Un regno che stritola

Dal libro del profeta Daniele (Dn 2,31-45) In quei giorni, Daniele disse a Nabucodònosor: «Tu stavi osservando, o re, ed ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si ergeva davanti a te con terribile aspetto. Aveva la testa d’oro puro, il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di bronzo, le gambe di ferro e i piedi in parte di ferro e in parte d’argilla. […] Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per intervento di una mano, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il Dio grande ha fatto conoscere al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione».

Abbiamo da poco vissuto la solennità di Cristo Re dell’universo, ma nella settimana che le segue la Liturgia non termina di proporre alla nostra riflessione il tema di un regno che dovrà essere instaurato da un re atteso da secoli, e per farlo usa un linguaggio di immagini note al tempo in cui viene redatto il testo, ma alcune ci hanno colpito ed oggi vogliamo sottoporre alla vostra attenzione un piccolo ma significativo passaggio: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre.

Quello che ci ha colpito non è tanto la seconda parte della frase, ovvero che il regno instaurato da Cristo duri per sempre, quanto l’uso dei verbi nella prima parte. Se ci fermiamo un attimo a rievocare immagini con qualcuno che stritola un altro oppure che lo annienta, ci balzano subito alla mente le tante scene dei film di supereroi, nei quali il giustiziere di turno arriva e fa piazza pulita dei cattivi con armi superlative o dopo lunghi e strenuanti combattimenti corpo a corpo.

Questo tipo di visioni ha influenzato anche la nostra concezione della divina giustizia e la modalità con cui essa opera. In questo mondo in subbuglio e impegnato in uno sfrontato duello con la legge del Signore, non è raro che ci passino per la testa pensieri simili ai registi dei film di cui sopra: sentiamo spesso persone scandalizzarsi per questa o quella situazione fuori o dentro la Chiesa, i quali auspicano una retata del Signore degna di tali eroi cinematografici, affiorano domande del tipo: perché il Signore non stermina i cattivi, perché non fa piazza pulita di costoro?

E’ una domanda legittima, ma contiene una trappola, una tentazione nella quale già gli Apostoli erano caduti: ” Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?“(Lc 9,54). Anche loro, pur non essendo mai stati al cinema hanno avuto la stessa reazione dei giorni nostri, forse perché erano anche a conoscenza di passi della Scrittura come quello proposto oggi, in cui i termini usati sono piuttosto forti.

Ma cosa succede quando uno stritola qualcun altro? Cosa significa che lo annienta? Potremmo evocare tante immagini eloquenti come quelle di una pressa da 10 tonnellate che stritola automobili da rottamare, in ogni caso ciò che succede è uguale, ovvero che il più forte non si limita a rendere inoffensivo l’altro, ma non gli dà nemmeno la possibilità di riprendersi in futuro così da restare per sempre un cumulo di macerie, praticamente esso viene annientato.

Cari sposi, il regno che deve essere stritolato e annientato è quello del maligno, è il regno di Satana e dei suoi angeli, è il regno del peccato. Semplice a dirsi, ma come si traduce per noi sposi tutto ciò? In una vita che si sottomette continuamente e costantemente al regno del più forte, il regno di Cristo Re, non è sufficiente proclamarsi una volta dalla parte del Signore per cantar vittoria, è necessario che ogni giorno poniamo il nostro cuore sotto il dominio del Re dei Re.

Così come la relazione sponsale deve crescere ogni giorno, deve essere continuamente e costantemente alimentata, non può restare ferma al primo giorno altrimenti muore, analogamente la conversione non può restare ferma al primo giorno, non può accontentarsi della prima decisione, ma ha bisogno di rinnovare tale decisione giorno dopo giorno.

Da dove cominciare? Dal difetto o dal vizio che più disturba la coppia, senza pretendere di cambiare tutto subito, combattiamo ogni giorno vivendo la virtù contraria a tale vizio o difetto. Cari sposi, non abbiate paura di cominciare questo meraviglioso percorso, perché vedrete il regno del peccato stritolato dal regno di Cristo Re, se lascerete spazio a Lui non ci sarà posto per nessun altro regno, le vostre virtù fioriranno e i vizi saranno annientati. La vittoria totale e definitiva sarà solo in Paradiso, ma bisogna cominciarla già qui, buon combattimento!

Giorgio e Valentina

Lascia un commento