Il Papa crede che i peccati sessuali non siano importanti?

Oggi vorrei tornare sulle parole di Papa Francesco rilasciate durante l’intervista ai giornalisti sul volo di ritorno dal suo viaggio in Grecia e Cipro. Parlando delle dimissioni dell’arcivescovo di Parigi ha affermato:

E voi non saprete perché, perché è stata una mancanza di lui, una mancanza contro il sesto comandamento, ma non totale ma di piccole carezze e massaggi che lui faceva: così sta l’accusa. Questo è peccato, ma non è dei peccati più gravi, perché i peccati della carne non sono i più gravi. I peccati più gravi sono quelli che hanno più “angelicità”: la superbia, l’odio… questi sono più gravi. Così, Aupetit è peccatore come lo sono io. 

Non sono qui per contraddire il Papa. Come cattolico voglio bene a Papa Francesco e sono anche d’accordo con quello che ha detto. Credo però serva contestualizzare il discorso. Potrebbero essere travisate. Senza dubbio i peccati dello spirito sono quelli più gravi. Non a caso Lucifero, l’angelo ribelle, è puro spirito e i suoi sono senza dubbio i peccati più gravi. Quindi il Papa dice un’ovvietà per un cristiano che conosce anche solo un po’ la fede che professa e la dottrina cattolica. C’è un però. Non vanno sottovalutati neanche gli altri. I peccati della carne sono tra i meno gravi perchè spesso sono frutto della nostra fragilità e debolezza. Non siamo capaci di controllare i nostri istinti e le nostre pulsioni e ci facciamo dominare da essi. Lo diceva già san Gregorio Magno, poi ripreso e confermato da San Tommaso:

Pur costituendo un crimine minore rispetto ai peccati in cui prevale la perversione dell’intelligenza, tuttavia i peccati della carne rivestono un aspetto di particolare ignominia; e la ragione è semplice: essi avviliscono l’uomo al livello della bestia. L’uomo cioè, non avendo compreso a quale onore Dio l’abbia innalzato, si è abbrutito, simile nel modo di vivere agli animali inferiori (cf. Sal 48, 21).

Ed è partendo da questa riflessione che possiamo comprendere appieno le parole del Santo Padre. Certo un riferimento un po’ lontano nel tempo, che usa parole dure, scritte con un linguaggio che oggi sembra fuori luogo ed esageratamente rigido. Parole però che anche oggi sono vere ed attuali. Cercherò di riscriverle in uno stile più consono e comprensibile al nostro tempo.

Il discorso si deve, secondo me, ampliare. Bisogna dare un orizzonte diverso che va oltre la semplice morale e dottrina astratta. E’ inutile parlare di peccato più o meno grave. Non ha senso, soprattutto oggi. Non è capito. Le persone tutte, e in particolare i giovani, sono stanche di maestri che dicono ciò che è giusto e ciò che non lo è. Sono stanche di divieti. Non puoi avere rapporti prima del matrimonio, non puoi masturbarti, i rapporti orali non vanno bene, niente anticoncezionali e così via. Senza motivare questi divieti se non con il peccato. Non si può minacciare di incorrere in un peccato più o meno grave e minacciare di inferno. Forse un tempo, ma ora no. Attenzione non dico che tutte quelle belle abitudini che ho elencato siano cosa buona e giusta. Tutt’altro! La Chiesa non può più permettersi di usare le parole devi o non devi. Non funziona. Allontana solo un popolo sordo a questi ammonimenti dalla Chiesa. I sacerdoti lo sanno e spesso decidono di evitare questo genere di argomenti per non avere problemi. Anche questo è un atteggiamento sbagliato! La Chiesa non deve rinunciare ad insegnare ai fedeli come diventare pienamente uomo e pienamente donna, e la sessualità è un argomento imprescindibile per questa finalità. Come fare allora? Serve una rivoluzione copernicana. Dobbiamo passare dal devi e non devi al vuoi essere felice oppure vuoi accontentarti della miseria relazionale che hai ora? La carta vincente non è vietare determinati gesti o determinate modalità di vivere la sessualità, ma raccontare, testimoniare e rendere conto con la nostra vita che la proposta della Chiesa è la più bella, è l’unica che permette una gioia che è piena. Per questo non servono tanto i maestri quanto i testimoni. Servono sposi felici e realizzati che sappiano toccare il cuore dei ragazzi, che provochino in loro quella nostalgia di un amore autentico e pieno che è radicata nel cuore dei giovani. Allora sì, che si potrà spiegare perchè i rapporti prima del matrimonio sono una menzogna, perchè la masturbazione è una illusione di impossessarsi di un piacere che è destinato a far parte di una comunione e non di una solitudine. Non a caso questo gesto, passato il piacere di pochi secondi, lascia sempre sensazioni negative e non positive. Allora sì che si può raccontare come l’incontro intimo, per essere un vero incontro d’amore, non può prescindere dall’essere unitivo e aperto alla vita (attenzione non significa che vada ricercato un figlio ad ogni rapporto). Per questo il sesso orale non può essere amore ma uso dell’altra persona. Per questo si può raccontare come gli anticoncezionali pongano una barriera invisibile, ma altamente divisiva tra gli sposi e non permettano un dono totale e un’accoglienza totale dell’altro/a. Solo chi ha provato nella propria vita tutto questo può testimoniarlo e raccontarlo in modo credibile.

