Quando la coppia si scontra con la realtà

Per me mettere al mondo dei figli nel matrimonio è sempre stato il naturale compimento del sogno di vita che avevo da sempre. Dopo aver trovato l’amore in Stefano, avevo tutti gli ingredienti per realizzare ciò che avevo immaginato nei miei pensieri di gioventù, la mia famiglia perfetta. Lui non aveva le mie alte aspettative ma accolse senza indugio il progetto. Desideravamo dei figli educati, non viziati, responsabili, autonomi, affidabili e confidavamo nelle nostre capacità di essere buoni genitori che si sostengono e si appoggiano l’uno all’altro.

Guardando indietro, ricordo la gioia dei primi mesi, la sensazione di camminare sul sentiero luminoso che avevamo desiderato. Ci sembrava tutto possibile: ci sentivamo preparati, convinti che l’amore bastasse a colmare ogni mancanza e a superare ogni difficoltà. Non immaginavamo, però, quanto il diventare genitori potesse mettere alla prova, fino in profondità, la struttura stessa del nostro legame.

Ben presto la vita ci dimostrò che non era tutto così scontato: la nostra relazione di coppia, con la nascita dei nostri due maschi a distanza di soli 20 mesi l’uno dall’altro, si è trasformata in una calendarizzazione di impegni e doveri genitoriali che ci hanno assorbito individualmente e allontanato dalla nostra romanza iniziale. I nostri figli non erano bamboline né soprammobili, da piccoli non dormivano la notte, e richiedevano tutte le nostre energie.

Così, in modo quasi impercettibile all’inizio, il matrimonio iniziò a cambiare volto. La tenerezza spontanea si trasformò in stanchezza cronica, le conversazioni in scambi rapidi e funzionali, le serate insieme in occasioni per recuperare un po’ di sonno. I figli diventavano il centro delle nostre giornate, ma noi due smettevamo lentamente di essere il centro l’uno dell’altra.

I figli sono divenuti la nostra crisi, o comunque una delle cause, un pretesto e anche le vittime naturali e incolpevoli di una relazione di coppia che faticava. I figli hanno fatto emergere la nostra incapacità di condividere, di collaborare, di dialogare e di unirci di fronte alle difficoltà. Ci siamo allontanati, abbiamo perso intimità e intesa, dialogo, abbiamo iniziato a vivere da scapoli sposati, a discutere e litigare con rabbia, ad accusarci e giudicarci di essere i responsabili dei capricci e irritabilità dei nostri figli, delle delusioni come educatori. Il carattere chiuso ed ermetico è stato determinante nella deflagrazione della nostra crisi portandoci ad un definitivo allontanamento sia dal lato fisico che da quello spirituale. Il cuore ferito e deluso, ormai chiuso verso l’altro, si è aperto per uno di noi verso l’esterno a cercare quell’intimità ormai persa fra di noi. Siamo andati vicino a distruggere il sogno della nostra vita.

Questa parte della nostra storia rimane la più dolorosa da ricordare. Non è facile riconoscere quanto ci si possa perdere pur vivendo nella stessa casa, condividendo gli stessi figli. Cresceva in noi la distanza, un deserto emotivo che ci avrebbe potuti schiacciare. È stato il tempo in cui abbiamo toccato con mano la fragilità umana e l’illusione di essere autosufficienti.

Poi abbiamo incontrato Retrouvaille e con impegno siamo riusciti a recuperare il nostro matrimonio che davamo per spacciato e ad ulteriore rafforzamento abbiamo messo al mondo una splendida bambina, per noi vanto e benedetta dal Signore. Proprio i figli così sono stati una risorsa per combattere e voler rinascere nella coppia, quasi a voler dimostrare che non sono stati loro la causa. Le successive difficoltà inerenti alla loro gestione ed educazione, addirittura più impegnative, sono diventate delle sfide quotidiane per noi e con l’aiuto di Retrouvaille le affrontiamo mirando alla costruzione piuttosto che alla distruzione della nostra coppia.

Con il tempo abbiamo imparato che l’amore non è un’emozione spontanea, ma una scelta quotidiana fatta di piccoli gesti, di parole ritrovate, di sguardi che si cercano anche quando costa fatica. Abbiamo imparato a parlare, ad ascoltare, a condividere di nuovo. Soprattutto, abbiamo imparato che la coppia non si custodisce da sola: va nutrita, difesa, sostenuta.

I nostri sguardi ora si incontrano quando qualcosa non va come vorremmo, ma ci guardiamo con occhi diversi sapendo che possiamo uscirne insieme e ci sentiamo rassicurati come quando i nostri figli nell’ora della buonanotte ci dicono “ti voglio bene”.

Oggi sappiamo che la nostra storia non è perfetta, ma è vera. E proprio per questo è diventata più forte.

Silvia e Stefano (Retrouvaille Italia)

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