Perché io non sia come una vagabonda

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L’amata

Dimmi, o amore dell’anima mia,

dove vai a pascolare le greggi,

dove le fai riposare al meriggio,

perché io non sia come una vagabonda

che insegue i greggi dei tuoi compagni.

Dimmi, o amore dell’anima mia. Amore erotico, ma non solo. Qualcosa di molto più profondo. Un amore che nasce nella profondità della persona e che si manifesta attraverso il corpo. Il desiderio del corpo diviene modalità di esprimere l’amore più profondo. Quanto spesso questa armonia dell’amore viene disattesa. Quante volte il corpo viene usato per cercare piacere e per soddisfare pulsioni che nulla hanno a che fare con l’amore autentico descritto nel Cantico.

Quanta povertà. Quanta mancanza di consapevolezza. Quanta incapacità di comprendere il senso e il valore del corpo e di quello che si può esprimere attraverso il corpo.

Dove vai a pascolare le greggi, dove le fai riposare al meriggio, perché io non sia come una vagabonda che insegue i greggi dei tuoi compagni. Lui non è presente nel momento in cui lei pone questa domanda. Infatti alla domanda non risponderà l’amato, ma il coro. Lei è sola. Sta vivendo un dramma d’amore. Sa che non è perfetta. L’abbiamo visto nei versetti precedenti. Sa che ha commesso errori.

Sa anche che l’amato è l’unico che lei desidera. Sente dentro di sé la certezza che lui è l’uomo della sua vita. Solo lui. Nessun altro. Dimmi dove sei. Dove pascolano le tue greggi, affinché io non debba trovare un altro uomo. Se cercassi l’amore in altri uomini, non lo troverei mai. Sarei come una vagabonda alla continua ricerca di qualcosa che posso trovare solo in te. La mia anima anela solo a te.

Naturalmente qui c’è forte il richiamo simbolico a Dio per gli ebrei e a Gesù per noi. Solo Gesù può riempire quel vuoto d’amore a cui anela la nostra anima. C’è però, forte, anche una dinamica dell’innamoramento e dell’amore. Quando ci si innamora, questa forza misteriosa ti rapisce il cuore. Nient’altro ti può distogliere. Niente può essere altrettanto avvincente. Tutto il nostro pensiero e il nostro interesse è verso quella persona che ci ha conquistato. Per noi cristiani c’è qualcosa in più.

Soltanto con Luisa ho avvertito forte dentro di me la consapevolezza che quella donna era giusta per me. Lo sentivo. Se ho iniziato un cambiamento radicale nella mia vita è perché ho avvertito nel cuore che attraverso di lei avrei dato compimento alla mia vita e avrei incontrato Cristo. Per questo sono stato tenace. Non ho mollato.

Non è stato un fidanzamento facile. Ora, dopo diversi anni di matrimonio, ne ho la certezza. Se avessi lasciato perdere con Luisa, avrei perso il dono più grande che Dio aveva pensato per me.

Antonio e Luisa

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