Sal 22 (23) Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia, mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni.
Oggi prendiamo in esame una frase tratta da uno dei Salmi più famosi, sarà per le immagini che evoca, sarà perché è stato musicato da più musicisti e con ottimi risultati molto popolari, sarà per l’intensità e la profondità di alcune frasi, in ogni caso ci accodiamo alla lista dei fans di questo splendido Salmo.
La frase a cui ci riferiamo è la seguente: Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Conosciamo diverse coppie che stanno attraversando un momento buio, proprio quella valle oscura descritta sopra, e ci testimoniano quanto sia difficile restare sereni e non temere alcun male; se poi questi momenti non sono vissuti nella fede, non fanno parte di un cammino di crescita spirituale, allora non solo rimane difficile ma diventa impossibile.
Camminare in una valle oscura non è mica uno scherzo, significa che non sai dove stai andando, non vedi la meta, non scorgi il pascolo laggiù… ma noi ragioniamo così perché usiamo il nostro schema mentale di uomini che vogliono sapere tutto prima e nei minimi dettagli, mentre invece la prospettiva del Salmo è quella della pecora che fa parte di un gregge. La pecora non si preoccupa di dove sta, di dove la stia conducendo il pastore, di dove sia il pascolo, e non si preoccupa di tutto ciò proprio perché il conducente non è la pecora ma il pastore.
Cari sposi, qua sorge la prima riflessione per noi: siamo docili come le pecorelle di un gregge oppure vogliamo metterci al posto del conducente, il pastore?
Ora riflettiamo sulla seconda parte della frase: Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. C’è una grande differenza tra il bastone ed il vincastro: il primo è più nerboruto, dritto e corto mentre il secondo è molto lungo e ricurvo alla sommità Il bastone serve al pastore per scacciare i lupi e le altre belve feroci mentre il vincastro è un vimine, nomalmente di salice, tenero e flessuoso, che il pastore usa per stimolare dolcemente le pecore e i teneri agnellini sfiorandoli sui fianche per farli camminare e per tenerli tutti insieme.
Attenti al lupo, recitava la famosa canzone, ricordandoci quindi che il bastone non è per noi, ma per i nemici, mentre per noi percorelle c’è il vincastro. Se noi sposi ci mettiamo fra le pecorelle di Dio, vediamo il pastore che cammina davanti al gregge, lo conduce fuori, lo guida verso i pascoli appoggiandosi, soprattutto nei passaggi più difficili al suo bastone che gli dà visibilmente sicurezza. E la sicurezza tranquilla del pastore dà sicurezza e tranquillità anche a noi e a tutto il gregge. Quando vediamo poi il pastore brandire con decisione il suo bastone contro i nostri nemici che vorrebbero disperderci per rapirci e divorarci, allora la mia, la nostra, sicurezza si carica di fiducia e di coraggio. Poi quando vediamo il pastore avvicinarsi e sentiamo che ci sfiora con il morbido vincastro, sentiamo la sua tenerezza incoraggiante e capiamo che egli non è un mercenario, ma è il nostro buon pastore e che noi gli apparteniamo.
Ecco perché il bastone ed il vincastro del Signore ci danno sicurezza nella vita, perché da una parte siamo difesi e dall’altra incoraggiati e guidati.
Coraggio cari sposi, tocca ad ognuno di noi essere per il nostro coniuge come quel bastone e come quel vincastro.
Giorgio e Valentina.