Alla fine quello che il Papa ha voluto trasmettere è chiaro: i peccati della carne sono dovuti spesso alla nostra debolezza e ignoranza. Ad una incapacità di rivolgere lo sguardo a Gesù che ci imprigiona in una semplice ricerca di piacere fine a se stessa e che ci allontana dall’amore vero, quello che da senso e pace. Non c’è una deliberata scelta di fare a meno di Gesù come per quelli “angelici” di superbia e di odio (come li chiama lui). Ciò non toglie che anche i peccati della carne ci possano allontanare da Cristo e solo una riscoperta della bellezza che Dio ha pensato per noi, creandoci maschio e femmina, diversi e sessuati, può aiutarci a tornare ad una sessualità autentica ricca e piena, e ad una comunione con il Creatore.

Antonio e Luisa

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11 Pensieri su &Idquo;Il Papa crede che i peccati sessuali non siano importanti?

  1. Gentili Antonio e Luisa,
    proprio ieri ero entrato per la prima volta nel vs. blog, e avevo letto per la prima volta il vs. commento alle parole di papa Francesco sulla minore importanza dei peccati sessuali.
    Sicuramente non posso che condividere la vs. riflessione sull’inutilità di proporre come argomento oggi ai giovani, ma più in generale ai fedeli, sempre il peccato e i divieti, anche perché – come giustamente facevate notare – questi divieti terrorizzanti e le minacce delle fiamme dell’Inferno in realtà non funzionano più.
    E altrettanto con certezza credo che sia del tutto condivisibile la vs. riflessione sull’importanza dell’esempio concreto delle persone, dell’amore tra coniugi e della vita di persone che possono realmente aiutare chi si trova in difficoltà per questi problemi.
    E tuttavia, c’è un punto che credo sia fondamentale trattare, e che però non trovo mai, ed è per questo che vi scrivo, sperando di suscitare una discussione.
    Il punto fondamentale è che purtroppo, in tutti i blog e articoli di autori cattolici, non si trova mai una vera distinzione tra i VERI PECCATI GRAVI, e quelli “veniali”, e ciò vale soprattutto per lo stra-citato 6° comandamento.
    Se provate a digitare su Google, ad esempio, le parole “peccati sessuali mortali e veniali”, oppure le parole “non commettere adulterio o non commettere atti impuri”, si rimane allibiti, a questo proposito, leggendo articoli di sacerdoti, e frati domenicani, e teologi, ecc., nei quali in pratica TUTTI i peccati sessuali sarebbero mortali, perché in TUTTI i peccati sessuali ci sarebbe “materia grave” (sic!).
    Io credo sia necessaria una distinzione, che peraltro immagino fosse quella che aveva in mente anche papa Francesco, quando diceva che la lussuria e la gola tutto sommato sono i peccati meno gravi. E però non l’aveva detto, dando l’impressione di essere troppo “lassista”.
    La distinzione non può che essere quella tra peccati sessuali che ARRECANO DOLORE E SOFFERENZA AL PROSSIMO, e peccati sessuali che invece non hanno questo effetto.
    E allora diventa evidente che una cosa sono i peccati sessuali realmente GRAVI, come possono esserlo lo STUPRO, la PEDOFILIA, l’ADULTERIO, l’INCESTO, lo SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE E DELLA PORNOGRAFIA, IL SESSO OTTENUTO COL RICATTO LAVORATIVO O DI POTERE, ecc., e ben altro sono i peccati sessuali veniali, ad esempio la masturbazione, i rapporti prematrimoniali tra fidanzati o tra persone che hanno un legame d’affetto, i pensieri e gli sguardi erotici, la contraccezione di coppie che hanno problemi economici, o di salute, ecc.
    In ciò credo che l’insegnamento più importante l’abbia dato Gesù stesso: “A CHI MOLTO AMA MOLTO E’ PERDONATO!”
    Gesù perdona la Maddalena perché amava, così come perdona l’adultera che i farisei volevano lapidare citando le parole di Mosè.
    Con ciò non voglio dire che taluni peccati sessuali “veniali” poi non possano diventare mortali e gravi, in talune circostanze.
