L’amore si nutre nel rispetto

Dopo esserci soffermati sulla ambabilità possiamo iniziare oggi il secondo poema. Clicca qui per leggere quanto già pubblicato. La riflessione come sempre è tratta dal nostro libro Sposi sacerdoti dell’amore (Tau Editrice).

L’amata

Un rumore…! Il mio diletto!

Eccolo, viene,

a salti per i monti,

a balzi per le colline.

Somiglia, il mio diletto, a un capriolo

o a un cerbiatto.

Eccolo, si è fermato, in piedi,

dietro il nostro muro;

guarda dalla finestra,

spia tra le inferriate.

Dopo aver messo in chiaro i presupposti necessari per rispondere alla chiamata all’amore, al desiderio di amore della Sulamita, possiamo addentrarci nel secondo poema. Da queste prime righe traspare tutta la gioia, la sorpresa e l’emozione che l’avvicinarsi dell’amato provoca nella Sulamita. Arriva dai monti. Eccolo è dietro al muro.

La Sulamita ripensa ai momenti di intimità e complicità che già ha vissuto con lui. Momenti che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore. Momenti che sono ricchezza messa da parte. Ricchezza da spendere nei periodi di aridità. Fare memoria della gioia per desiderare di viverla ancora. “La memoria dell’amore è una forza che spinge a camminare avanti, anche nei momenti di difficoltà” (Amoris Laetitia).

L’amato è immagine della giovinezza. Viene paragonato infatti ad un cerbiatto. La giovinezza, nell’amore, non si perde. Se ci prendiamo cura della nostra relazione, il nostro amore non diventerà mai qualcosa di vecchio e grinzoso. Non deperirà fino a morire. Resterà giovane per sempre. Come mi è capitato di vedere alcuni giorni fa. Ho incrociato, lungo la strada, una coppia di sposi anziani. Si tenevano per mano come due ragazzini. Il loro amore era ancora giovane, bello, vivo. L’amore dà forza, l’amore dà energia, l’amore è una spinta ad andare verso l’amata, a donarsi a lei.

L’amato, Salomone, non arriva faticando, arriva saltando su per i monti. L’innamoramento è così. Rende sopportabile e bella qualsiasi fatica. Questo innamorato non è però un predatore. Non è uno che si prende con la forza quello che vuole. È, al contrario, un uomo che, rapito dalla meraviglia di quella donna, si pone con grande rispetto innanzi a lei. Percepisce in lei un mistero grande. Percepisce in lei la sua stessa dignità regale. È una regina, è figlia di Re. È figlia di Dio. “L’amore non è mai qualcosa di imposto, ma sempre una scelta libera, rispettosa e attenta” (Mulieris Dignitatem)

Così, seppur stia bruciando dal desiderio di unirsi a lei, non entra d’improvviso. Non vuole violare la sensibilità di quella creatura tanto bella. Non vuole spaventarla. Allora non entra e aspetta dietro al muro che sia lei a chiamarlo. Guarda dalla finestra e attraverso le inferriate per riuscire almeno a vederla e a godere della sua vista. Lo fa per farsi presente. Tuttavia, attende che sia lei ad aprire. Aspetta che sia lei a chiamarlo al di là di quel muro che li divide. Quanto possiamo imparare, noi uomini, da questo atteggiamento di autentico rispetto di Salomone! Lo sposo del Cantico è maestro per noi. Siamo capaci di accostarci con lo stesso rispetto alla nostra sposa? Sappiamo attendere che sia lei ad aprirci il suo cuore e la sua intimità? La pazienza nell’amore è la dimostrazione più alta del rispetto che si può offrire all’altro (Sant’Agosino)

Ci impegniamo per renderci amabili e per ravvivare il fuoco dell’amore con una continua cura e attenzione verso la nostra sposa? La mettiamo al centro della nostra tenerezza? La tenerezza è l’amore reso tangibile, il linguaggio silenzioso che parla al cuore (Deus Caritas Est). Sono domande importanti da farsi e su cui riflettere. Noi uomini siamo molto diversi dalla donna. La donna ha bisogno di sentirsi amata, desiderata e curata per abbandonarsi all’intimità.

Noi uomini spesso pretendiamo invece di vivere l’intimità senza alcuna preparazione. Questo distrugge la relazione e umilia profondamente la donna. La fa sentire usata e non amata. Questo atteggiamento, poco rispettoso e che nulla ha in comune con l’amore, alla lunga provoca il deserto sessuale nella coppia. Lei si scoprirà arida. Non avrà più alcun desiderio di unirsi a lui. Lui cercherà altrove il modo di riempire il vuoto sessuale. Questa è la fine di tanti matrimoni. È triste dirlo. Questa è la povertà in cui tante coppie versano. Basterebbe poco per essere felici. Basterebbe nutrire quella relazione con un amore autentico.

Antonio e Luisa

Lascia un commento