Sacra e ordinaria Famiglia

Cari sposi nella gioia dell’Ottava di Natale, in cui stiamo vivendo il prolungarsi del giorno di Natale, celebriamo oggi la Sacra Famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria.

Tale festa risale al 1600 quando veniva celebrata localmente mentre fu papa Benedetto XV che nel 1921 la estese a tutta la Chiesa, fissandola alla domenica compresa nell’ottava dell’Epifania. Poi, papa Giovanni XXIII la spostò alla prima domenica dopo l’Epifania mentre oggi è celebrata nella domenica dopo il Natale o, in alternativa, il 30 dicembre negli anni in cui il Natale cade di domenica.

Motivo di tale rilevanza liturgica fu il desiderio di offrire un esempio e una testimonianza viva per tutte le coppie e famiglie dal momento che Gesù, Maria e Giuseppe sono certamente eccezionali ma condividono anche caratteristiche ordinarie ed è per questo che nella Preghiera Colletta leggiamo: “O Dio, che nella santa Famiglia ci hai dato un vero modello di vita”. È un ideale praticabile quello che ci offre la Chiesa, non un obiettivo astruso.

 Per cui, alla luce di tutto ciò, scorgiamo almeno tre grandi lezioni che mostrano una famiglia sì santa ma che è divenuta tale a partire da circostanze davvero comuni.

Per prima cosa, vorrei mettere in luce la solidità della relazione nuziale tra Maria e Giuseppe, difatti era accaduto qualcosa di molto grave che poteva mettere a rischio il rapporto. Non oso immaginare il loro stato animico vissuto in quei tre giorni: insonnia, angoscia, senso di colpa, paura del giudizio divino… i genitori che leggono sanno bene cosa si prova quando un figlio si fa male, anche solo per una caduta, a causa di una disattenzione o mancanza di attenzione.

Umanamente parlando, quale sarebbe stato la naturale conseguenza tra di essi? Forse la colpevolizzazione reciproca o un litigio furibondo, oppure il rimprovero sulla mancata responsabilità… ecc.

Mi si può obiettare: “ma di certo l’evangelista ha voluto benignamente glissare per non mettere in cattiva luce perlomeno Maria” … In realtà la Sacra Scrittura non ha mai fatto sconti circa i limiti e le difficoltà anche in coppie molto celebri e sante. Vediamo alcuni esempi: quando Abramo e Sara incontrano i tre personaggi misteriosi presso le querce di Mamre quest’ultima ebbe una sonora risata alla notizia della sua futura gravidanza, motivo per cui venne pubblicamente ripresa dal marito (Gen 18, 15); oppure il commento umiliante che Anna fece del marito Tobi, “dove sono le tue elemosine?  Lo si vede bene dal come sei ridotto!” (Tb 2, 14); o addirittura l’uscita pesantemente offensiva di Rama a Giobbe, peraltro gravemente ammalato: “benedici Dio e poi muori” (Gb 2, 9).

Il silenzio su ogni possibile discordia parla chiaro: Maria e Giuseppe si volevano veramente bene ed avevano imparato sulla loro pelle a rispettarsi, a dominare il proprio carattere, a dirsi le cose nel modo giusto.

In secondo luogo, vorrei evidenziare il fatto che la reazione di Gesù, appena ritrovato, lascia Maria e Giuseppe spiazzati. Quindi significa che, in quanto genitori e credenti, erano nondimeno in cammino. Il convivere con Gesù non li esimeva dal dover anch’essi progredire, far fatica, a volte trovarsi nel dubbio e nell’oscurità. Esattamente come voi, che avete Gesù presente sacramentalmente nella vostra coppia e con cui potete far sempre riferimento per avere luce e forza nel pellegrinare della vita.

Infine, mi piace molto il fatto che l’assenza di Gesù percepita solo al terzo giorno. A parte che è un chiaro riferimento alla Risurrezione, ma qui vorrei soffermarmi piuttosto sulla grande fiducia che i genitori avevano accordato al Figlio. Una fiducia che è riflesso anzitutto di fiducia e abbandono in Dio degli stessi genitori. Una fiducia che poi passa a loro due e da loro due al Figlio.

E così, Maria e Giuseppe avevano cresciuto il loro figlio, concedendoGli sempre più libertà e non volendolo trattenere possessivamente e ansiosamente nelle loro spire. Che lezione questa per certi genitori odierni!

Cari sposi, coraggio! La Sacra Famiglia è un esempio luminoso ma è anche un dono che vi è stato concesso nel matrimonio e a cui potete sempre attingere, come ci ricorda Papa Francesco. “Dall’esempio e dalla testimonianza della Santa Famiglia, ogni famiglia può trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita, e può attingere forza e saggezza per il cammino di ogni giorno” (Angelus 27 dicembre 2015).

ANTONIO E LUISA

Maria e Giuseppe sono così! Così ordinariamente straordinari. E’ vero! La loro relazione fu vissuta nella verginità. Una via straordinaria che non è la nostra. Eppure non commettiamo l’errore di confondere la verginità con la mancanza di tenerezza e di complicità. Essi non sono figure distanti o “fredde”, ma incarnano un amore pieno di delicatezza e profondità, un’intimità fatta, pur escludendo l’amplesso, di gesti teneri e di servizio reciproco. Una intimità radicata nel dono totale di sé. Giovanni Paolo II, nella Redemptoris Custos, scrive che Giuseppe amò Maria con un amore “sponsale, che giunge fino al dono totale di sé”. Questo dono si traduceva in gesti quotidiani di attenzione e cura. La loro verginità non è mancanza, ma pienezza di un amore che si esprime nella fiducia reciproca e nella capacità di sostenersi a vicenda nei momenti difficili. Tra loro vi era una complicità autentica, fatta di sguardi, parole e silenzi condivisi, in cui si coglieva la presenza di Dio. Il loro esempio invita ogni coppia a coltivare la tenerezza come segno di un amore vero e duraturo.

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4 Pensieri su &Idquo;Sacra e ordinaria Famiglia

  1. Sul mio blog ho fatto dei commenti mi pare difficile per una gravidanza così miracolosa che poi Maria non sapesse che non era un figlio normale. Se ci limitiamo alla obbedienza , dolcezza , santità ok ma la normalità mi sembra difficile da spiegare.

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    • Che fosse un figlio speciale lo sapeva benissimo. Proprio per quello che dici. Come accompagnarlo nella crescita però non lo sapeva. In questo Maria – e anche Giuseppe – è simile a tutti noi genitori. Lo ha scoperto giorno per giorno nel discernimento e a volte – come in questo caso – non comprendendo tutto.

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