Non ti vedo tutto

Le coppie, nel corso dei secoli, hanno sempre cercato di trovare consigli e suggerimenti utili per vivere al meglio il loro amore. Spesso la saggezza popolare si è tradotta in proverbi che racchiudono insegnamenti semplici ma profondi, capaci di riflettere le dinamiche di una relazione amorosa. Ma che cosa sono quelli che potremmo definire “proverbi di coppia”? E perché è interessante parlarne?

Possiamo definirli come frasi brevi e spesso metaforiche che esprimono verità universali sull’amore, la fedeltà e il rispetto reciproco. Riportati pressoché oralmente e passati di padre in figlio, rappresentano un patrimonio di saggezza popolare prezioso, portatore di massime preziose e di verità che – spesso e volentieri – s’intersecano con la grande Verità dell’amore cristiano.

Il comando: “Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (Gn 2, 24) ha dentro di sé l’universo intero! Che nel corso del tempo si è adattato alla semplicità e genuinità delle persone trasformandosi in vari proverbi. Come sappiamo, sono un elemento fondamentale della cultura italiana perché racchiudono in poche parole l’esperienza, la saggezza e i valori di generazioni di persone. Sono come piccole lezioni di vita che si tramandano nel tempo, spesso con un tocco di umorismo, di poesia o di fede.

I proverbi sono molto legati alle tradizioni locali e alle caratteristiche del territorio. Per esempio, in alcune regioni si usano proverbi che parlano di agricoltura o di mare, riflettendo l’economia e la vita quotidiana di quei luoghi. Inoltre, i proverbi sono spesso usati nelle conversazioni quotidiane per esprimere un pensiero in modo immediato e colorito, creando un senso di condivisione e di identità tra le persone. Sono anche strumenti utili per insegnare valori ai più giovani, trasmettendo saggezza in modo semplice e memorabile nello stesso momento.

Nel cuore della provincia di Cremona, tra distese di mais e antiche vie di ciottoli, si nasconde un modo di dire molto originale: “Non ti vedo tutto“. Questa espressione, tipica del dialetto cremasco, può suonare strana, particolare, magari anche incomprensibile a chi non è di zona. In italiano, infatti, non vedere tutta una persona, potrebbe trovare un corrispondente nel detto “avere le fette di salame sugli occhi”. 

Il connotato però, in questo caso, è negativo. Significa essere incapaci di vedere le cose – o le persone – chiaramente, di riconoscere la realtà o di rendersi conto di qualcosa di ovvio. È come se si avesse, appunto, un paraocchi che impedisce di vedere bene ciò che ci circonda. Ma, soprattutto, la natura di una persona, la sua sincerità, il suo carattere, la sua trasparenza.

Il detto cremasco “Non ti vedo tutto“, invece, porta con sé un’incredibile dolcezza. Significa che di una certa persona non è che non si vogliano vedere i difetti ma che l’amore, o l’affetto, ce la facciano vedere in maniera differente. Con tenerezza e delicatezza. Senza accettare passivamente le cose che, eventualmente, non vanno. Ma curandole con l’amore. Bello, vero? “Non ti vedo tutto” significa, insomma, stravedere per qualcuno, con simpatia ed empatia. Provando ad amare quella persona come fa Dio: amando per primo. Come dice San Giovanni Apostolo: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4, 19).

In questo senso, “Non ti vedo tutto“, diventa come una vera e propria dichiarazione d’amore. È come dire all’altro o all’altra: so che hai dei limiti, delle fragilità, dei lati di te su cui devi lavorare. Però desidero volerti già bene così e poi costruire insieme qualcosa di bello, di vero, di autentico.

Non ti vedo tutto” è come dire che, con i miei occhi innamorati, riesco a vederti come nessun altro è in grado di farlo. Perché non guardo solo l’esteriorità ma l’amore mi rende capaci di vederti dentro, di scorgerti l’anima. “Non ti vedo tutto” è l’equilibrio tra l’accogliere e lo spronare a diventare una persona migliore, con amore e per amore. Dell’altro, o dell’altra, ma soprattutto di Dio.

Il coniuge, infatti, riceve in dono dal Cielo, mediante il sacramento del matrimonio un “super potere”: quello di vedere la moglie, o il marito, in modo unico e speciale, con lenti divine. Perché in quell’amore c’è la Trinità. Perché quell’amore è immagine della Trinità. Gli occhiali speciali che procura Dio alla coppia, allora, sono quelli di un sentimento che è anche preghiera, benedizione, profumo d’eternità. E il “Non ti vedo tutto” è un voler andare oltre il limite dello sguardo unicamente umano. E provare, o meglio, riuscire a vedere l’amore della vita con uno sguardo libero dalle miserie della terra e già proiettato alle meraviglie di Lassù. Non ti vedo tutto, insomma, è come dire ti amo. Ma in modo dolcissimo e originalissimo.

Fabrizia Perrachon

Per acquistare i miei libri clicca qui. Desideri offrirmi un caffè, un cappuccino o una spremuta? Clicca qui! https://buymeacoffee.com/reginadellr Mi darai una mano fondamentale nel sostenere tutte le mie numerose attività di evangelizzazione e diffusione della speranza cristiana! Grazie davvero dal profondo del cuore. Fabrizia

Acquista il libro Il dono del corpo. La sessualità come dono sacro tra gli sposi.

Acquista L’ecologia dell’amore

Lascia un commento