Il sacerdote che ripeteva: «Come diceva la mia cara moglie Elizabeth…»

Ho sempre pensato che l’amore e le preghiere di un coniuge potessero salvare l’altro. Forse non tutti, e non sempre, se ne rendono conto ma questo è possibile in virtù dell’amore di Dio: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1 Gv 4, 19).

Un po’ di tempo fa, leggendo la storia che riporto qui sotto, ho avuto l’ennesima conferma che il mio pensiero era corretto. Che gioia! Che consolazione! E, nello stesso momento, che impegno e che responsabilità! Ma è proprio in virtù dell’amore che avvengono molti miracoli, molte conversioni, molte guarigioni. Del cuore e dell’anima, prima che del corpo. Guarigioni d’amore, per amore e nell’amore. Crediamo fermamente nell’amore coniugale, nel sacro e casto amore cristiano tra marito e moglie e sperimenteremo meraviglie!

Lasciate che vi racconti una storia per mostrarvi come i meriti dell’uno possono passare all’altro. All’inizio del secolo, una brava ragazza cattolica e un medico non credente si sposarono a Parigi. Il nome di lui era Lesueur. Egli promise di rispettare la fede del suo matrimonio, ma subito dopo tentò di romperlo. Oltre alla professione medica, divenne editore di un giornale parigino ateo e anticlericale. Sua moglie reagì decidendo di approfondire la propria fede. Nella stessa casa lei allestì una biblioteca di apologetica e lui una biblioteca atea.

Nel maggio 1905, mentre lei era in punto di morte, disse al marito: «Felix, quando io sarò morta tu sarai cattolico e sacerdote domenicano». Egli le disse: «Elizabeth, tu conosci i miei sentimenti. Ho giurato odio alla Chiesa e a Dio, e vivrò e morirò in quest’odio!». Lei ripeté le sue parole e morì. 

Rovistando tra le carte di lei, ritrovò una sua volontà del 1905 in cui chiedeva a Dio onnipotente di mandarle sufficienti sofferenze per guadagnare l’anima di lui. Quindi aggiungeva: «Nel giorno della mia morte avrò pagato il prezzo. Sarai stato comprato e pagato. Nessuna donna ha un amore più grande che dare la vita per il marito».

Sul momento le considerò fantasie di una pia donna, benché amasse molto sua moglie. Per dimenticare il suo dolore, intraprese un viaggio nel sud della Francia. Si fermò di fronte a una chiesa dove sua moglie era entrata per una visita durante il loro viaggio di nozze. Sembrava che lei gli parlasse, dicendo: «Va’ a Lourdes». Andò a Lourdes da non credente

Aveva scritto un libro contro Lourdes, dimostrando che i miracoli erano inganno e superstizione. Mentre era davanti alla grotta di Nostra Signora, ricevette il dono della fede, così completo e totale da non aver bisogno di argomentazioni, e disse: «Bene, ora che credo, come affronterò questa o quella difficoltà?». Vide tutto ciò che aveva creduto nella sua totale erroneità e stupidità.

La conversione del dottor Lesueur ebbe un clamore pari al bombardamento di Reims. Il tempo passò. Nel 1924 feci il mio ritiro in un monastero domenicano belga sotto la guida spirituale di padre Lesueur, che mi raccontò la sua storia. Non capita spesso di fare un ritiro con un sacerdote che di tanto in tanto dice: «Come diceva la mia cara moglie Elizabeth…». Ma la morale di questa vicenda è che l’amore non è totalmente e completamente quaggiù. È in Dio e amando Dio salviamo il coniuge, che sia una cattiva moglie o un cattivo marito. Perché una volta sposati sono due in una carne sola”. [1]

Non si tratta di una leggenda né di un bel racconto ma di una storia vera, autentica, vissuta. I protagonisti sono Pauline-Élisabeth Arrighi e il marito Félix Leseur, divenuto poi Padre Maria Alberto. L’amore coniugale ottenne la conversione! L’amore di Dio, nell’amore di una moglie o di un marito, che arriva dritto nel cuore e nell’anima e li cambia, per sempre. Per il bene proprio e degli altri. Per il Bene più grande che gli sposi si promettono all’altare.

Félix, dopo la morte dell’amata, entrò nel noviziato dei Domenicani a Parigi nel 1919, assumendo appunto il nome di fra Maria Alberto, e l’8 luglio 1923 fu ordinato sacerdote. Si spense il 27 febbraio 1950, dopo ventisette anni dedicati al sacerdozio, durante i quali si impegnò a diffondere la spiritualità di Élisabeth, attualmente Serva di Dio, e a promuoverne l’avvio della sua causa di beatificazione, tutt’ora in corso.

«Se Dio mi chiama, gli dirò: Eccomi», furono tra le ultime parole di Padre Maria Alberto. Una storia meravigliosa, questa, che si accompagna a quelle di altre “santi coniugi” più conosciuti, come Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi Luis e Zélie Martin (genitori di Santa Teresina di Lisieux) o Sant’Isidoro e Maria de la Cabeza. Una storia meravigliosa che merita di essere conosciuta, diffusa e imitata!

Fabrizia Perrachon

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[1] Fulton J. Sheen, da “Perché credere? 50 risposte sul senso della vita. Vol. 2” edizioni Ares

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