Riprendo il mio breve video sul Vangelo domenicale dove ho affermato che rivestirsi di Cristo significa non solo rivestirsi della sua Grazia, ma anche conformarsi al Suo modo di amare che è chiaramente rappresentato dalla croce, dalla Sua passione, dalla Sua morte e dalla resurrezione. Come al solito ho ricevuto nei commenti la solita obiezione: eh ma serve reciprocità! Se l’altro non dimostra amore o peggio tradisce il mio amore io non devo essere obbligata a stare con lui. Io devo essere felice non umiliarmi. L’amore a senso unico non regge. Il concetto è questo più o meno. Ed è quello che tanti pensano. Io stesso, prima di sposarmi e di fare un cammino di conoscenza del matrimonio e di esperienza di un amore autentico poi nel matrimonio attraverso mia moglie, credevo che fosse umiliante ed ingiusto stare con una persona che non corrisponde il tuo amore. Mi sono ricreduto. Quello che scriverò di seguito a tanti non piacerà! Ma ne frego! Questo è il cammino verso la santità che tutti dobbiamo imboccare, io per primo che ancora pecco tanto in umiltà!
Iniziamo con il dire che non serve reciprocità per amare. Serve reciprocità per restare innamorati, per non perdere la passione, per tenere viva accesa la fiamma dell’eros. Non serve la reciprocità per mantenere fede alla mia promessa matrimoniale. Lì serve la nostra libera scelta. L’ho scritto tante volte. Noi promettiamo di restare innamorati? NO. Noi promettiamo di non perdere mai sentimento e attrazione verso l’altro? NO. Noi promettiamo di avere sempre un desiderio incontrollabile l’uno verso l’altra? NO. Non potremmo farlo semplicemente perchè non possiamo controllare del tutto i nostri sentimenti e i nostri desideri. Noi promettiamo di amare sempre. Questo possiamo farlo. Perchè amare è un verbo non una condizione. E’ una scelta.
Solo se sono consapevole che scegliendo di amare quella persona che ho accanto sto amando Dio, o meglio sto ricambiando l’amore di Dio, allora tutto acquista senso. Acquista senso amare mio marito che non mi fa un complimento, che non nota la fatica che faccio a lavorare e a stare dietro ai figli, che sembra interessato più alla Champions che a me. Acquista senso amare quella donna sempre pronta a lamentarsi, che non apprezza il mio impegno, che sembra un ghiacciaio quando la cerco fisicamente. Tutto acquista senso. Anche per chi come Ettore (che scrive su questo blog) decide di rimanere fedele ad una donna che si è fatta una nuova vita con un altro uomo. Ma serve umiltà!
La parola umiliazione ricorre spesso nei commenti che obiettano un rifiuto ad accogliere come modalità d’amore quella cristiana incondizionata e fedele. L’umiliazione ci abbassa nella nostra considerazione personale solo quando manchiamo di umiltà. L’umiltà è caratteristica delle due persone del Vangelo più perfette che ci siano: Gesù (Imparate da me che sono mite e umile di cuore – Mt 11,29) e Maria (ha guardato l’umiltà della sua serva …. Lc 1,28). L’umiltà non è per nulla una condizione di persone misere e miserabili, ma al contrario è di chi è ben consapevole del proprio valore e dei propri talenti. L’umiliazione, in tanti di noi, ha come conseguenza il disprezzo, ci fa sentire disprezzati. Ecco chi è umile, ma è davvero umile, non viene ferito da questo disprezzo. Può sicuramente avere una sofferenza per il comportamento della persona amata, ma non si sentirà toccato nella propria consapevolezza di essere prezioso. Umiltà ci permette di abbassarci innalzandoci. Cosa significa? Lo vederemo domani.
Antonio e Luisa
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Il portare l’uno il peso dell’ altro, questo è il vero senso del matrimonio, del dono nel sacrificio di Cristo. Perdere La vita per seguire Cristo nella nostra vocazione
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Sono d’accordo, serve molta umiltà in generale nelle relazioni, perché è a causa della mancanza di questa virtù che queste vengono troncate. Mi sento solo di aggiungere un pensiero: se l’altro non ci rispetta o ci dà per scontati (vedi esempio “sembra interessato più alla Champions che a me”), è comunque utile (sempre in un atteggiamento di carità, non superbo né con rabbia eccessiva) non lasciar correre e farglielo notare, o meglio ancora far sì che una persona esterna glielo faccia notare. E’, a mio avviso, importante per la sua crescita personale e spirituale, più che per la gratificazione della parte offesa.
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Sono d’accordo
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