Essere Con. Anche nella Separazione

Mi sono imbattuto in questa frase di Jean‑Luc Nancy che mi ha fatto molto riflettere: “Una singola entità non può essere portatrice di significato; è solo attraverso l’essere-con, solo attraverso la presenza dell’altro che il significato è possibile.

Il Concetto di “Essere‑Con”
Jean‑Luc Nancy (filosofo francese, morto nel 2021), pur non essendo stato un credente praticante una religione, ha scritto qualcosa che reputo profondamente vero: l’essere è intrinsecamente un essere‑con, nel senso che l’esistenza individuale è sempre in relazione con gli altri. Secondo Nancy, il significato e l’identità emergono attraverso la co‑esistenza e l’interazione con l’altro, piuttosto che da un’entità isolata.

La Fedeltà nel Matrimonio Cristiano
Questa visione filosofica, che insiste sull’essenza relazionale dell’essere, trova una risonanza profonda nel Sacramento del matrimonio, dove il “con” diventa un elemento non accessorio, ma essenziale. Infatti, la persona che mi è complementare, sia a livello fisico/biologico/sessuale sia mentale/sentimentale, dà significato e spiegazione alla mia identità ed esistenza. Senza l’esistenza della donna non saprei di essere maschio, non conoscierei le differenze e, di conseguenza, le mie caratteristiche; non capirei la funzione dei miei genitali e, così via, fino ad arrivare al modo di ragionare e di prendere decisioni. È l’essere‑con che genera vita e fecondità a tutti i livelli.

Relazioni Orizzontali e Verticali
Il fondamento concreto dell’essere‑con, nel matrimonio cristiano, è la fedeltà. È nella fedeltà che la relazione tra due sposi acquista consistenza e significato: un amore che non si limita a un’emozione passeggera o a un’utilità reciproca, ma si radica nella scelta libera e consapevole di donarsi completamente l’uno all’altro in ogni circostanza della vita. La fedeltà diventa, dunque, un atto di custodia della relazione, proteggendo e alimentando quella comunione di vita e amore che non si esaurisce in un solo istante, ma si costruisce giorno dopo giorno. Essa è il modo concreto con cui gli sposi continuano a dire “sì” l’uno all’altro, anche nelle difficoltà, negli imprevisti e nelle fragilità che il tempo porta con sé.

Parallelamente alla relazione orizzontale con il coniuge, di cui possiamo fare esperienza anche a livello corporeo, deve esistere, anzi prima di tutto, una relazione verticale con Dio. Questa si manifesta ogni volta che partecipiamo alla Santa Comunione o ci mettiamo in adorazione: essere‑con Dio dà significato alla mia vita, facendomi comprendere chi sono, da dove vengo e dove andrò.

Il Legame Esclusivo e Sacramentale
L’essere umano non è fatto per l’isolamento, ma per la comunione. Non esiste una vocazione cristiana che non coinvolga uno sposo terreno oppure lo Sposo: anche le scelte di clausura non possono durare senza una relazione che riempia la vita e dia significato. Nell’ambito delle coppie, l’essere‑con non è un legame che può contemplare più persone, ma solo una: è un rapporto esclusivo, quello che ci fa scegliere la persona con cui vogliamo trascorrere tutta la vita. Ricordo ancora il momento in cui mi sono innamorato di mia moglie: avrebbe potuto passare anche Miss Mondo, ma io avevo solo lei nel mio cuore. Anche ora, quando viviamo fisicamente separati, non posso ipotizzare che questo legame sia venuto meno o pensare di potermi ritrovare in un’altra donna. In realtà, mai come ora ho avuto una così profonda consapevolezza della mia identità di marito, padre e, soprattutto, figlio di Dio.

Posso scegliere di ignorare questa realtà, di chiudere il cuore alla Grazia che scaturisce dal Sacramento, ma il legame sacramentale rimane. Esso non dipende dal mio stato d’animo, dalle mie fragilità o dalle circostanze avverse: è un dono che mi supera e che mi chiama a guardare oltre me stesso. Posso anche essere abbandonato da tutti, ma nessuno potrà bloccare o limitare il mio amore verso gli altri e verso Dio. Si tratta solo di dare la precedenza alla relazione sull’individualismo.

L’Amore che si Rinnova e il Rispetto Reciproco
L’amore si rinnova ogni giorno nell’essere‑con l’altro, anche quando la vita porta il peso della sofferenza e della separazione. Questo avviene, per esempio, attraverso la preghiera per l’ex coniuge e offrendo la propria vita come segno di amore fedele. L’essere‑con si esprime anche nella capacità di mantenere vivo il rispetto per l’altro, soprattutto quando ci sono figli. Un genitore separato, fedele, sa che il significato della propria missione educativa non può prescindere dall’altra figura genitoriale. Anche quando il dialogo diretto risulta difficile o impossibile, il rispetto e la cura per l’altro genitore diventano un modo concreto per testimoniare che l’altro continua ad avere un posto imprescindibile nella propria esistenza.

Conclusione: L’Incarnazione e il “Dio con Noi”
D’altra parte, con l’Incarnazione, l’Emmanuele – cioè “Dio con noi” – è venuto a comunicarci che non siamo mai soli e che l’essenziale è proprio l’essere‑con Lui.

Ettore Leandri (Presidente Fraternità Sposi per Sempre)

3 Pensieri su &Idquo;Essere Con. Anche nella Separazione

  1. (Anche ora, quando viviamo fisicamente separati, non posso ipotizzare che questo legame sia venuto meno o pensare di potermi ritrovare in un’altra donna. In realtà, mai come ora ho avuto una così profonda consapevolezza della mia identità di marito, padre e, soprattutto, figlio di Dio.)

    Grazie Leandro!

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