sta piangendo alla guisa di Pinocchio. Tuttavia, il suo pianto è interno. Il suo grido di dolore è soffocato dal nostro giudizio o da quello di chi lo circonda. Difendiamo il nostro coniuge, abbracciamolo con l’abbraccio misercordioso di Dio (se occorre anche con l’abbraccio fisico), non lasciamolo solo. C’è chi è tornato sui suoi passi grazie ad uno sguardo d’amore misericordioso. Uno su tutti S. Pietro. Coraggio sposi, non diamo per spacciato mai il nostro amato o la nostra amata.

Giorgio e Valentina.

2 Pensieri su &Idquo;Il matrimonio secondo Pinocchio /39

  1. L’ ho fatto,per due volte, ma in lui non è scattata l’ umiltà umana della riconciliazione con il Signore.Forse è come dice lui,” non riesco a confessare, mi vergogno”. Ma io penso che o manca la fede o manca la voglia di non ripetere l’ errore o peggio ancora l’ errore è ancora in atto. Ho aspettato,sono passati due anni, sembra che tutto vada bene ma non è affatto così. Questo mi fa un male indicibile,vado a messa ed ogni eucarestia è per noi, per la nostra unione che non è più sacramento,siamo rimasti io e Gesù, almeno così mi sembra.

    Piace a 1 persona

    • Il matrimonio è indissolubile, il sacramento del matrimonio ancora di più poiché il vincolo matrimoniale diventa sacro, il vincolo in sostanza è lo stesso Cristo. La fedeltà si esercita anche così… nonostante l’altro non corrisponda, proprio come Gesù che sulla croce c’è andato per la nostra infedeltà. Coraggio. Non mollare. La tua preghiera non è inascoltata però non convincerti che sia solo lui il problema. Il problema lo avete entrambi, siete un cuore solo e una carne sola, comincia col cambiare il tuo atteggiamento… Non lo conosco ovviamente ma sto parlando dell’intenzione dentro nel tuo cuore. Coraggio nulla va perduto di ciò che facciamo per amore gratuito. La grazia sacramentale ti darà il necessario per questa tua croce. coraggio

      Piace a 1 persona

Lascia un commento