Ogni tanto anche personaggi famosi, come la cantante Emma Marrone, condividono la loro fatica di trovare un uomo “risolto”. In un’intervista a RTL 102.5 (settembre 2024) lei stessa ha raccontato con ironia e un pizzico di amarezza quello che cerca:
«Maschio risolto, non narcisista patologico, non egoriferito, non presuntuoso, umile, che gli piacciano le cose tranquille e semplici della vita e che gli piaccia solo io». E ha aggiunto sorridendo, ma con un velo di rassegnazione: «Quindi ragazzi, se queste sono le prerogative: zitella per sempre, non so se mi spiego».
Parole che colpiscono, perché da un lato mostrano il desiderio sano e legittimo di un amore autentico, dall’altro il timore che forse questo ideale sia irraggiungibile.
Cosa significa “maschio risolto”
Quando Emma parla di “maschio risolto”, esprime un bisogno che molte donne conoscono: la ricerca di un uomo che abbia fatto pace con la propria storia, che non sia in balia di insicurezze, che non abbia bisogno di usare gli altri per colmare i propri vuoti. Un uomo risolto non è perfetto, ma è integro: ha lavorato su di sé, sa assumersi responsabilità, non ha paura di mostrarsi vulnerabile e nello stesso tempo sa custodire la relazione.
Il contrario è ciò che Emma descrive con chiarezza: narcisista patologico, egoriferito, presuntuoso. Persone che, anziché donarsi, cercano solo conferme di sé. Che manipolano, tradiscono, illudono.
Perché i narcisisti attraggono così tanto?
La domanda vera è: perché, pur sapendo che ci fanno soffrire, ci attraggono proprio loro? La risposta sta nella dinamica del copione di vita. In Analisi Transazionale, il copione è quella sceneggiatura invisibile che impariamo da piccoli. Se da bambini abbiamo ricevuto messaggi come:
- “Devi conquistarti l’amore”,
- “Non sei abbastanza”,
- “Gli uomini/le donne ti abbandonano”,
cresceremo con una bussola interiore che ci porta a cercare partner che confermino proprio quei messaggi. Non è che li vogliamo razionalmente, ma il nostro inconscio li trova “familiari”.
Ecco allora l’incastro: incontriamo qualcuno che sembra “troppo bello per essere vero”, ci seduce con attenzioni e passione, e senza accorgercene riviviamo la stessa ferita di sempre. Loro tradiscono, ci deludono, ci lasciano… e dentro di noi una voce sussurra: “Lo sapevo. Ecco com’è l’amore.”
La conferma del copione
Questo meccanismo si chiama conferma del copione: l’inconscio preferisce soffrire pur di avere ragione. È un paradosso crudele. Desideriamo un amore stabile, ma scegliamo chi non può darcelo. Siamo convinti di meritare fedeltà, ma ci incastriamo con chi ci tradisce.
Perché? Perché il nostro “bambino interiore” vuole dimostrare che la storia antica era vera: “non vali abbastanza”, “l’amore non esiste”, “nessuno ti amerà davvero”. Così restiamo prigionieri di un circolo vizioso: ogni relazione sbagliata diventa la prova che non poteva andare diversamente.
Il coraggio di interrompere
La buona notizia è che il copione non è una condanna. Non è scritto nella pietra, ma dentro di noi. E quindi può essere riscritto.
Il primo passo è la consapevolezza: riconoscere che non è solo “sfortuna” se ci capita sempre lo stesso tipo di partner, ma che c’è un filo rosso interiore che ci lega a loro.
Il secondo passo è interrompere la ripetizione. E qui serve molto coraggio, perché significa resistere alla tentazione di ricadere su ciò che ci è familiare, anche se tossico. Spesso, un uomo equilibrato, rispettoso, fedele, ci sembra “noioso” perché non scatena l’adrenalina del copione. Ma è lì che si gioca la libertà: scegliere chi ci fa bene, anche se non ci fa “sballare”.
