Un amico mi ha suggerito un video su TikTok della pedagogista Katty Ciarallo (cercatela, è davvero in gamba). Quelle parole mi hanno colpito profondamente e, dopo una breve ricerca, ho sentito il desiderio di scriverci un articolo. Un bambino di quattro anni che bestemmia. Un altro che si sveglia la notte urlando perché un video gli ha detto: “Se non ti iscrivi, tua madre morirà davanti a te”. Non è una leggenda metropolitana. È ciò che sta accadendo, oggi, in molte case e scuole italiane. Il fenomeno si chiama “brain rot” — letteralmente “marciume cerebrale” — ed è il nuovo volto subdolo della manipolazione digitale sui più piccoli.
Cosa sono i contenuti Brain Rot
Sotto forma di video apparentemente buffi, colorati, senza senso (squali che ballano, Puffi che cantano, animali con scarpe o aerei), si nascondono contenuti pericolosi: linguaggio volgare, bestemmie, incitazione alla violenza, minacce dirette. E il tutto avvolto in filastrocche ipnotiche e ripetitive che si incollano al cervello, soprattutto a quello ancora in formazione.
Molti genitori non si accorgono di nulla: i bambini sembrano solo divertiti. Ma dietro quella risata c’è una programmazione inconscia. Come ha scritto don Luigi Maria Epicoco, “ciò che entra nel cuore di un bambino non va mai via. Ecco perché bisogna vigilare su ciò che guardano e ascoltano più che su ciò che mangiano.”
I danni sulla psiche infantile
I bambini sotto gli 8 anni non hanno ancora sviluppato pienamente la capacità di distinguere la finzione dalla realtà. Anche quando sanno che “è solo un cartone”, le emozioni che provano sono autentiche. Se il contenuto è disturbante ma presentato come “normale” o “divertente”, lo assorbono senza filtri.
“Un bambino piccolo non è in grado di difendersi da contenuti tossici. Li subisce. E ciò che oggi provoca solo disagio, domani può trasformarsi in disordine del comportamento o dell’umore.”
— Dott.ssa Maria Rita Parsi, psicoterapeuta
Il rischio maggiore è la desensibilizzazione: il male non fa più paura. La volgarità diventa routine. La violenza smette di essere riconosciuta come tale. Bambini che ridono davanti alla sofferenza altrui, che ripetono bestemmie senza capirle, che diventano più aggressivi, meno empatici, più esposti al bullismo o alla pornografia.
E nei casi più estremi, il fenomeno si evolve in dipendenza da contenuti disturbanti. Una spirale che può portare, secondo la Dott.ssa Nicoletta Daprati, neuropsicologa, a “una perdita precoce dell’innocenza e a un ritiro emotivo silenzioso che i genitori faticano a interpretare”.
Testimonianze allarmanti
Maestre della scuola dell’infanzia raccontano di bambini che arrivano bestemmiando, altri che piangono per minacce ascoltate nei video, altri ancora che diventano aggressivi con i compagni o si isolano senza motivo apparente. Papa Francesco ci mette in guardia:
“La mente dei bambini è tenera come cera: ciò che vi si imprime, resta. Dobbiamo proteggerli da ciò che può deformarli interiormente.”
(Angelus, 4 giugno 2023)
E San Giovanni Paolo II diceva:
“L’educazione dei figli è la prima missione dei genitori, ed è un compito che nessuno può delegare.”
(Familiaris Consortio, 36)
Cosa possono fare i genitori
- Controllare attivamente i contenuti. Non basta il parental control. Serve presenza e vigilanza.
- Guardare insieme i video. Se qualcosa disturba voi, disturba molto di più loro.
- Limitare il tempo sugli schermi. Non più di 30-60 minuti al giorno nei primi anni.
- Favorire giochi reali, letture, relazioni. La realtà è il miglior vaccino contro il digitale tossico.
- Parlare con i figli. Chiedere: “Cosa hai visto oggi?”, “Cosa ti ha fatto ridere o paura?”.
- Insegnare a dire di no. Anche i piccoli possono imparare a riconoscere ciò che non li fa stare bene.
Come ha affermato Papa Benedetto XVI, “educare è sempre un atto d’amore, ma anche un atto di coraggio. Non basta essere presenti: bisogna esserlo con verità.”
Non è allarmismo, è responsabilità
Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di educarla. Di non accettare che lo schermo diventi il nuovo educatore silenzioso e invisibile dei nostri figli. Di svegliarci prima che sia troppo tardi.
Perché ciò che sembra solo un cartone “strano”, oggi, può generare un vuoto emotivo domani. Ma un bambino protetto e accompagnato, sarà un uomo capace di scegliere il bene, di ridere senza ferire, di dire no a ciò che è disumano.
“Solo chi ha sperimentato l’amore vero è capace di dire un no deciso al male. È questo che dobbiamo offrire ai nostri figli: amore vero, che protegge.” Papa Francesco
Antonio e Luisa
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