Amore: tra Sentimento e verità

Spesso leggo nei commenti, sui social, frasi del tipo: “La famiglia è dove c’è amore”, in genere riguardo a discorsi su relazioni di persone aventi lo stesso sesso o famiglie allargate. Certamente è vero, l’amore dovrebbe essere il centro di tutto, ma di quale amore stiamo parlando?

Perché io credo che ci sia molta confusione: oggi l’amore è percepito come sentimento soggettivo, emozione del momento, affinità emotiva o attrazione fisica. In nome dell’amore si giustifica tutto: scelte di vita, separazioni, trasgressioni, perfino il tradimento e omicidi. Eppure, se vogliamo parlare seriamente di amore, dobbiamo iniziare a riconoscerne l’origine, la verità e il fine (che essenzialmente è la santificazione nostra e di chi ci sta intorno).

Quando parliamo di “famiglia”, non possiamo ridurre il discorso a ciò che sentiamo, ma dobbiamo elevarci a ciò che Dio ha rivelato. L’amore che fonda la famiglia – quella vera, secondo il disegno di Dio – è un amore che genera, che si apre alla vita, che unisce un uomo e una donna nella complementarità dei sessi. È un amore fecondo che si realizza nella donazione totale e irrevocabile di sé all’altro, anche quando la vita coniugale attraversa momenti duri, persino quando si spezza nella convivenza, ma resta viva nella fedeltà della promessa.

Per noi cristiani, l’amore ha un volto: è Gesù Cristo. In Lui vediamo che l’amore vero è dono totale di sé, fino alla fine, fino alla croce. Non è sentimento passeggero, non è attrazione, non è bisogno, è un amore che si fa servizio, sacrificio, fedeltà.

Proprio domenica scorsa, Gesù nel vangelo diceva che “Se uno mi ama, osserverà la mia parola…” (Gv 14,23), questo deve essere il filtro con cui testare quello che viviamo. Quello che provo, quello che faccio, quello verso cui vengo attratto è secondo l’insegnamento di Gesù, i comandamenti, tutte le numerose parole che ci ha detto e che la Chiesa continua a ricordarci dopo duemila anni?

Gesù ci dice chiaramente che se Gli vogliamo bene, la conseguenza diretta è seguirlo e mettere in pratica: detto così sembra quasi un’imposizione, in realtà dovrebbe essere la risposta ad un Amore sconfinato. Mi vengono in mente le prove d’amore che si chiedono a volte nella coppia e che sono più richieste egoistiche e dettate da ferite varie: “Se davvero mi ami, devi fare questo e quest’altro”.

In realtà Chi lo dice, per primo ci ha mostrato cosa è davvero l’Amore, morendo per noi e lasciandoci un manuale d’istruzione per la nostra felicità e per una vita in pienezza. Non è possibile affermare di credere in Dio e poi gestire la nostra vita secondo quello che vogliamo noi: mi sono accorto che in tante persone c’è questa profonda divisione tra il credere/devozione e la condotta di vita, come se fosse possibile svincolare le due cose. Tanti ritengono che amore è quello che mi fa stare bene, che mi soddisfa, che non crea problemi, che mi dà ragione, che esegue gli ordini: anche ammesso che fosse possibile, siamo all’opposto del Sacramento del matrimonio.

Ogni essere umano è chiamato all’amore, perché creato a immagine di Dio, ma la verità dell’amore dipende dalla sua conformità al disegno di Dio. Se due donne, tramite i soldi, i progressi della medicina e un donatore, riescono ad avere un figlio da crescere, dovranno comunque un giorno spiegargli che comunque un papà ce l’ha, anche se non lo conoscerà mai o è sconosciuto, perché la verità è che la vita può nascere solo dall’unione di un uomo e una donna (non entro poi nel merito sulla considerazione dei figli come diritto e non come dono immenso).

Non siamo noi a decidere cos’è l’amore, è Dio che ha scritto nel nostro cuore il desiderio di amare e di essere amati, ma questo desiderio, se non viene illuminato dalla grazia, può perdersi, deviare, confondersi. Non possiamo costruire l’amore vero senza Dio. Ogni tentativo umano, ogni ideologia che pretende di ridefinire la famiglia o il matrimonio, rischia di crollare, come una casa costruita sulla sabbia.

È tempo di tornare a parlare di verità, non solo di emozioni, di educare all’amore, non solo di assecondarlo, di proporre, con umiltà ma anche con coraggio, la bellezza del progetto di Dio sull’uomo, sulla donna, sulla famiglia. Allora sì, la famiglia è dove c’è amore: ma quell’amore deve avere un Nome, una forma, una verità e un obbiettivo, solo l’amore che si radica nella volontà di Dio può davvero costruire una casa che resiste alle tempeste.

Una cultura che smarrisce la verità dell’amore rischia di produrre generazioni fragili, incapaci di donarsi, abituate a sostituire la realtà con il desiderio; eppure, la verità non è nemica della libertà: la libera, la orienta, la rende piena. Anche quando questa verità è scomoda, anche quando ci chiede di rinunciare a qualcosa, perché alla fine, la vera libertà nasce dalla verità; e la verità è che non ogni unione può dirsi famiglia, non ogni sentimento è amore che salva, non ogni desiderio è giusto solo perché è forte.

Forse non tutti capiranno queste parole, ma non importa: l’importante è continuare a testimoniarle, con umiltà, ma senza paura, perché la verità, quando è vissuta con amore, parla da sola e può, un giorno, toccare il cuore anche di chi oggi la rifiuta.

L’Amore, quello vero, non si inventa, si scopre e, una volta scoperto, si custodisce, fino alla fine.

Ettore Leandri (Presidente Fraternità Sposi per Sempre)

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