Cari sposi, la scena evangelica di oggi salta alla vita per la sua grande distanza dal nostro modo di celebrare un matrimonio. Se per noi è la sposa al centro dell’attenzione, colei che è attesa e sotto i riflettori per la sua bellezza e preziosità del vestito, nel mondo semitico questo ruolo spettava allo sposo.
Inoltre, vi sono alcuni elementi presenti che riflettono un preciso significato. Anzitutto l’olio, così largamente impiegato all’epoca ma detentore di un significato spirituale importante. Con l’olio si consacravano i re, i profeti e gli oggetti sacri a Dio; quindi, era un elemento naturale che rimandava sempre alla presenza di Dio. Il lumino acceso con olio poi evoca la donna forte lodata nell’ultimo capitolo del libro dei Proverbi, il cui valore e laboriosità risiede anche nel fatto che “neppure di notte si spegne la sua lampada” (Pr 31, 18). Alla luce di quanto detto e del contesto rappresentato dalle altre letture il grande messaggio di questa domenica gira attorno all’attesa e alla vigilanza. Sappiamo, infatti, di trovarci in prossimità della fine dell’anno, simbolo della conclusione e ricapitolazione che Gesù farà della storia.
Tuttavia, è assai fecondo considerare il tema dell’attesa non solo in vista dell’ultimo giorno ma rivolto anche alla presenza di Gesù con noi. Sappiamo che Lui è con noi, Gesù è vivo, è una Persona presente in continuazione nelle nostre vite. Eppure, presi da mille cose – lecite per carità – frastornati da preoccupazioni e incombenze familiari e di lavoro potremmo finire per trovarsi nella medesima condizione di un giovane e brillante avvocato romano, un tale Aurelio Agostino: “Io vagavo lontano da te (…). Tu, invece, eri più dentro di me della mia stessa parte più profonda e più alto della mia parte più alta” (Confessioni 3,6,11).
Saper attendere e tenere le lampade accese allora significa mantenere ogni giorno gli occhi e le orecchie su Cristo che ci parla. Non sia mai che trasformiamo Cristo in un’idea nostra, una sorta di proiezione mentale, un ologramma autoprodotto che dice e fa quello che in realtà pensiamo noi di Lui. Gesù è una Persona che anela a un rapporto autentico con voi ogni giorno: come lo state trattando? Lo ascoltate? Lo lasciate parlare dedicandoGli del tempo? Ha uno spazio reale nella vostra vita di coppia?
La grazia nuziale ha reso possibile che Cristo davvero abiti con voi in casa, che sussista dentro alla vostra relazione. Perciò la vigilanza e l’attesa è dato da questo vostro mettervi in ricerca di Gesù e di lasciarlo agire in voi. Che belle parole di Papa Francesco al riguardo: “La lampada è il simbolo della fede che illumina la nostra vita, mentre l’olio è il simbolo della carità che alimenta, rende feconda e credibile la luce della fede. La condizione per essere pronti all’incontro con il Signore non è soltanto la fede, ma una vita cristiana ricca di amore e di carità per il prossimo. Se ci lasciamo guidare da ciò che ci appare più comodo, dalla ricerca dei nostri interessi, la nostra vita diventa sterile, incapace di dare vita agli altri, e non accumuliamo nessuna scorta di olio per la lampada della nostra fede; e questa – la fede – si spegnerà al momento della venuta del Signore, o ancora prima. Se invece siamo vigilanti e cerchiamo di compiere il bene, con gesti di amore, di condivisione, di servizio al prossimo in difficoltà, possiamo restare tranquilli mentre attendiamo la venuta dello sposo” (Angelus, 12 novembre 2017).
Cari sposi, lo Sposo non deve venire o arrivare da nessuna parte, L’avete già presente. Possiate avere questo cuore grande per accoglierlo e tenerlo con voi ogni giorno.
ANTONIO E LUISA
Padre Luca ha dato una dimensione verticale alla sua riflessione. Noi cerchiamo di integrare dandone una orizzontale. Durante il percorso del matrimonio, è importante mettere da parte l’olio nei piccoli vasetti del nostro cuore che ci saranno utili negli anni a venire. Come sposi, possiamo fare ciò donandoci reciprocamente senza aspettarci nulla in cambio. Dovremmo imparare ad essere teneri non solo quando siamo appagati sessualmente o emotivamente, ma in ogni momento della nostra vita insieme. L’amore tenero dovrebbe diventare il nostro vero stile di vita. Inoltre, dovremmo imparare a affidarci a Gesù attraverso la preghiera, anziché basare tutto solo sui sentimenti e la passione. La decisione di donarci l’un l’altro ogni giorno è fondamentale. Dobbiamo imparare ad amarci in modo gratuito e incondizionato. Questo renderà il nostro amore maturo e duraturo nel corso degli anni.
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Tornano i matrimoni religiosi, quasi triplicati rispetto al 2020, pur essendo in calo -5,1% rispetto al periodo pre-pandemico. Anche se più di un matrimonio su due, il 54,1% nel 2021, si svolge con rito civile, ovviamente più diffuso nelle seconde nozze (95,0%), va però diffondendosi sempre di più anche nel caso dei primi matrimoni (43,1% nel 2021).
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/istat-ci-si-sposa-di-piu-triplicate-nozze-religiose
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