    Ad esempio, un conto è la masturbazione “occasionale”, in situazioni di solitudine, o impossibilità di avere un legame regolare con un’altra persona. E quel genere di peccato si può comprendere.
    Ben più grave invece è l’autoerotismo all’interno di una coppia, in cui magari uno dei coniugi ad un certo punto smette di avere rapporti con l’altro, e preferisce la pornografia e l’autoerotismo.
    E purtroppo non è una situazione così rara, anche se spesso non se ne parla ed è quasi tabù. In molti matrimoni magari la sessualità è vivace nei primi anni, ma poi uno dei coniugi (più spesso le mogli) si stanca del sesso coniugale, e la conseguenza poi sono i tradimenti, o il sesso “virtuale”.
    Quindi credo che non si possa generalizzare.
    Però purtroppo vedo una tendenza, da parte dei sacerdoti, a mettere i peccati sessuali tutti “nello stesso calderone”, senza valutarne la reale gravità.
    E’ assurdo dire ad un adolescente – in piena tempesta ormonale – che l’autoerotismo è un peccato mortale ed è sullo stesso piano dello stupro, o dell’adulterio, o della pedofilia, ecc.
    O dire a due fidanzati che si amano, che la loro sessualità prima del matrimonio è un peccato grave come può esserlo un adulterio, o il sesso con una prostituta!
    A parte il fatto che anche per la prostituzione è necessario distinguere: un conto è una donna sola in grave difficoltà economica, che ha perso il lavoro, e magari si prostituisce per dare da mangiare ai figli. Ben altro è la donna benestante e viziata, che magari ha un lavoro sicuro ma si prostituisce ogni tanto per potersi permettere gioielli, vacanze costose, ecc.
    Insomma, è desolante vedere che sulla sessualità nel mondo cattolico c’è molta confusione.
    E su questo credo che papa Francesco abbia ragione, perché questa ipocrisia è massima soprattutto nel clero cattolico.
    Tra l’altro questa demonizzazione del sesso sempre e comunque non è proprio servita a nulla, perché proprio la Chiesa cattolica è quella che più delle altre vede preti e vescovi coinvolti in procedimenti per abusi sessuali (ad esempio sulle suore), pedofilia, ecc.
    Quindi dire – come spesso si sente dire da molti sacerdoti – che nel sesso tutto è “materia grave”, non solo è sbagliato, ma in realtà non ottiene nulla.
    E papa Francesco aveva ragione a denunciare anche il clericalismo, la tendenza di preti e vescovi a volersi imporre ai fedeli, e difendersi sempre e comunque, senza ammettere i propri errori, anche gravi.
    Ad esempio, non dimenticherò mai ciò che era avvenuto una dozzina d’anni fa, quando un sacerdote della Lombardia – che era già stato inutilmente segnalato al vescovo per i suoi comportamenti pedofili – venne filmato con telecamera nascosta mentre chiedeva subito e senza ritegno ad un ragazzino orfano (e quindi particolarmente vulnerabile) che si era appena presentato a lui nel suo ufficio, di avere rapporti sessuali.
    Quel filmato finì in TV, e quel sacerdote venne poi sospeso e mandato dal vescovo in terapia psicologica. Tuttavia, per la depressione che lo colse in seguito, poi quel sacerdote si suicidò gettandosi sotto un treno.
    La cosa che più mi colpì fu che al funerale di quel poveruomo parteciparono molti vescovi e ben 85 sacerdoti!
    E anche il quotidiano L’Avvenire se la prese con gli autori di quel servizio TV, ma non disse nulla su quel sacerdote, i suoi comportamenti coi giovani e le ragioni di quel suicidio.
    Perché sicuramente, e cristianamente, si può e si deve pregare per la sua anima, e chiedere al Signore perdono per quel sacerdote e la sua disperazione che gli aveva fatto perdere la ragione, fino al suicidio.
    Ma non si può nemmeno dimenticare che quel sacerdote era da tempo abituato ad approfittarsi di ragazzi in difficoltà, di cui aveva la cura, per commettere atti turpi, anzi veri e propri crimini e rovinarli.
    Questi mi sembrano i veri peccati sessuali, su cui però il clero tende a stare più con i preti pedofili, che non con le vittime della pedofilia.
    Grazie per la cortese attenzione
    Cordiali saluti
    Alberto Miatello (Como)

