“I sogni son desideri di felicità. Nel sonno non hai pensieri ti esprimi con sincerità. Se hai fede chissà che un giorno la sorte non ti arriderà! Tu sogna e spera fermamente, dimentica il presente e il sogno realtà diverrà”. Questo il testo della colonna sonora del film d’animazione “Cenerentola” del 1950. Canzone che ha fatto sognare intere generazioni di bambine e ragazzine (e non solo!), entrata a pieno titolo anche nel patrimonio culturale italiano.
Una riflessione sui sogni, sui loro significati e costrutti ci tratterrebbe per settimane. Nella storia dell’uomo si è detto, scritto, letto e studiato tantissimo a tal proposito. Ricordiamo per esempio, il magistrale dramma filosofico-teologico “La vita è sogno” di Pedro Calderón della Barca. Un altro esempio è il testo poetico “Ultimo sogno” di Giovanni Pascoli.
Anche nella Bibbia i sogni rivestono un ruolo importantissimo. Pensiamo a Giuseppe, figlio di Giacobbe. Egli conquista la fiducia del faraone avendo ricevuto in dono da Dio la capacità d’interpretarli. E, ancora prima di lui, lo stesso Giacobbe che sogna la scala da cui salgono e scendono gli angeli. Non si possono non citare i sogni attraverso cui Dio si manifesta a (San) Giuseppe. Questi sogni guidano Giuseppe nelle scelte più importanti della sua vita. Esse vanno dall’accettazione di Maria alla fuga in Egitto. La dimensione onirica, dunque, non solo fa parte della natura umana ma la completa, la caratterizza, la plasma, la indirizza. Non solamente come elaborazione di fatti già avvenuti ma come una guida, attenta e premurosa, che aiuta a compiere scelte precise. Guida che risponde al nome di Dio. Che comunica, parla, si manifesta nel “mondo parallelo” del sogno.
Per il santo che festeggeremo domani, 31 gennaio, i sogni hanno avuto un ruolo centrale non soltanto nella sua propria esistenza ma in quella di tutte le persone che ne sono entrate (e ne entrano tutt’ora) in contatto: San Giovanni Bosco. Fin dal famosissimo sogno dei nove anni, avvenuto nel 1894, Giovannino capisce che il Signore ha una missione grande da affidargli, umanamente impossibile persino da immaginare. Che cosa può capire un bambino del piano rivoluzionario per la gioventù di tutto il mondo? Eppure è proprio attraverso questa modalità che il Signore dispiega la Sua volontà. Non solo su di lui ma su ciascuno di noi.
Leggiamo la descrizione che ne fece proprio Don Bosco: “All’età di nove anni ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita. Nel sonno mi parve di essere vicino a casa, in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli, che si trastullavano. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. All’udire quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo di loro, adoperando pugni e parole per farli tacere. In quel momento apparve un uomo venerando, in virile età, nobilmente vestito. Un manto bianco gli copriva tutta la persona; ma la sua faccia era così luminosa, che io non potevo rimirarlo. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di pormi alla testa di quei fanciulli aggiungendo queste parole: «Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici» […] Quasi senza sapere che dicessi, soggiunsi: «Chi siete voi che mi comandate cosa impossibile?». «Appunto perché tali cose ti sembrano impossibili, devi renderle possibili con l’ubbidienza» […] «Ma chi siete voi, che parlate in questo modo?». «Io sono il figlio di colei che tua madre ti insegnò di salutare tre volte al giorno.» […] In quel momento vidi accanto a lui una donna di maestoso aspetto, vestita di un manto, che risplendeva da tutte le parti, come se ogni punto di quello fosse una fulgidissima stella. Scorgendomi sempre più confuso nelle mie domande e risposte, mi accennò di avvicinarmi a lei, mi prese con bontà per mano […] A quel punto, sempre nel sonno, mi misi a piangere, e pregai a voler parlare in modo da capire, poiché io non sapevo quale cosa volesse significare. Allora ella mi pose la mano sul capo dicendomi: «A suo tempo tutto comprenderai».
I sogni, dunque, possono essere ben più che desideri! Sono la parte più intima, nascosta e indifesa di noi nella quale il Signore, con delicatezza ma altrettanta decisione, decide a volte di entrare per aiutarci, guidarci, indirizzarci, sorreggerci, rivelarsi. In questo modo l’onirico non è solo più un occulto da indagare con prepotenza e arroganza ma un terreno fertile nel quale crescere: nell’interezza della nostra persona e nelle nostre relazioni. Il sogno, dunque, diventa il “luogo altro” in cui poter incontrare il Cielo, essere arricchiti di preziosi consigli, ricevere la propria missione. Qualunque sia il nostro sogno (per la coppia, il matrimonio, i figli, la famiglia ecc…) mettiamo tutto nelle mani di Gesù e di Maria Ausiliatrice, come avrebbe detto Don Bosco. Allora sognare non sarà solo più un’evasione estetica ma una meravigliosa epifania del divino che ci attende. Anche nella notte, sotto le stelle.
Fabrizia Perrachon
Grazie a te per l’apprezzamento!
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