Sì, più Inebrianti del Vino sono le tue Carezze

Dopo voce, sguardo e baci, ecco il quarto canale dell’amore tenero che si fa visibile: la carezza. Un gesto, che nella sua forma più completa diventa abbraccio, non può assolutamente mancare tra due sposi. Clicca qui per leggere quanto già pubblicato. La riflessione come sempre è tratta dal nostro libro Sposi sacerdoti dell’amore (Tau Editrice).

Le carezze sono dolci, le carezze sono lievi, ma lasciano segni indelebili a chi le riceve. Sono piccoli gesti che nutrono l’amore e rendono tangibile la presenza dell’altro nella nostra vita. Non afferrano, non sono aggressive e non violano. Le carezze esprimono il desiderio di contatto fisico con l’amato o con l’amata, ma senza prevaricazione, senza prepotenza: sono il linguaggio della tenerezza, la via privilegiata per esprimere amore nella reciprocità e nella libertà.

La Carezza: Un Linguaggio dell’Amore

La carezza ci fa sentire viva la presenza dell’altro, ci permette di dare forma e consistenza a ciò che lo sguardo ci mostra. La bellezza dell’amato diventa concreta, diventa carne. Come scrive Don Carlo Rocchetta, citando Jean-Paul Sartre:

La carezza non è un semplice contatto, perché allora verrebbe meno al suo significato. Carezzando l’altro io faccio nascere la sua carne con la mia carezza, sotto le mie dita. La carezza fa parte di quei riti che incarnano l’altro, fanno nascere l’altro come carne per me e io per lui. Come il pensiero si esprime con il linguaggio, così il desiderio si manifesta nella carezza.

Questa visione profonda ci aiuta a comprendere che la carezza non è solo un gesto istintivo, ma una comunicazione affettiva che esprime la volontà di conoscere e farsi conoscere attraverso il contatto fisico.

L’Abbraccio: L’Incontro delle Anime

Se la carezza è espressione della tenerezza, l’abbraccio ne è la forma più completa e coinvolgente. Nell’abbraccio si coglie la corporeità dell’amato in modo totale: il corpo intero è avvolto e circondato, permettendo di trasmettere fiducia, sicurezza, amore, protezione e dedizione in maniera diretta e intensa.

Un abbraccio con la persona amata offre sensazioni meravigliose: sentire il suo respiro, il calore del suo corpo, il suo abbandono fiducioso tra le nostre braccia genera un senso di pienezza e di pace. Non a caso, la nota terapeuta statunitense Virginia Satir affermava:

Ognuno di noi, piccolo o grande, ha bisogno di almeno quattro carezze al giorno per sopravvivere, otto per vivere, dodici per vivere floridamente.

Questa “terapia del contatto” è una medicina gratuita e senza controindicazioni, che nutre l’anima e rafforza l’intimità nella coppia.

L’Importanza della Tenerezza nella Vita Matrimoniale

La mancanza di carezze e abbracci tra gli sposi può generare gravi problemi nella coppia. Insoddisfazione, incomunicabilità, senso di solitudine e frustrazione sono spesso le conseguenze di una carenza di gesti affettuosi. Il contatto fisico rappresenta una delle forme più immediate e sincere di comunicazione affettiva: è il linguaggio del corpo che conferma l’amore quando le parole non bastano.

Secondo San Giovanni Paolo II, il corpo umano, nel contesto dell’amore coniugale, “diventa epifania della persona“, rivelando l’intimità profonda del cuore. Gli sposi che si abituano a privarsi di carezze e abbracci rischiano di perdere una parte essenziale della loro capacità di comunicare amore e tenerezza, impoverendo così la loro relazione.

L’Abbraccio: Segno della Sponsalità

L’abbraccio, in particolare, diventa una sorta di “liturgia nuziale quotidiana”. Attraverso l’abbraccio, gli sposi si riconoscono reciprocamente come dono, alimentando quella comunione di anime e corpi che è alla base del matrimonio cristiano.

Non esistono regole fisse per l’abbraccio: a volte è un gesto lungo e avvolgente, altre volte un breve e intenso stringersi. Può avvolgere l’intero corpo, oppure solo la testa o il ventre, ma in ogni caso rappresenta un linguaggio segreto che solo gli sposi comprendono.

Un abbraccio tra sposi è un incontro profondo, uno scambio di emozioni, un’espressione di “esserci” totale. Come affermava il cardinale Angelo Scola: “L’abbraccio è l’immagine concreta dell’essere ‘una carne sola’. Nell’abbraccio il corpo parla la lingua dell’amore.

La Geografia del Corpo: Un Amore che si Fa Carne

Nel matrimonio cristiano, l’amore non è astratto: si incarna nei gesti quotidiani, nel modo di prendersi cura l’uno dell’altro, e in particolare attraverso la tenerezza fisica. L’amore diventa carne e il corpo dell’altro diventa geografia dell’amore che doniamo e riceviamo.

Questa dimensione fisica dell’amore non è mai banale o secondaria: è uno dei modi più autentici per rafforzare il vincolo coniugale e per rinnovare la promessa di donarsi ogni giorno con generosità e fedeltà.

Conclusione: Non Dimentichiamo le Carezze

Le carezze e gli abbracci sono il respiro dell’amore. Sono piccoli gesti che custodiscono e nutrono il legame matrimoniale. In un tempo in cui la vita frenetica e le preoccupazioni quotidiane rischiano di allontanarci, è importante riscoprire la forza di una carezza e il calore di un abbraccio.

Non lasciamo che la routine ci privi di questa medicina dell’anima: regaliamoci ogni giorno quei momenti di contatto che fanno sentire l’altro amato, desiderato e riconosciuto. Così facendo, custodiremo la bellezza del nostro matrimonio e manterremo vivo il nostro amore.

Antonio e Luisa

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