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    • Ciao non affronto mai queste questioni dal punto di vista che indichi tu perchè non mi sento preparato per poterlo fare. Posso dirti che la materia grave può essere per tutti gli atti da te citati ma poi perchè un peccato sia davvero mortale incidono tante altre componenti primi fra tutti il deliberato consenso e la piena avvertenza. Detto tra noi anche io sono convinto che una persona non finisce all’inferno perchè si masturba in un momento di debolezza e solitudine ma resta una mia convinzione non posso darla come regola generale. Credo che i distingui vadano fatti nell’accompagnamento spirituale.

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  2. Mah! Sono rimasto perplesso e abbastanza deluso dalla vs. risposta. Prima di tutto, cosa significa: “non mi sento preparato per poterlo fare”? Mi sembra una risposta incoerente, perché voi stessi vi sentivate del tutto preparati, se avete commentato con un ,lungo articolo le parole di papa Francesco – non certo dell’ultimo seminarista – sui peccati sessuali! Ma poi, non credo proprio che su un argomento fondamentale come i peccati sessuali gravi e veniali occorra una laurea in teologia per parlarne. Ciascuno di noi si è fatto un’idea personale su quali siano i peccati gravi o lievi, perché ogni giorno della propria vita deve decidere come comportarsi.
    Ma anche la formuletta catechistica che avete ripetuto: “piena avvertenza e deliberato consenso”, in realtà è del tutto fumosa, perché poi si tratta di capire se, come e quando ci siano la piena avvertenza e il deliberato consenso, e se provate a chiedere vi diranno di tutto e di più.
    Ma poi, su questo argomento ci sarebbero mille cose da dire, anche perché purtroppo è il problema secolare degli uomini di Chiesa: l’avere ridotto il peccato quasi solo al 6° comandamento, e non avere capito che i peccati più gravi sono quasi sempre altri.
    Mi sembra eloquente il fatto che nelle 3 tentazioni a Cristo, il diavolo NON vada da Gesù a dirgli: “guarda questa bellissima donna. Sarà tua se mi adorerai!” Se fosse avvenuto – e dal momento che Cristo era anche un giovane uomo di una trentina d’anni il diavolo avrebbe potuto tentarlo col sesso – allora avremmo potuto pensare che la lotta alle tentazioni carnali fosse importante per Cristo.
    Ma Cristo – che era anche Dio – in realtà sapeva benissimo che la carne è debole, e non sono quelle le tentazioni più pericolose.
    Le 3 tentazioni del demonio riguardano il rapporto dell’uomo con le cose: (“fa che queste pietre diventino pane”) che l’uomo antepone ai valori spirituali (“Non di solo pane vivrà l’uomo”), e poi l’orgoglio (“ se sei figlio di Dio buttati di sotto, e dì ai tuoi angeli di salvarti”) e infine – più grave di tutti! – la brama di POTERE e RICCHEZZE, quella brama che da millenni produce oppressione, dittature, ingiustizie, povertà, iniqua distribuzione di beni.
    Questi sono i VERI PECCATI, non le toccatine, o la contraccezione, o la sessualità tra persone che si amano.
    Ma purtroppo non vedo su questo argomento una vs. disponibilità al dialogo, quindi forse ho sbagliato io a rivolgermi a voi.
    Grazie lo stesso.
    Saluti
    Alberto