Il terzo passo è darsi nuovi permessi. In Analisi Transazionale parliamo di frasi che liberano:
- “Ho il permesso di essere amata senza lottare.”
- “Ho il permesso di ricevere cura.”
- “Ho il permesso di fidarmi.”
L’aiuto della fede
Per chi crede, c’è una risorsa in più. La grazia di Dio non cancella la nostra storia, ma la redime. Nella fede cristiana, l’amore fedele non è solo un ideale umano, ma una promessa divina: “Io ti ho amato di amore eterno” (Ger 31,3).
Questo ci permette di non rassegnarci. Anche se il nostro passato sembra condannarci a ripetere gli stessi errori, l’amore di Dio ci apre un futuro diverso. Ci dona la forza di riscrivere il copione, di scegliere relazioni sane, di non accontentarci di meno di ciò che meritiamo.
Le parole di Emma Marrone ci colpiscono perché sono schiette, vere. Ma in realtà parlano per tanti uomini e donne che vivono la stessa dinamica. Quante volte ci ritroviamo a dire: “Capitano tutti a me” oppure “Sono tutti uguali”? Non è questione di destino. Non è colpa della vita. È un copione che ci ripete dentro, e che possiamo decidere di cambiare.
Antonio e Luisa
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Buongiorno , ma se io ho già sposato un narcisista, con cui ho tre figli, il partner non lo posso cambiare più e quindi ho cercato in tutti questi anni ( 28 anni) di costruire molto sulla mia persona , di fortificarmi ,per non essere troppo influenzata e mortificata dal suo comportamento. Il risultato è che io mi sento abbastanza serena, ma perché è un mondo ,costruito sulla mia persona : il mio lavoro, i miei affetti, la mia stabilità economica…ma alla fine con mio marito non condivido più di tanto , l’ho fatto per salvare il matrimonio, fondato sul sacramento. L’ho fatto ,perché voglio, che i miei figli vivessero il quotidiano con entrambi i genitori e che non avessero genitori divorziati. L’ho fatto ,perché mi impegno in chiesa e non voglio risultare divorziata. L’ho fatto ,per una stabilità familiare ed economica, ma con mio marito condivido poco e niente. Per me non abbiamo affatto gli stessi valori. Lui predica ,che la famiglia è importante, ma mi ha sempre tradita..pazienza è andata così !!!
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Bravissima. La soluzione nel tuo caso è lavorare sulla tua autostima e consapevolezza e cercare in Dio quell’amore incondizionato che lui non vuole e non riesce a darti. E poi cerca amicizie sane per costruire rapporti basati sulla reciprocità.
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“Il risultato è che io mi sento abbastanza serena, ma perché è un mondo ,costruito sulla mia persona : il mio lavoro, i miei affetti, la mia stabilità economica…ma alla fine con mio marito non condivido più di tanto , l’ho fatto per salvare il matrimonio, fondato sul sacramento. L’ho fatto ,perché voglio, che i miei figli vivessero il quotidiano con entrambi i genitori” Mi ritrovo in queste parole. Ho fatto la stessa scelta
“La soluzione nel tuo caso è lavorare sulla tua autostima e consapevolezza e cercare in Dio quell’amore incondizionato che lui non vuole e non riesce a darti. E poi cerca amicizie sane per costruire rapporti basati sulla reciprocità.”
Sto cercando di fare questo percorso.
A volte nella nostra situazione ci sentiamo soli. Condividere aiuta a portare insieme le fatiche per essere fedeli alla promessa checabbiamo fatto il giorno del matrimonio non solo a nostro marito ma a Gesù che ci accompagna e ci accompagnerà sempre a livello personale come coppia (per quanto è possibile nel nostro caso) e come famiglia.
Grazie a chi ha condiviso e a chi ha risposto.
UN GRAZIE RICONOSCENTE.
Margherita
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