Ci pensa solo Lui?

Sal 32 (33) Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. Egli ama la giustizia e il diritto; dell’amore del Signore è piena la terra. Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. L’anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo.

Questo è il Salmo proposto nella Santa Messa odierna, il Martedì fra l’ottava di Pasqua. Nonostante la Chiesa di quaggiù stia vivendo un momento delicato dopo la recente morte di Papa Francesco, la Chiesa come sposa di Cristo non smette di annunciare la vittoria del suo sposo sulla morte e sul peccato, ed è proprio questa vittoria del Signore Gesù, conquistata sulla Croce, che dona una nuova prospettiva alle cose di questo mondo, compreso il dolore e lo sgomento per Papa Francesco.

Ce lo conferma anche l’inizio del Salmo sopracitato: Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. Se Lui è fedele a se stesso in eterno, non come noi, allora significa che davvero le redini della storia sono in mano a Colui che sappiamo essere il Re dei Re, il Re dei secoli, e quindi anche della storia, compresa la fragile situazione di un nuovo Conclave per eleggere il nuovo Papa.

Ma questa visione non vale solo per la situazione della Chiesa di questi giorni, ma soprattutto vale per la nostra vita matrimoniale di tutti i giorni. Gli sposi sacramentati sanno che il Signore si è impegnato con loro per fornirli di tutti gli strumenti della Grazia necessari per compiere il proprio dovere e santificarsi nella via matrimoniale.

Non osi separare l’uomo ciò che Dio ha unito“, ve la ricordate questa frase? L’abbiamo sentita nel giorno del rito delle nostre nozze, ed è una frase di Gesù riportata dall’evangelista Matteo. Se dunque Retta è la parola del Signore -citando il Salmo- significa che, in ultima analisi, la decisione di unirsi in matrimonio è sì in capo ai due fidanzati, ma non è tutta farina del loro sacco; in realtà i due fidanzati -dopo un congruo tempo di fidanzamento- sono giunti alla convinzione che il Signore li ha chiamati ad essere uno in Lui.

Sicché il matrimonio è la felice cooperazione tra il disegno del Signore e la libera volontà dell’uomo di aderire a tale disegno, o progetto, o vocazione che dir si voglia.

Quando sopraggiungono le difficoltà matrimoniali, possiamo imputare tale danno al Signore, o piuttosto ce le siamo procurate da soli? Se Lui è fedele in ogni Sua opera, allora quando la relazione non gira per il verso giusto non può essere a causa di una Sua presunta infedeltà, altrimenti che opera di Dio sarebbe? Quando il matrimonio vive una fase di stanca non possiamo definirla un’opera del Signore, ma allora come fare ad uscirne?

Proprio lasciando agire Lui in noi, proprio lasciandolo entrare nei nostri sepolcri del cuore per farci risorgere, cosicché sia un’opera del Signore.

Cari sposi, la Pasqua di Cristo deve ancora manifestare tutta la sua potenza dentro il nostro matrimonio, tutta la sua forza di risurrezione dentro la nostra relazione. A volte i cambiamenti ci fanno paura perché temiamo di perdere qualcosa di noi, come se quello che il Signore ci chiede ci faccia perdere la nostra dignità. In realtà non abbiamo nulla da temere, siamo uno in Colui che fa nuove tutte le cose, compreso il nostro matrimonio. Coraggio.

Giorgio e Valentina

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