Mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi

Ebbene sì: anche le madri soffrono (e tanto) a volte! Nella maggior parte dei casi, abbiamo un’idea della nostra mamma come donna forte e tutta d’un pezzo. La vediamo resistente alle fatiche. Resistente alle tante incombenze lavorative e familiari. Resistente alla stanchezza e ai momenti di sconforto … Poi, mano a mano che anche noi diventiamo adulti, capiamo che ogni madre è innanzitutto un essere umano. Quindi, è normale che possa attraversare difficoltà, malattia o momenti di tristezza. La mamma è la mamma, lo sappiamo, ma come reagiamo nel vederla soffrire? Qual è il nostro atteggiamento di fronte al suo dolore, di qualsiasi tipo esso sia?

Proprio un 19 settembre ma di centosettantotto anni fa – precisamente nel 1846 – due ragazzini, Massimino e Melania, si sono trovati davanti agli occhi una scena straziante. Questo accadde sedici anni dopo le apparizioni della Madonna a Rue de Bac a Parigi e dodici anni prima di quelle a Lourdes. Una donna, splendente di luce, comparire piangente davanti a loro. Immaginatevi quante e quali emozioni avranno scosso i due pastorelli! Questo accadde nei pascoli dell’alta montagna francese di La Salette, località pressoché sperduta, poco distante da Corps (nell’attuale Dipartimento dell’Isère). I due raccontarono nei dettagli quello che accadde, che ripercorriamo nelle seguenti parole:

Prima seduta e piangendo con la testa tra le mani, la “Bella Signora” si alza e parla a lungo. Spiega che piange per l’empietà prevalente nella società e li esorta a rinunciare a due peccati gravi che erano diventati molto comuni: la blasfemia e il non prendere la domenica come giorno di riposo e di partecipazione alla Messa. Predice punizioni spaventose che saranno date se le persone non cambiano e promette clemenza divina a coloro che cambiano. Infine, chiede ai bambini di pregare, fare penitenza e diffondere il suo messaggio. La Madonna disse ai pastorelli, tra le altre cose, che la mano di suo Figlio era così forte e pesante che non poteva più tenerla a meno che il popolo non facesse penitenza e obbedisse alle leggi di Dio. In caso contrario, avrebbero molto da soffrire. Le persone non osservano il giorno del Signore, continuano a lavorare senza sosta la domenica. Solo alcune donne anziane vanno a Messa in estate. E in inverno, quando non hanno nient’altro da fare, vanno in chiesa a prendere in giro la religione. Il tempo di Quaresima è ignorato. Gli uomini non possono giurare senza prendere invano il Nome di Dio. La disobbedienza e l’ignorare i comandamenti di Dio sono le cose che rendono la mano di Suo Figlio più pesante” .[1]

La Chiesa Cattolica ha da tempo riconosciuto la veridicità di quest’apparizione mariana. Tra le tante cose dette da Maria Santissima, mi ha sempre grandemente colpito questa frase: Mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi”. E’ una frase dura. È straziante, carica insieme di amore e di dolore. È anche di forza e affetto, come solo il cuore di una mamma è capace di provare!

Una frase rivolta a tutti e a ciascuno di noi, una frase che potrebbe tranquillamente essere pronunciata da una qualsiasi delle nostre mamme, in un momento di umano sconforto. Ma torniamo a Maria: già, quante pene la Madonna ha sofferto nella vita! L’iniziale incredulità di San Giuseppe. Sicuramente, quella di tante persone che non hanno creduto alla sua maternità unica e santa. Il non essere accolti da nessuno a Betlemme (“non c’è posto per voi”). La fuga in Egitto. E, infine, il Calvario.

Quante madri vivono pene altrettanto strazianti e dolorose! Per figli che non nascono. Per figli che muoiono di malattie o incidenti. Per figli dilaniati dalle più terribili dipendenze. Per dispiaceri e fallimenti più o meno velati. Per la precarietà economica. Per un tradimento. Per essere anziane, sole o abbandonate … Potremmo continuare a lungo su questa strada.

Dobbiamo, quindi, essere sinceramente e profondamente riconoscenti nei confronti delle nostre mamme, (senza dimenticare quella del Cielo!), cercando di confrontarle e supportarle, portando un pochino anche i loro pesi, facendo scelte mature e consapevoli per non ferirle, umiliarle o dispiacerle più di quello che, purtroppo, già la vita a volte comporta.

Il dolore, però, non dev’essere il carattere dominante. Con la fede e la speranza si possono cambiare molte cose. Innanzitutto, partendo dai nostri atteggiamenti nei confronti degli altri e delle prove che, talvolta, li e ci colpiscono. Amiamo le nostre mamme, coccoliamole e asciughiamo le loro lacrime, se purtroppo dovessimo vederne scendere! Tutto questo senza dimenticare le parole di Gesù: “Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,50).

Fabrizia Perrachon


[1] Descrizione completa dell’Apparizione al link: https://www.santiebeati.it/dettaglio/91496

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