Non posso più fare l’amore, ma posso far fare l’amore agli altri

Come molti di voi sapranno, è da poco uscito l’ultimo libro di Antonio e Luisa, “Sposi, re nell’amore”, realizzato anche in collaborazione con altre persone; per me è stato un onore scrivere questo piccolo capitolo sulla castità, che trovate a pagina 124.

Quando mi sono separato, dopo qualche mese davvero brutto, la mia vita si è trovata davanti a un bivio: “rifarmi una vita” e quindi frequentare altre donne, oppure iniziare un cammino di fedeltà al coniuge e soprattutto a Dio che si è unito in maniera indissolubile a noi nel giorno del matrimonio. Per fede e per il bene delle figlie (già ferite dalla separazione), ho scelto di fidarmi di Dio che attraverso Gesù non avrebbe potuto usare parole più chiare sul matrimonio (“Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre, e si unirà con sua moglie, e i due saranno una sola carne. Così non sono più due, ma una sola carne; quello dunque che Dio ha unito, l’uomo non lo separi” – Mt 19,5-6). Questa strada però prevede di vivere in castità completa, cioè l’utilizzo degli organi genitali solo per le normali funzioni fisiologiche. La mia vocazione era (ed è) il matrimonio e per questo non è stato facile, soprattutto all’inizio, perché a differenza di sacerdoti o religiosi mi sono trovato in questa situazione; condizione che può accadere nel matrimonio anche per certi periodi, come ad esempio se uno dei due va a lavorare lontano, oppure per una malattia. Una mia amica ha accudito con amore il marito che, in seguito ad un incidente, è rimasto paralizzato per diversi anni e devo ammettere che pensare alla sua situazione mi ha aiutato nei momenti difficili o di dubbio. Ritenevo che un uomo non fosse in grado di vivere in castità completa, cioè che insomma in qualche modo fosse costretto a “sfogarsi”, ma ho cambiato completamente idea quando l’ho sperimentato sulla mia pelle. Naturalmente non si può raggiungere un traguardo del genere con le proprie sole forze, è necessario un aiuto dall’Alto: ed è così che, scettico, su consiglio del mio assistente spirituale, mi sono fidato e affidato, cominciando ogni giorno con la santa messa prima del lavoro e poi nel pomeriggio con la recita del santo rosario.

Parallelamente ho fatto un esercizio su me stesso di cambiamento, ho dovuto modificare alcune abitudini nella mia vita o riscoprirne delle altre, frenando l’immaginazione che è il primo organo sessuale: come guardo le altre donne?  Prima potevo provare desiderio, magari potevo farmi anche un film nella mia testa, ora io invece le guardo come se fossero le mie sorelle; nessuna persona sana guarderebbe una sorella con desiderio, quindi se passa una bella ragazza, certo che la guardo, ma dentro di me penso: “Signore, ma che bella donna che hai fatto, che bella creatura, benedicila!”. Ovviamente c’è voluto del tempo ed è un cammino che continua tutta la vita, ma dà un senso di libertà incredibile, perché riesco ad amare tutte le amiche e le donne che incontro senza andare oltre quella soglia di pudore. Inoltre, visto che siamo nella società delle immagini, dovunque ci giriamo vediamo qualcosa che può turbare (ovviamente, se uno va cercarle, mi riferisco alla pornografia, è impossibile vivere in continenza, perché nel nostro inconscio ci sono forze molto più forti di noi); però a volte può capitare tramite gruppi WhatsApp e Facebook o anche navigando su Internet che ti si apra quella finestra, oppure che ti mandino delle immagini pensando di farti una cosa gradita: ecco io ho imparato, si apre quella finestra, la chiudo subito senza fermarmi un secondo a ragionare; mi arriva quell’immagine che intuisco mi possa turbare, senza aprirla completamente, la cancello. Un altro aspetto da considerare è quello del piacere: a chi non piacerebbe avere un rapporto sessuale? A nessuno, perché è un’espressione di piacere: quindi io mi sono accorto che se questo grande piacere viene a mancare, bisogna compensarlo in qualche altro modo e con altri tipi di piacere “sani”. Ogni volta che ci mettiamo a tavola, mangiamo le cose che più ci piacciono; bisogna riprendere in mano antiche passioni, hobby, ad esempio a me piace molto ascoltare la musica, leggere, mangiare la pizza con amici, oppure specialmente quando sono un po’ nervoso o arrabbiato, metto scarpe da ginnastica, tuta e via a camminare in mezzo alla natura; ognuno sa cosa gli fa più piacere: le donne mi dicono fare shopping, a me dopo mezz’ora mi viene il mal di testa, è una cosa soggettiva. È necessario anche fare attenzioni alle conoscenze che facciamo: sono capitate e capiteranno delle occasioni con delle belle persone che sembra vibrino sulla vostra lunghezza d’onda e anche per questo motivo ho rimesso la fede al dito, per dare un messaggio a chi mi sta intorno che sono impegnato e come testimonianza che io sono sposato, anche se separato.

Come dicevo, soprattutto nei primi mesi, non è stato facile vivere in castità, ma a distanza di un po’ di anni devo ammettere che non faccio uno sforzo eccessivo per mantenerla e state tranquilli, non si muore per questo e non vengono malattie! Anche perché il corpo umano è talmente perfetto che riesce a regolarsi, se necessario, ad esempio attraverso la polluzione notturna. E’ vero, non tutti i giorni sono uguali, qualche volta mi manca un po’ fare l’amore e soprattutto le coccole e la tenerezza, ma so bene che non sarebbero pochi minuti di sesso a darmi la vera felicità e anzi per questo tradimento non dormirei la notte. Io invece la sera mi addormento tranquillamente dopo aver detto le preghiere, in pace con me stesso, con Dio e con gli altri e posso testimoniare che la vera felicità, la vera pace e la vera gioia sono date solo dal nostro Salvatore. In questa scelta ho fatto anche una grande scoperta, cosa è l’amore vero, gratuito: infatti spesso l’amore è “inquinato” dal tornaconto: quante volte ho accettato o assecondato mia moglie, perché poi la sera fosse disponibile a fare l’amore con me? Quanti gesti, quante parole poco vere o poco autentiche per accontentarla e avere così dei benefici anche nel rapporto sessuale! Questo tipo di amore è un po’ prostituito o di tipo commerciale, io faccio una cosa per te e tu fai una cosa per me; invece la mia condizione mi ha permesso di sperimentare l’amore puro, quello di Cristo in croce che, nonostante la sofferenza, continua ad amare: amo mia moglie senza avere nulla in cambio, anzi può succedere che in qualche discussione riceva anche delle offese. Però è davvero bello amare così, anche perché quest’amore si riversa in tutte le persone che incontro. Infatti, non posso più fare l’amore, ma posso far fare l’amore agli altri, cioè aiutarli a sperimentare la bellezza dell’amore di Dio e creare così la comunità dei figli di Dio.

Infine, ci vuole pazienza per coltivare un’opera così grande, che non si acquista una volta per tutte; la castità conosce infatti le leggi della crescita, crescita che passa attraverso tappe segnate dall’imperfezione e da possibili cadute.

Ettore Leandri (Presidente Fraternità Sposi per Sempre)

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