Chi ci darà le ali?

Sal 54 (55)  Chi spera nel Signore non resta deluso. Chi mi darà ali come di colomba per volare e trovare riposo? Ecco, errando, fuggirei lontano, abiterei nel deserto. In fretta raggiungerei un riparo dalla furia del vento, dalla bufera. Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. Ho visto nella città violenza e discordia: giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura. Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà, mai permetterà che il giusto vacilli.

Questa settimana di Maggio abbiamo un invito chiaro dai Salmi a porre la nostra fiducia nel Signore, e come testimoni credibili di ciò abbiamo una festa mariana, ma anche S. Rita da Cascia. Due donne da cui le spose (in primis) non possono che trarre grande profitto per la propria vita sponsale; se però con la Madonna il gioco è facile ed anche scontato in quanto è La Madre per eccellenza, non lo è affatto con S. Rita, la quale è stata sposa, moglie, madre, vedova e monaca. Potremmo dire che le ha “provate tutte”, per questo le spose possono pregarla e venerarla affinché interceda per le proprie difficoltà.

Abbiamo tirato in ballo la figura di S. Rita perché ci sembra che sulle sue labbra le parole di questo Salmo stiano come il sugo sulla pasta. Ha avuto un marito non molto tenero, un uomo orgoglioso e irruente, appartenente alla fazione ghibellina, probabilmente oggi lo classificheremmo come una sorta di mafioso dell’epoca, ma grazie a Rita si convertì abbandonando la vita da malavitoso e morì sì ammazzato, ma da cristiano, a causa di una vecchia regolazione di conti tra cosche rivali. La vedova, perdonò gli assassini ed ottenne dal Signore che i due figli, ancora giovanissimi, morissero prima di compiere orrendi delitti vendicativi, come insegna anche S. Domenico Savio “piuttosto che peccare, la morte“. L’ultima parte della vita la passò monaca agostiniana.

Quante lacrime versate, quante mortificazioni per ottenere la conversione del marito, quante sofferenze provate, quanta preghiera, quanto avrà sopportato questa santa donna?

Non possiamo quantificare tutto ciò, ma sicuramente questa è la strada per cambiare il mondo, perché il primo mondo da cambiare è il nostro cuore… o pensate che sia stato facile accettare uno sposo di questa portata, e per di più con un matrimonio combinato?

Pensate sia stato facile perdonare gli assassini del marito quando, finalmente, si era convertito (dopo molti anni di sacrifici di Rita), ed aveva appeso le armi al chiodo ritirandosi a vita privata per fare il semplice mugnaio?

Quando sentiamo molti sposi o spose lamentarsi del proprio coniuge come se fosse il diavolo in persona, come se fosse irrecuperabile, tutte le volte accogliamo il lamento di sfogo, ma indichiamo sempre S. Rita come modello. Una vita facile? No. Una vita santa che ha santificato anche il marito ottenendone la conversione? Sì.

Certamente Rita non si è fidata del primo che passava, ma si è fidata nientemeno che del Signore, di Colui che è il Re dei Re, di Colui che ha sconfitto la morte, scusate se è poco, e come dice il Salmo “Chi spera nel Signore non resta deluso” così anch’ella non è rimasta delusa.

Tra le varie vicissitudini e sofferenze, S. Rita trovava riposo solo nella preghiera e nella confidenza nel Signore, anche in mezzo ai guai il suo cuore sembrava volare alto sopra tutto e tutti.

Cari sposi, chi mette le ali al nostro matrimonio? Non la Red bull di sicuro, solo il Signore: Chi mi darà ali come di colomba per volare e trovare riposo? […] Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà, mai permetterà che il giusto vacilli.

Coraggio sposi, quando il gioco si fa duro gli sposi nel Signore cominciano a giocare.

Giorgio e Valentina.

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