Di che parliamo noi sposi?

Sal 14 (15) Colui che cammina senza colpa, pratica la giustizia e dice la verità che ha nel cuore, non sparge calunnie con la sua lingua. Non fa danno al suo prossimo e non lancia insulti al suo vicino. Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora chi teme il Signore. Non presta il suo denaro a usura e non accetta doni contro l’innocente. Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre.

Questo è il Salmo proposto nella S.Messa odierna, come potete notare è piuttosto corto ma denso e racchiude in poche frasi tutta una vita di santità. Noi limiteremo la nostra riflessione ad una sola espressione: “dice la verità che ha nel cuore“. Essa non può essere estrapolata dal suo contesto, e quindi la evidenziamo ma tenendola sempre collegata alle altre espressioni, così come succede nella vita dei santi.

I santi sono coloro che hanno vissuto le virtù in modo eroico. Ogni santo è un’eccellenza in una virtù o in un aspetto particolare di essa. Tuttavia, anche le altre virtù sono state vissute e praticate nella sua vita santa. Per esempio non esiste un santo vergine che sia stato avaro, oppure un santo campione dell’umiltà che sia stato iracondo. Quindi anche noi prenderemo in esame solo un’espressione ma dobbiamo considerarla come un tassello di un puzzle.

Il nostro carissimo padre Bardelli ci ripeteva spesso il famoso proverbio: “la lingua batte dove il dente duole“. Stava parlando a dei giovani in cammino verso la scoperta dell’autentica verità sulla propria sessualità maschile o femminile, e ci mostrò la verità di questo proverbio facendoci notare come spesso la pornografia (con i suoi derivati come l’impudicizia) era entrata a pieno titolo non solo nella testa, ma anche nel costume e nei discorsi, come ad esempio nei modi di parlare, le allusioni nascoste dietro l’ironia, le risatine impure, le barzellette e così via.

Così c’insegnò a vivere la castità anche della lingua. Bastava misurare quanto quella impurità fosse presente nel proprio parlare. In questo modo, si poteva capire a che punto si stesse del cammino personale verso la virtù della castità.

Ecco quindi che l’espressione del Salmo che abbiamo preso in esame trova il suo giusto collocamento dentro la nostra vita di sposi.

Cari sposi, ognuno faccia verità su se stesso/a per poter cominciare quel bellissimo cammino di liberazione dalla schiavitù dell’impurità. E questo cammino renderà ancora più bello, vero e profondo il nostro rapporto sponsale. Esso arricchirà anche l’atto coniugale che è il gesto più intimo degli sposi. È quell’unione dei corpi che il Creatore ha pensato per noi.

Coraggio sposi, le nostre parole siano traboccanti dell’amore di Cristo che alberga nel nostro cuore così come ci insegna Gesù nel vangelo di Luca: “La bocca dell’uomo infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (Lc 6,45).

Dipende da noi cosa vogliamo far sovrabbondare nel cuore. Buon cammino di purificazione.

Giorgio e Valentina.

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