Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa (Om. 25, 1-2. 4-5; PL 76, 1189-1193) Maria Maddalena, venuta al sepolcro, e non trovandovi il corpo del Signore, pensò che fosse stato portato via e riferì la cosa ai discepoli. Essi vennero a vedere, e si persuasero che le cose stavano proprio come la donna aveva detto. Di loro si afferma subito: «I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa»; poi si soggiunge: «Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva» (Gv 20, 10-11). In questo fatto dobbiamo considerare quanta forza d’amore aveva invaso l’anima di questa donna, che non si staccava dal sepolcro del Signore, anche dopo che i discepoli se ne erano allontanati. Cercava colui che non aveva trovato, piangeva in questa ricerca e, accesa di vivo amore per lui, ardeva di desiderio, pensando che fosse stato trafugato. Accadde perciò che poté vederlo essa sola che era rimasta per cercarlo; perché la forza dell’opera buona sta nella perseveranza, come afferma la voce stessa della Verità: «Chi persevererà sino alla fine, sarà salvato» (Mt 10, 22). Cercò dunque una prima volta, ma non trovò, perseverò nel cercare, e le fu dato di trovare. Avvenne così che i desideri col protrarsi crescessero, e crescendo raggiungessero l’oggetto delle ricerche. I santi desideri crescono col protrarsi. Se invece nell’attesa si affievoliscono, è segno che non erano veri desideri.
Oggi prendiamo spunto per la nostra riflessione da questa intensa omelia che ha molto da insegnarci nella festa liturgica di S. Maria Maddalena (proveniente da Magdala).
Innanzitutto si mette in evidenza la differenza tra il comportamento maschile dei discepoli/apostoli e quello femminile di Maria Maddalena. Gli uni, visto il sepolcro vuoto non stanno lì molto a disperarsi ma se ne tornano a casa; lei, invece, resta lì a piangere. Il punto chiave non è che resti per piangere, ma il fatto che resti, questo conta. E questo è un tipico atteggiamento femminile e molto materno: lasciarsi coinvolgere anche emotivamente da ciò che succede a quelli che si amano come se fosse accaduto a se stesse.
Nonostante l’evidenza dei fatti dica che Gesù non c’è lei continua a cercarlo, come se la realtà concreta fosse solo un sogno, per lei non poteva essere vero che Gesù fosse semplicemente scomparso, e quindi lo cerca aldilà dell’evidenza del sepolcro vuoto.
Ed infatti Gesù si lascerà trovare proprio da lei, perché aveva saggiato la sua perseveranza nella ricerca.
Questo atteggiamento tutto femminile è quell’ancora che salva le nostre coppie, le nostre famiglie. Ci sono tantissime spose e mamme che fanno di tutto (o l’hanno fatto) per tenere unita la famiglia quando tutto sembra sfasciato, che non smettono di cercare la comunione laddove viene ignorata, che non si fermano nemmeno di fronte ad un sepolcro… proprio come Maria Maddalena.
Il Signore poi ha sfruttato questi diversi atteggiamenti dei discepoli e della Maddalena per i suoi fini di salvezza. Ed infatti accade così, come ci racconta l’omileta di cui sopra, che I santi desideri crescono col protrarsi. Se invece nell’attesa si affievoliscono, è segno che non erano veri desideri.
Questa è una bella lezione anche per noi sposi, se infatti non progrediamo nella vita spirituale ma restiamo all’età del catechismo ( tanto per intenderci ) non è che forse non abbiamo i desideri santi? Oppure si sono affievoliti gli entusiasmi iniziali?
Tante coppie partono con entusiasmo, ma poi si lasciano soffocare dalle cose di questo mondo, che assorbono tutte le loro energie, e la relazione intanto? E la vita spirituale di coppia che fine ha fatto?
Coraggio sposi, questo tempo di distensione estiva possa aiutarci a ritrovare il gusto dei desideri santi sulla scorta di S. Maria Maddalena.
Giorgio e Valentina.
Acquista il libro con gli articoli più belli del blog
Acquista il libro Il dono del corpo. La sessualità come dono sacro tra gli sposi.