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    • Si tratta di materia grave. Questo l’ho scritto. I peccati della carne sono poi quelli che induriscono il cuore. Qundi toccatine e contraccezione con il tempo ci corrompono. Di questo ne sono certo. Sulla contraccezione ho scritto diversi articoli chiari.

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      • Di quello che ha scritto lei sulla contraccezione mi importa meno di zero. E non c’è nulla di peggio di coloro che – come lei – sono certi di tutto, e non vengono mai sfiorati dal dubbio di sbagliare. “Di questo ne sono certo”. E chi è lei, Dio? Ma sia più umile, e legga la parabola del fariseo in prima fila, e del peccatore in fondo al tempio. Discorso chiuso, non mi interessa discutere con voi.

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  3. Forse non sono stato chiaro, o non parlo italiano. Io non ho detto che certi comportamenti sessuali non siano peccato. Lo sono. Ho solo detto che NON SONO PECCATI GRAVI. Quindi NON è materia grave, e quello che scrive lei vale meno di zero, lei non è Dio.E se invece voi volete mettere sullo stesso piano lo stupratore che distrugge l’esistenza di una povera donna, o il pedofilo che rovina i ragazzini abusando di loro, con l’adolescente che scopre il proprio corpo e l’autoerotismo, o con la coppia che ha già 2 o 3 figli e magari un solo stipendio in tutta la famiglia, e allora responsabilmente usa i contraccettivi (cos’è meglio? una pillola o l’aborto?), allora il discorso si chiude qui. Non senza ricordare che fu proprio Gesù a bollare con parole di fuoco i FARISEI, perché mettevano pesi addosso insopportabili agli altri, mentre loro non ne volevano portare manco uno. Comodo fare il prete o il vescovo, e lanciare anatemi sui peccati sessuali, quando sono sempre loro a finire sotto processo per PEDOFILIA, e ben sapendo che in Vaticano c’è tutta una lobby di prelati gay. E vedo che non avete commentato il caso del prete pedofilo che si approfittava dei ragazzini orfani, e poi si suicidò quando venne scoperto. BEL PRETE! E mi risulta che quello che fece la figura peggiore, nella parabola del buon samaritano, fu proprio il sacerdote, che vide a terra l’uomo ferito, e passò oltre, mentre il samaritano si fermò e lo soccorse. Un’ultima cosa. Amare ovviamente non significa “una botta e via”, o cercare di possedere qualcuno. Se voi aveste letto quello che ho scritto – ma evidentemente non parlo italiano!- avreste capito che io parlavo di fidanzati che si amano e vogliono sposarsi. Certo, l’ideale sarebbe la castità fino al matrimonio, eppure vi potrei parlare di una coppia di mia conoscenza, sposata da oltre 60 anni, e che però concepì il primo figlio prima del matrimonio. Ma si sono sempre voluti bene, e il Signore ha benedetto la loro unione. Mentre vi potrei trovare tanti bigotti che magari volevano a tutti i costi arrivare vergini al matrimonio, e che dopo 1-2 anni si sono separati, magari perché lui era impotente, o lei frigida (andate a vedere le cause dei tribunali ecclesiastici, ne trovate di tutti i colori). Insomma, lasciamo perdere, prima delle formulette ci sono le persone, ma voi fate solo discorsi astratti.

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