Dal libro del profeta Isaìa (Is 7,10-14;8,10c) In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi».
Questa è la prima lettura nella Santa Messa di oggi: solennità dell’Annunciazione del Signore, una festa che ci dona una grande gioia nella fede. Non è semplicemente una questione di tempistica, ovvero siccome mancano esattamente 9 mesi al Natale del Signore Gesù sembra palesemente ovvio inserirne il concepimento 9 mesi prima, ma questo ci costringe ad alcune riflessioni.
1- Il cristianesimo non ha nulla di alienante o disumano. La nostra fede ha i piedi ben saldati a terra, per questo pone questa solennità esattamente a nove mesi dal Natale, per ricordarci che il Figlio di Dio è nato da donna, ed è vero uomo, verità che diverse eresie nei secoli hanno cercato di offuscare; la fede cattolica ribadisce oggi che Gesù è 100% Dio ma anche 100% uomo, tranne il peccato. Questo bambino si è sviluppato dentro l’utero di una mamma umana come tutti i bambini, e nonostante fosse Dio non ha voluto sottrarsi alle regole della natura umana che Lui stesso ha istituito.
2 – La grande dignità della donna. Se mai qualcuno avesse dubbi, sappia che da sempre la Chiesa, sull’esempio di Nostro Signore Gesù Cristo, ha riconosciuto la grande dignità della donna all’interno dell’opera della Creazione prima e della Redenzione poi. Se ci pensiamo bene, Dio ha affidato l’intero progetto della Redenzione alla risposta di una giovane vergine. Se spendiamo parole a profusione circa l’incarnazione del Salvatore, non ne spendiamo mai abbastanza sulla donna che ha reso possibile tutto ciò: la Vergine Maria.
Facendo una ricerca dei più famosi quadri dell’Annunciazione, scopriamo che in molti l’Arcangelo Gabriele è in ginocchio, non sarà un caso no? Non possiamo credere che Leonardo da Vinci abbia mandato un sms al Botticelli oppure che il Beato Angelico si sia sentito al telefono con Raffaello, eppure questo particolare ci offre lo spunto per riflettere su come anche le creature angeliche stiano in ginocchio di fronte alla Vergine. Gli angeli sono superiori per natura alla Madonna eppure a nessuno di essi è stato concesso di essere la Madre di Dio; la Madonna quindi li ha superati in Grazia, infatti la veneriamo anche col titolo di Regina degli Angeli.
E’ come se il Cielo stesse in silenzio (ed in ginocchio) per qualche attimo ad aspettare la risposta di Maria, sembra che Gabriele stia supplicandola di dire di sì. I papà e le mamme conoscono bene questa situazione, quando si attende il verdetto di un responso medico, oppure una notizia molto importante, sembra che anche il respiro si interrompa per qualche attimo per non disturbare il silenzio. Sono attimi che sembrano durare un’eternità, e che hanno bisogno di trovare soluzione in una risposta, qualunque essa sia.
3 – Il destino dell’umanità nelle mani delle donne. Il Cielo ha messo nelle mani di una giovane Vergine il destino del mondo, pensiamo mai che lei avrebbe potuto dire liberamente di no? Eppure l’Altissimo si è fidato di lei, le ha offerto la possibilità di diventare Madre di Dio pur restando Vergine. Lei ha realizzato pienamente se stessa, la propria femminilità è sbocciata nell’amore, nel dono sincero di sè ad un amore che l’ha preceduta.
San Giovanni Paolo II così scrive nella Mulieris dignitatem al n.30:
[…]La forza morale della donna, la sua forza spirituale si unisce con la consapevolezza che Dio le affida in un modo speciale l’uomo, l’essere umano. Naturalmente, Dio affida ogni uomo a tutti e a ciascuno. Tuttavia, questo affidamento riguarda in modo speciale la donna – proprio a motivo della sua femminilità – ed esso decide in particolare della sua vocazione. […] soprattutto i nostri giorni attendono la manifestazione di quel «genio» della donna che assicuri la sensibilità per l’uomo in ogni circostanza: per il fatto che è uomo!
Carissimi, il futuro del mondo è sicuramente in mano agli sposi, ma in particolare è affidato alla sensibilità delle nostre donne. Chi meglio di loro può testimoniare la bellezza della vita dal suo naturale principio alla sua fine, la dignità di ogni vita umana perché fatta ad immagine del Creatore e destinata all’eternità?
Cari mariti, in questo giorno si innalzi la nostra lode al Signore per il dono delle nostre spose, forse non necessariamente con le mimose possiamo onorarle, ma non dimenticatevi che l’amore è vita reale, dobbiamo dimostrare loro la nostra riconoscenza.
Coraggio, scongeliamo i freezer dei nostri cuori e scaldiamo la nostra casa di amore vero.
Giorgio e Valentina