Ci sono promesse ben più grandi di noi, che solo Dio può avere l’audacia di pensare, progettare, proporre e realizzare. Il termine “promessa” compare oltre centosessanta volte nella Bibbia (traduzione italiana): questo deve farci rifletterci e spingerci verso certe domande.
Chi è il fautore di queste promesse? Chi ne è il protagonista? Cadono semplicemente dal Cielo esigono una partecipazione dell’uomo? Sono solo un annuncio da accettare – o meno – passivamente o implicazione una reazione, una risposta, un’azione? Ne sono fedeli entrambi le parti? Oppure una, più dell’altra, è disposta a perdonare, nonostante tutto?
Promettere è qualcosa di solenne, definitivo, potentissimo nella cultura sociale umana. Il termine deriva dal latino promittere, composto di pro e mittere, che significa «mandare, inviare». Possiamo tradurlo quindi come «mandare avanti», «inviare pro-attivamente».
A tal proposito nell’enciclopedia Treccani online leggiamo: “Annunciare ad altri la propria intenzione di fargli o dargli qualche cosa a lui gradita o da lui chiesta, o comunque impegnarsi a fare qualche cosa, a tenere un dato comportamento, ecc. Con compl. oggetto: p. un premio, un regalo, una ricompensa; gli ho promesso il mio appoggio; m’ha promesso aiuto, o il suo aiuto; non ti posso p. nulla. Con prop. oggettiva: promettimi di star buono, di comportarti bene; mi ha promesso di mettersi a studiare; ti prometto di tornare presto; promettimi che mi condurrai con te; mi prometti che non lo farai più? come risposta: te lo prometto; lo prometto (o semplicem. prometto)”. [1]
La Parola è colma di promesse meravigliose. Potremmo dire di essere tutti figli di una promessa. La prima, grande, onnipotente, eterna, è che abbiamo un Padre che ci ama e ci ha amati da sempre: “Ti ho amato di amore eterno” (Ger 31,3). Un Figlio che è venuto a riscattarci: “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi” (Gv 14, 2-3). Uno Spirito Santo che ci sostiene: “Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14, 26).
Pensiamo a qualcuna delle promesse bibliche più conosciute ed importanti, come quella ad Abramo: “«Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia” (Gn 15, 5-6). Pensiamo alla promessa fatta a Zaccaria: “Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni …» (Lc 1, 13). E, poi,pensiamo alla promessa fatta a Maria: “«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù … nulla è impossibile a Dio»” (Lc 1, 30-31 e 37).
Questa grandezza non è relegata solamente al passato o solamente a questi (santi) personaggi. Le promesse di Dio sono per ciascuno di noi. Da sempre e per sempre. Anche quando tutto sembra essere contro di noi. Anche quando nessuno oserebbe mai pensare al contrario. Perché Dio è al sopra di tutto e di tutti. È onnipotente, può tutto. Ma dobbiamo credere in Lui. Dobbiamo credere che Lui può. Dobbiamo fidarci ciecamente. Perché, come amo dire, la speranza cristiana è la certezza nel compimento delle promesse di Dio.
Ognuno di noi, dunque, è chiamato a credere a queste promesse. Che sono certamente più di un una, nell’arco della vita. Ci sono quelle nell’infanzia, nell’adolescenza, nell’età adulta, in quella avanzata. Promesse che partono dal basso, da noi, e si rivolgono verso l’Alto. Così come quelle che Dio stesso stringe con noi. Il problema è quando non ce ne accorgiamo, o quando non vogliamo vederle, sentirle, abbracciarle, accettarle. Ci sono poi le promesse che scambiamo tra noi, fino ad arrivare a quella nuziale, il patto per eccellenza tra un uomo e una donna e Dio. Ogni vocazione ha le sue promesse, in qualunque direzione esse si muovano e da qualunque partono. L’errore sta nel pensare che siano solo per alcuni e non per tutti.
Il 20 giugno è il giorno del compimento di due enormi promesse che Dio ha fatto a mio marito e a me: il 20 giugno 2012 nel battesimo di desiderio di Chicco, il nostro primogenito, nato direttamente in Cielo. Il 20 giugno 2013 nella nascita di Samuele Maria. Perché il Padre è fatto così: garante per eccellenza, ci parla anche attraverso le date.
Fabrizia Perrachon
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[1] Definizione completa disponibile al link https://www.treccani.it/vocabolario/promettere/
elaborato non comptensibile
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