Assomigli alla cavalla del cocchio del faraone

Riprendiamo la lettura del Cantico dei Cantici. Settimana scorsa (clicca qui per le puntate precedenti) siamo rimasti con l’esclamazione dell coro che si rivolge alla Sulamita con Incantevole tra le donne. Il coro lascia ora la parola allo sposo, a Salomone.

L’amato

Tu assomigli, o amica mia,

alla cavalla del cocchio del faraone

Le tue guance sono belle fra gli orecchini,

il tuo collo tra i vezzi di perle. Ti faremo trecce d’oro, con grani d’argento.

Ora la parola passa allo sposo. Passa a Salomone. Tu assomigli, o amica mia, alla cavalla del cocchio del faraone. Una donna del nostro tempo con la nostra mentalità si potrebbe offendere. Come? Mi paragoni ad un cavallo? Come ti permetti! In realtà questa esclamazione racconta la meraviglia che sta provando lo sposo.

Non è una cavalla qualsiasi. È la puledra del cocchio del faraone. Una puledra di razza, la più bella. Tanto bella da essere scelta dal faraone, il re più potente del mondo all’epoca. Può farci sorridere questo paragone, ma ricordo che si tratta di un’opera scritta in un contesto semplice. Fu scritta in una comunità di pastori seminomadi. La natura è la pietra di paragone per ciò che esiste di più bello.

Non hanno un altro modo per esprimere la bellezza di Dio e dell’uomo. Il risultato, se ci liberiamo dei nostri schemi mentali, è una poesia. Questa poesia riempie il cuore di chi l’ascolta o la legge.

Le tue guance sono belle fra gli orecchini, il tuo collo tra i vezzi di perle. Ti faremo trecce d’oro, con grani d’argento. Lo sguardo dello sposo cambia. Passa dal generale al particolare. Si posa sul viso e sul collo dell’amata. Lo sposo si sofferma sulla bellezza della sposa. Tanto bella che merita gioielli ed ornamenti per far risaltare maggiormente questa meraviglia. Faremo per te pendenti d’oro. Li faremo per te, solo per te. Tu sola sei degna di tutto questo. In te ho scoperto questa regalità che mi ha colpito. Mi ha colpito così tanto che voglio farti dono di oro e di argento.

Quanto è vera questa cosa anche oggi! La mia sposa per esempio è felicissima quando le regalo un anello, un paio di orecchini o un ciondolo. Non credo che a colpirla sia la preziosità del regalo in sé. Non è una reazione da persona venale e superficiale. Ciò che la rende felice non è il valore materiale. La fa sentire amata il messaggio che c’è dietro. Le sto dicendo: tu sei bella, sei preziosa. Anzi di più. Le sto dicendo: tu sei la più bella e la più preziosa e te lo voglio dire attraverso questo dono.

Credo che uno dei gesti che più può ferire una donna, oltre al tradimento fisico, sia scoprire che il suo sposo ha regalato un gioiello ad un’altra donna. Un gesto del genere può causare un dolore profondo. Nella nostra cultura, ma mi sembra di capire anche in quella del Cantico, il gioiello ha un significato di esclusività. Un gesto riservato alla persona amata. Se il marito regalessa un gioiello a un’altra donna, questo atteggiamento farebbe sentire l’amata messa da parte. La farebbe dubitare della relazione stessa. Creerebbe tanta sofferenza e insicurezza. Non è così? Pensateci.

Questo mette in evidenza come le nostre scelte, i nostri desideri e le nostre aspirazioni siano abbondantemente influenzati dalla società in cui viviamo. Anche il nostro modo di vivere e pensare le relazioni ne è influenzato. Ciò non toglie che è insito in noi il desiderio di un amore esclusivo. Questo vale in ogni tempo e cultura. Questo è parte della nostra natura.

Antonio e Luisa

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