Proseguiamo la lettura del secondo capitolo del Cantico dei Cantici e i due sembrano sfiniti dall’amore. Cosa significa? La riflessione come sempre è tratta dal nostro libro Sposi sacerdoti dell’amore (Tau Editrice). Per leggere gli articoli già pubblicati clicca qui.
L’amata
Sostenetemi con focacce d’uva passa,
ristoratemi con succo d’arance,
perché io sono malata d’amore.
La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
L’amato
Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve della campagna:
non destate, non scuotete dal sonno l’Amore,
finché non lo desideri!
Sostenetemi con focacce d’uva passa, ristoratemi con succo d’arance, perché io sono malata d’amore. Lei sta vivendo un momento di estasi. Sono probabilmente al culmine del loro amplesso. Un momento di fuoriuscita da sé, un momento di stordimento. Chiede di aver qualcosa da mangiare, perché si sente mancare, le mancano le forze. L’amore che sta vivendo è troppo grande e troppo bello. L’esperienza che sta vivendo è così piena, così totalizzante che si sente sfinita. Lei per essere guarita dal suo mal d’amore, da questa bellissima sensazione, chiede uva passa e succo d’arance. Due immagini che rimandano all’amore. L’amore non ha medicina se non l’amore stesso. Il suo è un amore che riempie e insieme consuma. Dona forza, ma al tempo stesso sfinisce. In una dinamica in cui l’unica medicina all’amore è l’amore stesso. Questo è il messaggio meraviglioso di queste poche righe.
La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia. L’amplesso ha raggiunto il culmine. I due si abbandonano l’uno all’altra. Un’immagine di una bellezza straordinaria. In poche parole, dice tutto. Lei è completamente abbandonata a questo abbraccio d’amore con lui. In questo abbraccio silenzioso possiamo davvero contemplare l’amore che si è fatto carne tra di loro. Non sono più due, ma sono una cosa sola. Sono una carne sola. Lui è felice di questo abbraccio. Tanto felice e tanto ebbro di quel momento che arriva a scongiurare le figlie di Gerusalemme di non interrompere quell’attimo di eternità. San Giovanni Paolo II commenta queste parole affermando che l’amore non è soltanto ‘fiamma ardente’, ma un amore che, per così dire, si struttura su una base indistruttibile di fedeltà e di donazione reciproca (Teologia del Corpo, Udienza del 13 giugno 1984). La mano sotto il capo è un segno tangibile di un legame duraturo. Il braccio che abbraccia dimostra che il legame va oltre la mera attrazione e si fonda sulla stabilità della relazione.
Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le gazzelle o per le cerve della campagna: non destate, non scuotete dal sonno l’Amore, finché non lo desideri! Gazzelle e cerve sono un’altra immagine importante. Gazzelle e cerve erano assimilate, nella cultura orientale del tempo, all’amore, in particolare, a quello erotico. Per tutta la forza che l’amore ha, che ci ha donato in quest’incontro intimo, io vi scongiuro, non svegliatela! Lasciate che possa assaporare per tutto il tempo possibile questa gioia concreta. Questa gioia è sensibile e scaturita dal nostro amore che si è fatto carne.
Queste nove righe del Cantico dei Cantici stanno raccontando ciò che è più bello. È l’esperienza che due sposi possono avere nell’amore erotico e sensibile. Un libro della Bibbia che racconta l’estasi del piacere e il successivo desiderio di assimilare quel piacere appena vissuto! Un piacere che dal corpo raggiunge il cuore e lo nutre. Quell’abbraccio finale tra i due amanti esprime l’unità appena sperimentata. Questa unità sta riempiendo il loro cuore di gioia. Li colma di bellezza e di pienezza. Un abbraccio che i due non vorrebbero avesse mai fine. Non è forse ciò che sperimentiamo anche noi quando viviamo l’incontro intimo in modo autentico e pieno?
La Bibbia, attraverso questo libro, ci dice che l’amplesso fisico è un gesto voluto da Dio per noi. È il modo che Dio ha scelto affinché noi potessimo dimostrarci e sperimentare il piacere dell’amore. La Bibbia è sorprendente. Non è vero?
Commentando questi ultimi versetti Giovanni Paolo II dà anche una seconda interpretazione altrettanto bella. L’immagine della pazienza emerge quando l’amato esorta a non “destare” l’amore. Questo riflette il rispetto per i tempi e il mistero dell’altro. Il papa scrive: “L’amore non è qualcosa che si impone dall’esterno. Deve nascere dal cuore… richiede la capacità di rispettare l’interiorità della persona” (Teologia del Corpo, Udienza del 6 febbraio 1980). Il richiamo a non “svegliare l’amore finché non lo desideri” sottolinea che l’amore vero è un dono libero e consapevole. Non è qualcosa che può essere forzato o affrettato. Un forte richiamo al rispetto e alla castità. Lo riprenderemo in un altro articolo.
Antonio e Luisa