Proseguiamo con il secondo poema. Clicca qui per leggere quanto già pubblicato. La riflessione come sempre è tratta dal nostro libro Sposi sacerdoti dell’amore (Tau Editrice).
L’amato
Alzati, amica mia, mia incantevole, e vieni via!
Mia colomba che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
fammi scorgere il tuo volto,
fammi ascoltare la tua voce,
perché la tua voce è soave, il tuo volto è leggiadro.
“Alzati e vieni! Io voglio godere della tua bellezza, sposa mia. Non nasconderti. Non mettere barriere tra me e te. Mostrati interamente.”
Queste parole del Cantico dei Cantici sono un invito a vivere un amore profondo. Uno sguardo che accoglie l’altro senza giudizi, barriere o paure.
Non temere i tuoi difetti
“Non aver paura del mio giudizio. Non aver paura dei tuoi difetti. Quello che non ti piace del tuo corpo, del tuo carattere, della tua persona è parte di un tutto che per me è meraviglia.” L’amore vero vede oltre le imperfezioni. Tutto ciò che siamo, anche le nostre fragilità, diventa bellezza per chi ci ama. Come diceva San Giovanni Paolo II: “L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per sé un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore.”
Lo sguardo che riduce
Il contrario dello sguardo d’amore è lo sguardo pornografico. Questo sguardo non vede l’interezza della persona, ma la riduce a un oggetto. Quante volte, nei discorsi comuni, le donne vengono identificate con una parte del loro corpo? Questo sguardo non permette di amare davvero. Come ammonisce Papa Francesco: “L’amore non si può comprare o vendere. È un dono gratuito.”
Lo sguardo puro dello sposo
Lo sposo del Cantico ha uno sguardo puro. Egli riesce a cogliere la bellezza totale dell’amata.“Mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce. Attraverso il tuo corpo e la tua voce traspare tutta la tua bellezza che è per me irresistibile e affascinante.” Questo sguardo non possiede, ma rispetta. Riconosce la persona come un mistero da amare. Come diceva San Francesco di Sales: “La vera bellezza, come l’amore vero, nasce dal cuore.”
Uno sguardo che libera
La Sulamita, guardata con amore puro, si sente libera di mostrarsi senza difese. Lo sposo non la usa, ma la accoglie. Questo sguardo è anche un sostegno. San Giovanni Crisostomo scriveva: “Il marito deve rispettare la moglie non come una schiava, ma come un’anima libera. Nulla la rende più felice del sentirsi amata.”
Cari uomini, purifichiamo il nostro sguardo
Davvero il nostro sguardo, cari uomini, deve essere purificato. Le nostre spose percepiscono se le guardiamo con amore autentico o con uno sguardo inquinato. Questo cambiamento richiede impegno. Costa fatica. Ma porta una grande trasformazione nella relazione.
Quando recuperiamo lo sguardo d’amore del Cantico, la relazione diventa un vero canto. Come disse San Paolo: “Amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa.”
Diventiamo protagonisti del Cantico
Dio ci ha donato il Cantico dei Cantici per viverlo nella nostra vita e nel nostro matrimonio. È una strada impegnativa, ma è la via per trasformare il nostro amore in un riflesso del Suo. Questa è la via.
Antonio e Luisa