Non sentite Dio nel vostro matrimonio? Ascoltate come Elia

Oggi vorrei tornare sulla Parola di ieri, in particolare sulla prima lettura. Elia è un profeta che ci è familiare, che abbiamo sentito nominare parecchie volte, ma spesso non ne conosciamo la storia. Fa parte di quei libri dell’Antico Testamento che non leggiamo mai davvero. Sentiamo parlare di lui giusto quando la liturgia domenicale ce lo propone. Ieri durante la Messa abbiamo ascoltato alcuni versetti della sua storia.

Elia era un profeta potente. Viveva in un periodo di apostasia. Siedevano sul trono il re Acab e sua moglie Gezabele. I due sovrani avevano introdotto il culto di Baal, rinnegando Dio. Gezabele era infatti una cananea. Arrivarono numerosi sacerdoti del nuovo dio, ma Elia riuscì a sconfiggerli tutti. Elia si sentiva giusto, quasi onnipotente, convinto di poter sconfiggere il male e riportare la Verità. Tuttavia, Elia non si rese conto di essere stato preso dall’orgoglio e di essersi allontanato da quel Dio che aveva tanto difeso.

Ci ha pensato la vita a riportarlo con i piedi per terra. Gezabele non prese infatti bene lo zelo e l’opera di Elia e promise ad Elia di ucciderlo. Elia, tutto d’un tratto, si sentì smarrito. Si rese conto che quella forza che credeva di avere in realtà non avrebbe potuto nulla contro il volere della regina. Per questo fuggì. Si sentì perduto e si inoltrò nel deserto per poi coricarsi e aspettare la morte. Poi la storia prosegue e, dopo che un angelo del Signore lo spinse ad alzarsi e nutrirsi e dopo 40 giorni di cammino nel deserto, Elia giunse sul monte Oreb dove incontrò Dio nel modo che abbiamo ascoltato ieri.

Ed ecco gli fu rivolta la parola del Signore: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: “Che fai qui, Elia?”.

Cosa ci insegna la vita di Elia? Vi darò ora alcuni spunti utili per voi e per il vostro matrimonio

Spesso parliamo di Dio ma non conosciamo Dio. Io mi sento molto interpellato dalla storia di Elia. Io scrivo tanto di Dio sui social, chiamano Luisa e me a testimoniare le meraviglie che Dio ha compiuto nella nostra vita. Tutto vero, ma io sono come Elia? Tu sei come Elia? Dio è un modo per realizzare te stesso? Per tirare fuori il nostro orgoglio? Per sentirci meglio degli altri? Io ogni tanto mi fermo e ci penso a questa cosa. Perchè il rischio c’è. C’è il rischio che Dio diventi uno strumento per realizzare me stesso e non sia più il fine della mia vita. Per questo è importante curare sempre la mia relazione con Lui. Per questo sono importanti i sacramenti, la Messa e la preghiera. Madre Teresa chiedeva alle sue suore di pregare almeno un’ora al giorno davanti al Santissimo Sacamento. Io non prego tanto e spesso mi dimenticherei anche di fare quel poco. Fortuna che ho una sposa attenta che mi riconduce sulla strada di Cristo.

Il deserto è fondamentale. Elia prima di arrivare al monte Oreb, dove è riuscito finalmente ad incontrare il Signore, ha passato 40 giorni e 40 notti nel deserto. Noi siamo come Elia. Abbiamo bisogno del deserto. I momenti in cui cresciamo di più come uomini (maschio e femmina) e come sposi è proprio nei momenti di crisi. Quando ci troviamo poveri e facciamo esperienza della nostra finitezza e debolezza. Anche le sconfitte e i fallimenti possono essere importanti se servono a scacciare dal trono della nostra vita l’io (il nostro orgoglio) e ci consentono di mettere Dio. Quanti matrimoni sono sbocciati dopo delle forti crisi. Quando sono debole, è allora che sono forte (2COR 12,10)

Dio è un vento leggero. Elia si aspettava che Dio si manifestasse in modo potente. Con un terremoto, con il fuoco, con il vento impetuoso. Invece no! Dio si è manifestato con il mormorio di una brezza. Ed Elia lo ha riconosciuto. Probabilmente proprio grazie a quei 40 giorni di deserto dove Elia ha fatto spazio nel suo cuore. Anche noi spesso ci aspettiamo la manifestazione potente della presenza di Dio. Ci aspettiamo miracoli. Ci aspettiamo che sistemi subito tutti i nostri problemi e se la situazione non cambia ci sembra che Dio non ci sia. Se non risolviamo quel problema che ci affligge sembra che Dio ci abbia abbandonato. Non è così. Spesso Dio ci parla come una brezza leggera. Può essere la carezza di nostra moglie, può essere l’amorevole presenza di un amico o di un familiare. Può essere il prete che dice la cosa giusta. Non diamo per scontato il bene che riceviamo. Alla fine ciò che conta davvero è l’amore. Le difficoltà ci sono e sempre ci saranno. Fanno parte della vita. Ciò che conta è come le affrontiamo e chi abbiamo accanto. L’importante è che cambiamo noi.

Finisco qui. Ho già scritto troppo per quelli che sono i miei canoni. Questa Parola offre tantissimi spunti e la storia di Elia è ingiustamente sottovalutata. Spero di avervi fornito degli spunti utili per una vostra riflessione.

Antonio e Luisa

Potete visionare ed eventualmente acquistare il nuovi libro su Amazon o direttamente da noi qui.

Un pensiero su &Idquo;Non sentite Dio nel vostro matrimonio? Ascoltate come Elia

Scrivi una risposta a nives1950 Cancella risposta