Maggio: un mese per riscoprire la Bellezza in famiglia

“A maggio non basta un fiore” è l’incipit della famosa poesia di Giovanni Pascoli dedicata a questo mese stupendo, a cavallo tra la primavera e l’estate, in cui sembriamo un po’ tutti rinascere. È vero che un fiore non basta perché, seppur bellissimo, esso è solamente un simbolo del vero fiore spirituale che caratterizza maggio: la Madonna. Mese a Lei tradizionalmente dedicato, “compete” con ottobre in quanto a preghiere riservate alla Madre di Dio, tra cui sicuramente spicca la recita del Santo Rosario.

Conservo, fin da bambina, il ricordo dolcissimo dei rosari nei vari cortili del quartiere, usanza che si mantiene in molte parti d’Italia; forse un po’ più nascosta nelle grandi città, è sicuramente molto sentita e partecipata nei paesi più piccoli, facendo della nostra nazione, da nord a sud, un susseguirsi di serate di preghiere e di celebrazioni solenni che ci fanno riscoprire la potenza di una fede semplice ma ancora radicata e ben lontana dall’essere appassita, come troppe volte vorrebbero farci credere. Un’opportunità, la recita comunitaria del Rosario, da non lasciarsi scappare ma, al contrario, da testimoniare, diffondere ed insegnare ai nostri figli. Capiamo insieme perché.

“O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne”, recitiamo nella Supplica alla Madonna di Pompei; il Santo Rosario è davvero una preghiera stampata nel cuore di milioni di fedeli, che scandiva non solamente le giornate delle nostre nonne ma che è tornato a essere un punto di riferimento spirituale per tantissime persone, sature del laicismo imperante che non lascia spazio ai sentimenti veri e agli interrogativi importanti, messi nel nostro cuore da Dio affinché ci ricordiamo di Lui e delle realtà eterne.

Nel mese spicca l’anniversario di un’apparizione mariana famosa quanto importante: quella a Fatima, in Portogallo, il 13 maggio 1917. Fu proprio qui che, ai tre pastorelli, Maria disse: “Voglio […]che continuiate a recitare il rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace del mondo”. E ancora: “Avete visto l’inferno, dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato […] Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà”. Il rosario, dunque, non è una semplice ripetizione di Ave Marie ma la vera e propria essenza della teologia mariana, trionfo e compendio dell’opera di corredenzione del genere umano a Lei affidato: “Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé” (Gv19, 26-27).

È proprio l’accettazione della Madonna come Madre di Gesù e Madre nostra che fa di noi degli autentici figli del Cielo nonché apostoli della pace, così delicata e minacciata quanto potente ed indispensabile strumento per vivere un’esistenza degna tra di noi e tra noi con Dio. Non per niente Ella appare a Medjugorje dal 1981, esortando il mondo a ritornare al Padre con tutto il cuore, a praticare i sacramenti, la Santa Messa, il digiuno, il perdono, l’amore in famiglia. La scuola di Maria è una scuola di vita sia terrena che celeste perché ci insegna dei valori senza tempo, gli stessi che il mondo vorrebbe sovvertire e distruggere, dimenticando che la legge di Dio non solo è eterna ma è anche perfetta, quindi le mire umane, per quanto potenti e pericolose, non potranno distruggerla.

Emblematici alcuni Messaggi: “Cari figli, vi esorto ad invitare tutti alla preghiera del Rosario. Col Rosario vincerete tutti gli ostacoli che satana in questo momento vuole procurare alla Chiesa cattolica. Voi tutti sacerdoti, recitate il Rosario, date spazio al Rosario” (dal Messaggio del 25 giugno 1985, 4° anniversario delle apparizioni); “Cari figli, vi invito a pregare il Rosario; il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia, così comprenderete perché sono da così tanto tempo con voi: desidero insegnarvi a pregare” (dal Messaggio del 12 giugno 1986); “Figlioli, testimoniate con il rosario nella mano che siete miei e decidetevi per la santità” (dal Messaggio del 25 agosto 2019).

Maggio, insomma, può e deve essere l’occasione per vivere la bellezza in famiglia, quella con la “B” maiuscola, quella del Cielo: con il rosario alla mano, scopriamo o rinnoviamo l’importanza di pregarlo tra coniugi e con i figli perché, così facendo, non solo rinsalderemo i legami umani ma li perfezioneremo ad immagine e somiglianza di Maria perché “La corona del rosario non è un ornamento per la casa, come spesso ci si limita a considerarla. La corona è un aiuto a pregare!” (Messaggio del 18 marzo 1985). Le prime ad essere belle, insomma, non siano tanto le nostre abitazioni quanto le nostre anime:  “Quando pregate, voi siete molto più belli” (dal Messaggio del 18 dicembre 1986).

Fabrizia Perrachon

Lascia un commento