O Donna gloriosa, alta sopra le stelle, tu nutri sul tuo seno il Dio che ti ha creato. La gioia che Eva ci tolse ci rendi nel tuo Figlio e dischiudi il cammino verso il regno dei cieli. Sei la via della pace, sei la porta regale: ti acclamino le genti redente dal tuo Figlio. A Dio Padre sia lode, al Figlio e al Santo Spirito, che ti hanno adornata di una veste di grazia. Amen.
Questo inno glorioso è tratto dall’Ufficio divino della festa odierna della Beata Vergine Maria del Rosario, istituita da Papa Pio V nel 1572 per ricordare la vittoria di Lepanto (7 ottobre 1571). In quella storica battaglia la flotta cristiana sconfisse i turchi musulmani, e il Papa attribuì il trionfo all’intercessione di Maria, alla quale aveva invitato tutto il popolo a rivolgersi con la preghiera del Rosario.
Questo giorno è l’occasione per ricordare diverse realtà della nostra fede: la forza della preghiera specie quella comunitaria, la potente intercessione di Maria, la speciale devozione del Santo Rosario, il ruolo del Papa che si fa intercessore presso il Padre della preghiera di tutta la Chiesa, la Chiesa amata sposa di Cristo, la Vergine Madre della Chiesa, e altre che si intrecciano a queste. Noi ci concentriamo sulla figura di Maria come Madre.
Solitamente quando muore una celebrità si ragiona su quale sia l’eredità che tale persona lascia al mondo intero, lo abbiamo visto nei giorni scorsi riguardo a S.Francesco d’Assisi, per il quale si sono sprecate parole, a proposito ma anche a sproposito, per elogiarne “i tratti distintivi e coglierne il messaggio per il nostro tempo”. Se facciamo questo per un santo a cui mostriamo la nostra gratitudine e la nostra venerazione, ma pur sempre una creatura, cosa mai potremmo fare per il Figlio di Dio? Qual è dunque l’eredità che Gesù ci ha lasciato?
Di solito sul letto di morte i santi lasciano qualche parola come eredità spirituale ai propri discepoli, e Gesù non è stato da meno, infatti sulla Croce ci ha lasciato, come eredità, addirittura una Madre.
Gesù ci ha lasciato Maria come Madre, e certamente aveva le Sue buone ragioni. La memoria della battaglia di Lepanto ci ricorda che Maria non resta indifferente alle nostre vicende: è una Madre attenta, che accompagna i suoi figli e insegna loro come affrontare le avversità con fede e coraggio.
Spesso le madri seguono a distanza i passi dei figli ormai adulti, con le lacrime agli occhi e il cuore ferito. Pur vedendoli sbagliare, rispettano le loro scelte, anche quando li allontanano dalla Verità o li conducono su strade di vita disordinata. Restano madri silenziose che soffrono nel profondo, e talvolta questa sofferenza si riflette persino sul loro corpo. Patendo in silenzio, attendono: attendono che i figli ricordino gli insegnamenti ricevuti, perché una madre non può sostituirsi al libero arbitrio dei propri figli, può solo amarli e sperare.
E cosa aspetta la Vergine Maria dagli sposi cristiani? Che si affidino a lei come figli, proprio con la fiducia totale dei bimbi piccoli che non si chiedono il perché la mamma domandi di fare questo o quello, ma lo fanno semplicemente perché l’ha detto mamma, per i bimbi è sufficiente sapere che il comando viene dalla mamma che li ama, il resto è un dettaglio.
Cari sposi, anche noi dobbiamo imitare il popolo del 1571, affidarci alla potente intercessione della Vergine Madre, senza chiederci il perché, ci basti sapere che il comando di averla per Madre ci viene dalle parole del Figlio di Dio pronunciate poco prima di spirare, quindi hanno un certo spessore, sono come la nostra eredità.
Coraggio allora, dimostriamo alla Madonna in questo Ottobre, mese dedicato per l’appunto alla Vergine Maria del Rosario, che vogliamo vivere da figli suoi… come? cominciamo con l’imitare il popolo di quell’Ottobre del 1571 che recitò molti rosari.
Giorgio e Valentina.
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