«Cari genitori, a voi è affidato … abbiatene cura»

Proseguiamo a raccontare il sacramento del Battesimo in riferimento alla Chiesa tutta e alla Chiesa domestica in particolare. Clicca qui per leggere gli articoli già pubblicati

Rinascere dallo Spirito: Il rito della vestizione

Il battezzato, dopo essere stato “denudato” e immerso nelle acque per rinascere dallo Spirito, viene ricoperto dalle nuove vesti di salvezza. Il sacerdote proclama:

«Sei diventato nuova creatura, e ti sei rivestito di Cristo. Questa veste bianca sia segno della tua nuova dignità: aiutato dalle parole e dall’esempio dei tuoi cari, portala senza macchia per la vita eterna».

La chiesa domestica può vedere in questa monizione la riformulazione della promessa iniziale assunta nei riti di accoglienza.

“Nuova creatura e ti sei rivestita di Cristo”

Anticamente questo momento liturgico era molto visibile. Oggi dobbiamo immaginarlo: il bambino, dopo aver ricevuto un poco d’acqua sul capo, viene rivestito di una piccola vestina bianca che di solito è a modo di cappa.

«Che diremo dunque? … anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Romani 6, 1-4).

Se il battezzato è un bambino, la chiesa domestica accoglierà la nuova creatura rivestita di Cristo impegnandosi ad educarla nei sentimenti di Cristo Gesù del servizio e dell’obbedienza: «spogliò se stesso assumendo la condizione di servo», «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce» (cfr Filippesi 2,5-11).

“Questa veste bianca è segno della tua nuova dignità”

Questa veste è particolare poiché «né tarma né ruggine consumano» (Mt 6, 20).

La dignità di figlio di Dio è indelebile, nessuno potrà annullarla perciò si viene battezzati una sola volta. A questo punto l’assemblea potrebbe esclamare il suo stupore: «ossa delle mie ossa, carne della mia carne»! Sta partecipando ad un nuovo innesto in Cristo, sta dando alla luce un nuovo figlio di Dio. È uno stupore nuziale! Sì, perché il mistero della vestizione manifesta la grazia nuziale.

«Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,25-27).

“Con le parole e con l’esempio dei tuoi cari portala senza macchia per la vita eterna”

Quando Dio ad Adamo chiese dopo il peccato «dove sei?» la reazione fu il nascondimento. Adamo ebbe paura di Dio e della sua domanda, invece Dio avrebbe voluto mostrargli le conseguenze della sua scelta, il fatto che stava percorrendo la strada angusta e mortifera. Il battezzato, invece, è reso nuovamente la persona capace di rivolgersi a Dio e «affronta la voce, riconosce di essere in trappola e confessa: “Mi sono nascosto”. Qui inizia il cammino dell’uomo. Il ritorno decisivo a se stessi è nella vita dell’uomo l’inizio del cammino, il sempre nuovo inizio del cammino umano» (M. Buber, il cammino dell’uomo).

La monizione liturgica della vestizione è l’invito a riprendere il cammino interrotto a causa del peccato originale. Ora il vecchio Adamo non c’è più, il nuovo Adamo-Cristo, il Primogenito, l’ha giustificato per farlo nuovamente dialogare con Dio, con l’altro e con il creato, e uscito dal nascondimento immetterlo sulla via del ritorno alla casa del Padre. La veste candida ci ricorda il cammino della vita che attende il battezzato: «Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito» (Galati 5,25).

Fin quando, arrivati dalla grande tribolazione, rivestiti di queste vesti candide lavate nel sangue dell’Agnello, saremo accolti insieme alla moltitudine proveniente da ogni parte della terra, «non avremo più fame né avremo più sete, non ci colpirà il sole né arsura alcuna perché l’Agnello che sarà il nostro pastore ci guiderà alle fonti delle acque della vita e Dio asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi» (Ap 7,16-17).

La luce di Cristo: il cero pasquale

Dopo la vestizione il sacerdote consegna il cero che uno della famiglia accenderà al cero pasquale.

«A voi è affidato questo segno pasquale, fiamma che sempre dovete alimentare. Abbiate cura che il vostro bambino, illuminato da Cristo, viva sempre come figlio della luce; e perseverando nella fede, vada incontro al Signore che viene, con tutti i santi, nel regno dei cieli».

La realtà battesimale non è una benedizione che agisce esteriormente alla persona come la promessa di Dio ad accompagnare, ma è il rinnovamento interiore, sempre presente e certo di Dio, disponibile ad illuminare il cammino «dentro e fuori» per la visione della Realtà.

La chiesa domestica: cura e perseveranza nella fede

La chiesa domestica si prenderà cura della perseveranza del battezzato nel servizio e nell’obbedienza alla fede affinché, rivestito di Cristo e illuminato da Cristo, insieme ai santi, vada incontro al Signore che viene.

Don Antonio Marotta

Un pensiero su &Idquo;«Cari genitori, a voi è affidato … abbiatene cura»

  1. la Chiesa domestica si prende cura della perseveranza…… Secondo me queste parole vanno condivise con i figli già dall’età pre adoscenziale… E riprenderle più volte affinché non si capisca l’importanza di questo sacramento e tutto ciò che esso richiama ….come uno Shemà Israel…e questa è la parte della parola….

    per quanto riguarda noi genitori poi c’è la parte altrettanto importante dell’esempio…di portare la veste candida senza macchia per la vita eterna….e qui coinvolge tutti ed il discorso si ampia perché si fa l’esperienza del peccato e bisogna presentare il Padre nostro Dio come ricco di misericordia….ma al contempo avere consapevolezza del peccato ….Adamo dove sei….dove stai dirigendosi…..ricalcola percorso……

    Grato don Antonio per le sue riflessioni.

    Piace a 1 persona

Scrivi una risposta a Girolamo oliveri Cancella risposta