Scambio di Cuori

Oggi la Chiesa celebra la festa di Santa Caterina da Siena, vergine e dottore della Chiesa, patrona d’Italia e d’Europa; inutile dire che questa donna ha un’importanza di non poco conto per la vita della Chiesa, sotto tanti punti di vista.

Come nostra consuetudine ci limiteremo ad approfondire solo un aspetto tra quelli possibili, un po’ come quando i vetri di una finestra sono appannati però ci si limita a pulire solo una piccola zona sufficiente per dare una sbirciatina di fuori. Similmente daremo una sbirciatina alla santità di Santa Caterina attraverso uno degli aspetti che l’ha caratterizzata: lo sposalizio mistico con Gesù.

A chi, tra gli sposi che stanno leggendo, si stesse chiedendo cosa c’entri tutto ciò rispetto al proprio matrimonio, invitiamo a pazientare nella lettura. L’immagine che abbiamo utilizzato in frontespizio è un quadro di autore ignoto che raffigura un’esperienza mistica avuta dalla Santa e raccontata ai posteri dal suo confessore; fu una visione mistica nella quale Gesù le disse: “Ecco carissima figlia mia, siccome io l’altro giorno ti tolsi il tuo cuore, così ora ti do il mio per il quale tu sempre vivi“. E questa visione fece eco alla precedente nella quale Gesù le diede l’anello -visibile solo a lei- del succitato sposalizio mistico.

Potremmo dire che la seconda visione spiega la prima, poiché negli sposi avviene proprio questo scambio di cuori, questa sorta di commercio di cuori: il cuore dell’uno comincia a ragionare, vedere, capire… vivere la vita insomma, in simbiosi col cuore dell’altra e viceversa. Noi abbiamo avuto la grazia di ricevere diverse testimonianze di coppie sposate da più di 60 anni, le quali ci hanno confermato che che i loro due cuori ormai battevano all’unisono.

E’ proprio questa l’esperienza meravigliosa che siamo chiamati a vivere giorno dopo giorno: due cuori all’unisono ancor più intimamente ed ancor prima e meglio rispetto all’unione dei corpi. Ma tutto ciò diventa impossibile senza la Grazia, perché i nostri cuori umani sono feriti, poveri, deboli, fragili; c’è bisogno allora di un altro cuore che alimenti i nostri due: e questo è il cuore di Cristo.

Abbiamo bisogno di un trapianto di cuore come quello avvenuto per Santa Caterina, solo così potremo amare il nostro coniuge come Cristo lo ama.

Cari sposi, il nostro Sacramento ci tiene legati al cuore di Gesù, senza di Lui il nostro amore perde la sua linfa vitale, come il tralcio che secca se reciso dalla vite. Ce lo spiega bene Santa Caterina in una frase contenuta in una sua lettera indirizzata ad una donna che viveva di prostituzione, alla quale ella ricorda la sua dignità di figlia di Dio, ma andrebbe meditata anche da noi sposi, perché anche noi siamo stati fatti membra del corpo mistico di Cristo.

Dalle Lettere di Santa Caterina (CCLXXVI – A una Meretrice in Perugia) Oimè, oimè che a pensare che tu abbia perduta la memoria del tuo Creatore, e che tu non vedi che tu se’ fatta come il membro che è tagliato dal corpo, che, essendo tagliato, subito si secca: e così tu essendo tagliata e divisa da Cristo per lo peccato mortale, se’ fatta come ’l legno arido e secco, senza neuno frutto.

Giorgio e Valentina

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