Sal 21 (22) Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli. I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano; il vostro cuore viva per sempre! Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra; davanti a te si prostreranno tutte le famiglie dei popoli. A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. Lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene; annunceranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l’opera del Signore!».
Sapete come inizia questo Salmo, e sapete quale uomo famoso lo ha recitato/pregato poco prima di spirare?
L’inizio (dopo il titolo che fa da primo versetto) è questo: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?, non vi ricorda nessuna scena? Certamente avrete già intuito che il tizio famoso della domanda precedente è nientemeno che il Nostro Signore Gesù Cristo sulla croce. Come può accadere che un uomo reciti una preghiera che parla di un futuro raggiante e pieno di speranza certa anche se sa di morire da lì a poco?
Ovviamente per rispondere non ci si può trincerare dietro al fatto che quell’uomo fosse il Figlio di Dio e che quindi per Lui tutto risultasse più facile… non è per niente vero poiché la natura umana (tranne il peccato) è stata assunta in pieno e quindi ha dovuto fidarsi del Padre, il Padre Suo.
Ed è proprio su questo punto che vorremmo proporvi di riflettere: come è possibile per noi sposi, credere in un futuro prospero quando intorno a noi il mondo sembra vincere sulla cristianità?
La risposta la troviamo nell’ultima frase del Salmo : al popolo che nascerà diranno: «Ecco l’opera del Signore!». Questa frase è perfetta in bocca a Gesù poiché è Lui stesso quell’opera del Signore, è l’opera della Redenzione. E’ proprio quest’opera il motivo della nostra speranza in un futuro buono per le generazioni a venire. Non c’è notizia più sconvolgente, più dirompente e più urgente di questa:
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. (Gv 3,16-17)
Noi sposi siamo sacramento vivente e perenne di questa notizia sconvolgente, ed essa non è la notiziona del secolo, ma è la notizia dell’Universo, la notizia delle notizie. Noi sposi diveniamo questa notizia vivente poiché il vincolo che ci lega è sacro, in quanto non è solo un vincolo d’amore benedetto da Dio, ma il vincolo è Gesù Cristo stesso.
Coraggio allora, sposi, non stanchiamoci mai di gridare questa notizia al mondo, in primis al nostro coniuge, poi alle generazioni future (i nostri figli) e poi a tutti gli altri. Il mondo sta aspettando questa notizia delle notizie. La nostra stessa vita sponsale è come un’impronta nel tempo del passaggio di Dio in questo secolo.
Giorgio e Valentina.