Dal Sal 144 (145) Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza. Per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. Il tuo regno è un regno eterno, il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre.
Oggi la Liturgia ci offre questo Salmo che fa eco alla lettura di un brano dagli Atti degli Apostoli, nel quale sono narrate varie opere di evangelizzazione e di apostolato. Di questo splendido Salmo useremo solo le prime due frasi, la prima è come una sorta di annuncio programmatico e la seconda ne spiega i motivi, ed è su quest’ultima che vogliamo concentrare la nostra attenzione.
Cominciamo con un aforisma per poi svilupparne i contenuti: La fede passa attraverso l’amicizia.
Ove con il termine “amicizia” intendiamo raggruppare tutte le tipologie di rapporti d’amore, partendo dall’amicizia normalmente intesa fino ai rapporti parentali come quelli tra genitori e figli, tra nonni e nipoti, tra sacerdote e figli spirituali, fino al vertice dell’espressione umana che è quello dell’amicizia sponsale.
Se analizziamo la vita di Gesù raccontata nei Vangeli scopriamo che ha cominciato la sua missione cercando discepoli e radunandoli uno ad uno fino a formare un primo piccolo nucleo, come una sorta di prima cellula della Chiesa. E ogni primo discepolo (quelli divenuti poi i Dodici Apostoli) ha aderito alla proposta di Gesù attraverso un incontro diretto con Lui, oppure passando da un altro discepolo, è l’esempio di Andrea che porta il fratello Simone (il futuro Pietro) da Gesù.
Stiamo ribadendo cose ovvie? Può darsi, ma forse in questo tempo molti sposi dovrebbero fare una revisione, ed ultimamente è meglio ribadire l’ovvio per non cadere in facili fraintendimenti. Continuiamo la nostra disamina dei fatti, in quanto se non ci fosse stato un Andrea discepolo del Signore non avremmo avuto il grande S. Pietro.
Cosa avrà spinto Simone (non ancora Simon Pietro) a credere alla testimonianza del fratello (e qui fratello è inteso proprio come consanguineo) Andrea come già discepolo prima di lui di Gesù?
Sicuramente una parte non indifferente l’avrà fatta la fiducia reciproca, il rapporto d’amore fraterno, il rapporto d’amicizia fraterna che esisteva tra i due, questa è stata sicuramente la molla decisiva che avrà fatto decidere a Simone di fidarsi di Andrea.
E se ci pensiamo un attimo è il metodo unico e privilegiato che il Signore stesso ha scelto per diffondere il Suo regno tra gli uomini; non una regalità imposta dall’alto ma una regalità che conquista i cuori dal basso, cioè dal popolo stesso.
Basta rileggere qualche vita dei santi per accorgersi che ogni santo ha avuto il proprio “Andrea” che l’ha portato all’incontro col Signore; ma anche per noi è successa la stessa cosa a cominciare da Andrea che l’ha detto a Simone, il quale poi l’ha detto a tanti altri, i quali l’hanno detto ad altri ancora, che l’hanno detto ai loro figli, che l’hanno detto ai rispettivi figli… fino ad arrivare ai nostri genitori che l’hanno detto a noi (e ci hanno fatto battezzare), e noi che l’abbiamo detto ai nostri figli.
Tutto questo per dire che la fede ha bisogno di un incontro. E queste poche righe vogliono solo spronare gli sposi a vivere come dei moderni “Andrea” nei confronti dei nostri familiari, dei nostri vicini di casa, dei nostri compagni di calcetto, delle amiche del corso di pilates, dei colleghi di lavoro. Ci sono, per esempio, molte testimonianze di persone che hanno avuto una forte conversione in un pellegrinaggio al quale sono state invitate “per caso” da una collega, da un amico o chiunque esso sia.
Noi, ad esempio, abbiamo ricevuto numerose testimonianze da sposi anziani sul fatto che il matrimonio li abbia salvati, li abbia migliorati come persone prima e come cristiani poi. Frequentemente poi ci capita di assistere ad eventi come S.Messe, insegnamenti, catechesi, incontri, testimonianze e convegni ai quali partecipiamo senza grosse aspettative ma che in realtà si rivelano portatrici di un incontro con la Grazia, perché incontriamo volti, persone più o meno note, vite affaticate o meno, che per noi sono dei moderni “Andrea” che ci portano all’incontro con Gesù.
Cari sposi, coraggio, questo non è il tempo di fare come gli struzzi, ma è il tempo di far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno. … per dirla col Salmo.
Non sia mai che qualcuno non creda perché noi sposi non abbiamo fatto conoscere l’impresa che il Signore ha fatto (e continua a fare) nella nostra vita e la splendida gloria del Suo regno.
Giorgio e Valentina.