Dal Sal 23 (24) Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli. Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
Questo è il Salmo proposto ieri nella memoria liturgica di S. Martino di Tours, quello famoso per il suo mantello. Una breve biografia di questo santo ci aiuterà a capire meglio una frase del Salmo.
Nel rigido inverno del 335 d.C. Martino incontrò un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise col mendicante. La notte seguente vide in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia. Il termine latino medievale per “mantello corto”, cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all’oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella.
Concentriamo la riflessione sulla frase centrale : Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli.
Il monte del Signore indicava il monte sacro sul quale vi era costruito il tempio santo del popolo di Israele, quello ove si conservava “l’Arca dell’alleanza”. Per noi ora è rimasta la simbologia di quel monte, ossia potremmo paragonarlo al Regno dei cieli, al Paradiso. Monte simbolico o no, poco importa, perché ciò che ci interessa sono le condizioni che il salmista detta, e cioè mani innocenti e cuore puro.
S. Martino ci è di un esempio lampante in questo: nonostante non fosse battezzato ha seguìto subito l’intuizione della coscienza, aveva certamente un cuore aperto al bene, ma non ha esitato a seguirne le indicazioni. E la frase di Gesù ci conferma che quel gesto fatto al mendicante, Gesù se lo sente fatto su di sé.
Cari sposi, molte volte il mendicante seminudo può essere il nostro consorte, e noi come agiamo di fronte a questa nudità? Si faccia caso che il mendicante non ha chiesto aiuto a Martino, però non ha rifiutato l’atto di carità. Inoltre, si faccia caso al fatto che Martino divida in due il mantello, non sarà un richiamo per gli sposi?
La grazia sacramentale ha il potere di trasformare ogni sposo nel S.Martino per la propria sposa e viceversa. Nell’amare il nostro coniuge non preoccupiamoci per il nostro mantello rotto a metà perché al risveglio S.Martino ritrovò ancora intatto il proprio mantello, dove non arriva la natura, interviene la Grazia di Cristo. Coraggio
Giorgio e Valentina.