Chi avrebbe mai detto che domenica 27 aprile 2025 – festa della Divina Misericordia – non si sarebbe tenuta la canonizzazione di Carlo Acutis? Eppure la morte di Papa Francesco ha scombinato i piani umani e posticipato questo evento importante. Sappiamo, al di là della cerimonia ufficiale, che (San) Carletto abita in Cielo. E siamo sicuri che non è per nulla offeso di questa momentanea sospensione. D’altronde si sa: a volte le cose belle si fanno aspettare e se il Buon Dio ha voluto così, ci saranno dei motivi più che validi. Lo capiremo. Proprio come quando Gesù, lavandogli i piedi, disse a Pietro: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo” (Gv 13, 9).
C’è un sogno molto forte che la sua mamma, Antonia Salzano, ha reso pubblico qualche mese fa. San Francesco di Assisi le avrebbe detto: “Tuo figlio occupa un posto molto alto nel cielo e, dopo essere stato canonizzato, arriverà una generazione di Santi”. Non perdiamo la speranza e offriamo il sacrificio dell’attesa, certi che non saremo delusi e che si compirà qualcosa di grande nella Chiesa.
Ecco perché è molto importante pregare in questi giorni sia per il Papa defunto e per il Papa futuro; c’è in gioco in futuro della Sposa di Cristo, ossia di tutti noi. Del mondo intero. “Misericordia di Dio, che abbracci tutto l’universo, confidiamo in Te”, stiamo pregando nelle litanie in questi giorni di novena. Crediamo fermamente a queste parole, facciamole nostre e sentiamoci, oggi più mai, un’unica grande famiglia. Cattolica, apostolica, universale.
Aspettando di poter finalmente chiamare Carlo “Santo”, mi è subito venuto alla mente il legame che aveva con l’Eucarestia e con i prodigi del Corpo e del Sangue di Cristo. Da genio dell’informatica – e dello spirito – Carletto aveva ideato un sito internet e dei cartoni animati sui miracoli eucaristici. Centro! Già parecchi anni fa, un ragazzino aveva capito che i moderni mezzi tecnologici, se usati bene, possono essere un valido strumento di evangelizzazione. Tra i vari casi presentati, ci sono anche ben tre miracoli eucaristici avvenuti negli Anni Novanta a Buenos Aires. Quando, “guarda caso”, il cardinale era Jorge Mario Bergoglio.
Un legame tra i due apparentemente lontano ma che proprio in questi giorni si fa presente e merita la nostra riflessione. Chi avrebbe detto, allora, che proprio negli stessi giorni si sarebbero “incrociati” la canonizzazione dell’uno e i funerali dell’altro? E mica di due “qualsiasi”!
Avvenuti nel 1992, nel 1994 e del 1996, i diversi miracoli eucaristici hanno riguardato casi documentati di Particole che, dopo la consacrazione, mostravano segni di sangue o di carne umana. Questi eventi furono spesso accompagnati da testimonianze di sacerdoti, fedeli e testimoni oculari che descrivevano in che modo esse si trasformassero o si presentassero con caratteristiche sorprendenti.
Uno dei casi più emblematici avvenne nell’agosto del 1996 nella chiesa di Santa Maria a Buenos Aires, quando un sacerdote notò che un’Ostia consacrata aveva cambiato colore e aveva assunto un aspetto di tessuto umano. La Chiesa locale avviò un’indagine approfondita, analizzando campioni e conducendo esami scientifici per verificare l’autenticità del fenomeno. I risultati furono sorprendenti: le analisi confermarono che si trattava di carne umana, compatibile con tessuti muscolari, e che il sangue presente era di origine umana.
La richiesta di compiere ricerche scientifiche approfondite fu portata a Bergoglio, che approvò. Questi fatti prodigiosi furono volutamente tenuti lontani dai riflettori mediatici su richiesta del parroco e dei fedeli. La notizia è diventata più nota dopo che Bergoglio è stato nominato Papa. Eppure Carletto ci era arrivato ben prima!
Lo stesso Carletto che compirà egli stesso dei miracoli che – riconosciuti dalla Chiesa – lo hanno portato a essere proclamato prima Beato e poi Santo. Che meraviglie compie il Signore! Lui avrebbe detto: “La santità è sempre originale: non c’è santità di fotocopia, la santità è originale, è la mia, la tua, di ognuno di noi. È unica e irripetibile.” Carissimo (San) Carletto, possiamo aspettare, sappiamo aspettare. Ora siamo chiamati a pregare per il Papa che fu e il Papa che sarà. Poi, gioiremo tutti per te, per la tua proclamazione. Non aggiungerà nulla che già la tua anima non possiede ma noi potremo vantarci di avere un amico Santo. L’amico della porta accanto. L’amico giovane e sorridente. L’amico geniale e intelligente, l’amico generoso e gioiosamente assorto in preghiera. L’amico che ci ha insegnato tanto e che – siamo certi – avrà da insegnarci ancora di più.
Fabrizia Perrachon
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