Scoperchiare il tetto

Dal «Discorso sui pastori» di sant’Agostino, vescovo (Disc. 46, 13; CCL 41, 539-540) […] Ma chi ama il mondo per qualche insana voglia e si distoglie anche dalle stesse opere buone, è già vinto dal male ed è malato. La malattia lo rende come privo di forze e incapace di fare qualcosa di buono. Tale era nell’anima quel paralitico che non poté essere introdotto davanti al Signore. Allora coloro che lo trasportavano scoprirono il tetto e di lì lo calarono giù. Anche tu devi comportarti come se volessi fare la stessa cosa nel mondo interiore dell’uomo: scoperchiare il suo tetto e deporre davanti al Signore l’anima stessa paralitica, fiaccata in tutte le membra ed incapace di fare opere buone, oppressa dai suoi peccati e sofferente per la malattia della sua cupidigia. Il medico c’è, è nascosto e sta dentro il cuore. Questo è il vero senso occulto della Scrittura da spiegare. Se dunque ti trovi davanti a un malato rattrappito nelle membra e colpito da paralisi interiore, per farlo giungere al medico, apri il tetto e fa’ calar giù il paralitico, cioè fallo entrare in se stesso e svelagli ciò che sta nascosto nelle pieghe del suo cuore. Mostragli il suo male e il medico che deve curarlo. […]

In questo stralcio di discorso sant’Agostino si riferisce al famoso miracolo raccontato nei tre vangeli sinottici, ed è chiara la sua spiegazione del simbolismo nascosto dietro a questo fatto. E’ tipico dei santi che ruminano la Parola soffermarsi su questo o quell’avvenimento raccontato per trovarne un significato nascosto, come fosse una sorta di lettura di un codice cifrato.

E da questa lettura spirituale sant’Agostino trae un insegnamento per i pastori (sacerdoti e vescovi) in primis, ma che non esclude a priori chi, alla stregua dei pastori d’anime, ha la responsabilità di altre anime. E’ il caso dei genitori nei confronti dei figli, oppure dei catechisti verso i propri catecumeni, oppure di coppie nei confronti di altre coppie, com’è il caso del corso appena concluso: “Come sigillo sul cuore“.

Noi coppie dell’equipe non abbiamo fatto un granché, poiché scopriamo ogni volta di essere solo dei ripetitori, come fa un po’ il suono dell’eco che ripete il suono della fonte ma la fonte non è l’eco stessa, essa infatti si limita a ripetere. Ma poi il lavoro più importante di cui si è servito il Signore è stato quello descritto da sant’Agostino, e cioè quello di aprire il tetto al paralitico e calarlo giù dentro se stesso svelandogli ciò che sta scritto dentro le pieghe del suo cuore.

In molti corsisti si sono stupiti della modalità con cui abbiamo esposto gli argomenti, se ci pensiamo bene non abbiamo fatto calare dall’alto una verità sulle loro vite, non abbiamo parlato di dottrine scritte su carta obbligandoli a farle incastrare nelle loro vite, qual è stato il nostro lavoro quindi? Quello di far scoprire loro la bellezza che già sono (almeno in potenza), abbiamo mostrato loro che tanta bellezza è già scritta nei loro cuori, ed è proprio quello che sant’Agostino spiega ai suoi “colleghi” pastori d’anime come metodo da usare con le proprie pecorelle.

Di tutto ciò noi possiamo solo essere da una parte attori ma dall’altra anche spettatori, in quanto molti anni fa questo lavoro è stato fatto con noi dal nostro indimenticabile padre Bardelli. Ed ora ciò che gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente doniamo. Tutto ciò per tirare acqua al nostro mulino?

No, solo per esortare le molte coppie, che non sanno da che parte cominciare per cambiare la propria relazione o quella con i figli, ad imitare quanto dice sant’Agostino. Leggete con attenzione le esigenze del cuore, e capirete di conseguenza come agire.

Le esigenze del cuore dell’uomo sono sempre le stesse, ne ricordiamo alcune: l’amore fedele, l’amore indissolubile, l’amore gratis, il desiderio di essere perdonati, compresi, accettati e molte altre.

Coraggio sposi, dov’è la buona notizia? Che il paralitico ha preso il suo lettuccio e se n’è andato con le proprie gambe, se quel paralitico è la vostra relazione di sposi non abbiate paura a compiere quel percorso verso il medico Gesù.

Giorgio e Valentina.

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