Il matrimonio secondo Pinocchio /16

Appena il burattino si accorse di avere i piedi, saltò giù dalla tavola dove stava disteso, e principiò a fare mille sgambetti e mille capriole, come se fosse ammattito dalla gran contentezza. – Per ricompensarvi di quanto avete fatto per me, – disse Pinocchio al suo babbo, – voglio subito andare a scuola. – Bravo ragazzo! – Ma per andare a scuola ho bisogno d’un po’ di vestito. Geppetto, che era povero e non aveva in tasca nemmeno un centesimo, gli fece allora un vestituccio di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza di albero e un berrettino di midolla di pane.

Il primo vestito di Pinocchio non è proprio un vestito ma forse più una bozza di vestito, sembra quasi che Geppetto abbia confezionato questo vestito con materiali di fortuna come fosse una prova prima del vero vestito futuro. In fondo Pinocchio non è che ancora un burattino, e dimostrerà nelle pagine seguenti se meritare o no il passo successivo; Geppetto sembra che doni poco, in realtà scopriamo che non ha altro materiale per confezionare un bel vestitino, scopriamo inoltre che per Pinocchio questo è già tanto:

Pinocchio corse subito a specchiarsi in una catinella piena d’acqua e rimase così contento di sé, che disse pavoneggiandosi: – Paio proprio un signore! – Davvero, – replicò Geppetto, – perché, tienlo a mente, non è il vestito bello che fa il signore. ma è piuttosto il vestito pulito.

Se da un lato quindi Geppetto dona tutto ciò che ha, questo tutto si rivela perfetto per Pinocchio, addirittura si rivela già oltre ogni sua aspettativa; viene quindi mostrata la gradualità degli insegnamenti nell’educare di Geppetto, il quale non si fa prendere dall’entusiasmo bambinesco del figliuolo ma concede a piccole dosi tarando bene l’agire in base alle capacità recettive di Pinocchio.

Trasportando il tutto nella nostra vita scopriamo quanto l’agire di Geppetto sia sovrapponibile all’agire del Padre: non è forse vero che nella sua grande pazienza il Padre si accontenta dei piccoli passi di santità che riusciamo a fare ogni giorno e ci dona la Sua Grazia nella misura in cui siamo capaci di sopportarla, di portarne la responsabilità? Molte volte abbiamo visto coppie di sposi travolte dall’entusiasmo – come Pinocchio con i suoi nuovi piedi – di un corso intenso oppure dopo un seminario sui temi matrimoniali, sembra che ormai abbiano capito dove stanno i loro problemi relazionali, somigliano a Pinocchio quando si specchia col nuovo vestito di carta fiorita. Salvo poi rivederli dopo 1 o 2 anni con gli stessi problemi se non addirittura peggiorati.

Cos’è successo ?

Il Signore ci conosce bene, ed il Suo dono è tarato non sulla Sua bontà, che è infinita, ma sulla capacità nostra di accoglienza di tale dono; ecco che le coppie di cui sopra avvertono quest’attenzione speciale di Dio nei loro confronti che inonda il loro cuore di gioia ed entusiasmo, ma non si rendono conto che quello è solo un vestitino di carta fiorita.

Ciò che li aspetta è un vestito di prim’ordine di una sartoria elegantissima, si illudono che il vestitino di carta fiorita possa bastare “-Paio proprio un signore-” , ma quando arriva la prima pioggia – di problemi, di incomprensioni, di ostacoli di varia natura – ecco che tutto finisce in una pozzanghera e tanti saluti ai bei propositi sprecando così il dono iniziale.

Cari sposi, il vestitino di carta fiorita che il Signore ci dona è solo una spinta iniziale per cominciare a mettere mano sul serio al nostro matrimonio, non è sufficiente “specchiarsi in una catinella piena d’acqua“, se il Signore ci ha messo nel cuore il desiderio di cambiare per rendere più bello e santo il nostro matrimonio, per risolvere i problemi dobbiamo rimboccarci le maniche e metterci tutta la volontà di cui siamo capaci, altrimenti rischiamo di crogiolarci per qualche giorno gustando quell’entusiasmo iniziale come Pinocchio “così contento di sé, che disse pavoneggiandosi:” senza poi mettere a frutto il dono inziale.

Non perdiamoci d’animo, coraggio: aiutiamoci che il Ciel ci aiuta!

Giorgio e Valentina.

Lascia un commento