Parole dure ma vere

Cari sposi, concludiamo oggi un capitolo epico di San Giovanni. Un lungo discorso tenuto nella sinagoga di Cafarnao, iniziato nel migliore dei modi e dal finale “disastroso”. Gesù ha appena detto che ci avrebbe donato la sua carne, il suo corpo, la sua esistenza, – il climax del suo discorso – , ottenendo in pratica fischi e quasi insulti.

Quando Gesù parla di “carne” lo fa da ebreo, con mentalità semitica, quindi con un riferimento alla persona nella sua integrità ma al tempo stesso attribuendo un senso di finitezza e di fragilità. E difatti il suo dono sarà totale, non trattenendo nulla per sé sulla Croce.

Dinanzi alla violenta reazione degli astanti, Gesù replica che ci vuole lo Spirito per comprendere la carne. Ma come? Sono due princìpi contrapposti, come la notte e il giorno. Chi ci può allora farci comprendere la nostra condizione umana?

Scriveva Papa Benedetto: “la costituzione dell’essere umano, è composto di corpo e di anima. L’uomo diventa veramente se stesso, quando corpo e anima si ritrovano in intima unità; la sfida dell’eros può dirsi veramente superata, quando questa unificazione è riuscita. Se l’uomo ambisce di essere solamente spirito e vuol rifiutare la carne come una eredità soltanto animalesca, allora spirito e corpo perdono la loro dignità. E se, d’altra parte, egli rinnega lo spirito e quindi considera la materia, il corpo, come realtà esclusiva, perde ugualmente la sua grandezza” (Deus caritas est, 5).

Gli ascoltatori di Gesù non avevano ancora capito che non si trovavano davanti a un cannibale ma all’Autore dell’umanità. Gesù è venuto a restaurare quella divisione inteiore tra corpo e spirito che tanti danni ancora oggi procura.

Gesù è venuto a darci una vita bella, piena, un’esistenza che profuma già d’ora di eternità. E tutto ciò perché Gesù ci porta lo Spirito, Colui che è Dono mutuo di Amore tra il Padre e il Figlio.

Questo Vangelo trova un’ottima contestualizzazione nel matrimonio! Su di esso la cultura nella quale viviamo ha fondamentalmente uno sguardo “carnale”, cioè orizzontale e immanente, portando inesorabilmente gli sposi a un’incompresione reciproca e alla fine del loro amore. D’altra parte, l’alternativa mondana di tipo “spirituale” è un rimando a religioni orientali che sfociano nel mondo della magia o del panteismo.

Siamo certi che Cristo, l’Uomo-Dio, la Persona che ha armonizzato in sé la carne e lo Spirito, può dare a voi sposi una via sicura, certa, infallibile per vivere un amore – realtà di per sé spirituale – saldamente ancorato e innestato nella vostra carne, senza scadere in alcun materialismo o spiritualismo. E tutto ciò si chiama “sacramento del matrimonio”.

In definitiva, il matrimonio non si capisce con e nella carne. Questo ce lo dice un gigante della fede come S. Agostino, un uomo che di “carne” aveva fatto parecchia esperienza, prima della sua conversione: “Non dobbiamo quindi intendere secondo la carne neppure la carne” (S. Agostino, Omelia 27,1).

Cari sposi, fidatevi di Gesù, sebbene siano parole ardue ed oggi più che mai controcorrente. Vedendo gli apostoli e chi oggi gli è rimasto accanto, abbiamo la certezza della fecondità e fruttuosità delle sue Parole.

ANTONIO E LUISA

Io non sono un fine teologo. Padre Luca è un vero studioso non solo della Parola. È anche un vero studioso della grandezza e della complessità del matrimonio. Io però ne ho fatto esperienza. Confermo ogni affermazione di padre Luca. Nel matrimonio, nell’amore che giornalmente do a mia moglie e ricevo da lei costruisco la mia intimità con lei. L’agape, l’amore oblativo fatto di cura e servizio, nutre e dà sostanza all’eros. Fare l’amore con lei è sempre più bello perchè la nostra intimità e riempita del nostro amore quotidiano. E l’eros, l’amore più carnale e passionale, dà calore e nutrimento al dono reciproco. Mettersi alla sequela di Cristo non è facile ma rende tutto più bello e più vero, anche e soprattutto l’amore.

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