Premessa necessaria ad evitare inutili polemiche sul nulla: ogni persona, sia essa maschio o femmina, ha diritto a vestirsi come meglio crede nei limiti consentiti dalla legge. Non voglio evocare divieti di talebana memoria. In nessun caso il modo di vestire della donna può giustificare comportamenti offensivi e volgari da parte dell’uomo. Su questo non deve esserci dubbio e non voglio essere frainteso. Desidero solo provocare una sana riflessione e mettere in evidenza una differenza tra uomo e donna che spesso le donne non considerano. Siamo in estate. Cosa succede in estate? Le giornate si allungano, i frutti sono maturi, c’è un’esplosione di luce, di colori e di profumi. E poi? Le donne si spogliano! Basta già qualche grado in più e girando per la città si notano donne più o meno giovani aggirarsi vestite di pantaloncini ad altezza chiappa e top che nascondono il minimo indispensabile. A differenza dei maschi che al massimo sfoggiano il pantalone largo al ginocchio e, se proprio vogliono esibire il deltoide scolpito insieme al bicipite pompato in palestra, una canotta. Per non parlare poi di cosa circola in spiaggia dove basta sostare per qualche minuto per vederti sfilare davanti decine di donne con chiappa al vento. Chi ha inventato la brasiliana? E i maschi? Rigorosamente con il costume fino al ginocchio o poco sopra, a parte gli ultracinquantenni che indossano ancora imperterriti lo slip.
Fin qui sono stato ironico ma ora divento serio. C’è qualcosa che non va. Perché le donne hanno tutto questo desiderio di spogliarsi? Che lo ammettano o meno non è per una battaglia di liberazione sessuale femminista. Sì loro spesso la raccontano così. La realtà è che molte si mettono in vetrina. Piace loro l’idea di piacere. E a chi non piace essere ammirati e guardati? Forse però non si rendono conto di come l’uomo è fatto e di come le guarda. L’uomo ha nella vista un organo sessuale tra i più attivi e funzionanti. Molto più sviluppato rispetto a quanto vale per la donna. Si conosco le obiezioni di voi donne. Anche voi ammirate un bel fisico ma vi assicuro che è molto diverso. Senza dimenticare che ad aggravare la situazione spesso l’uomo è cresciuto a pane e pornografia. Molto di meno la donna. Cosa voglio dire care donne? Che è vero che siete guardate, ma non siete ammirate per la vostra sfolgorante bellezza data da un insieme di caratteristiche fisiche e spirituali. Spesso gli uomini si soffermano su alcune parti del corpo e tendono ad identificare e ridurre la donna a quella parte del corpo. Detto esplicitamente quando vi aggirate svestite gli uomini non vedono in voi una bella ragazza, ma un bel paio di chiappe o un bel seno. C’è una sessuologa americana che in modo molto ironico dice: Gli uomini pensano che più grande sia il seno di una donna più lei sia stupida, in realtà più grande è il seno di una donna più gli uomini diventano stupidi. Dovete sapere che quando si entra in chiesa è richiesto un abbigliamento consono non solo per una questione di rispetto del luogo. C’è anche un’altra motivazione forse meno considerata. La donna scollata distrae gli uomini e anche il sacerdote stesso. Un sacerdote nostro amico, prima di ogni celebrazione importante come comunioni e cresime, raccomanda sempre con molta umiltà di avvisare madrine e parenti di vestirsi in modo adeguato. Sono un uomo e certi abbigliamenti durante la Messa mi distraggono e mi infastidiscono – dice. Vi piace davvero essere guardate così? Essere cosificate in questo modo? È scritto già nella Genesi. La Genesi è il libro della Bibbia che più di tutti racconta come siamo fatti. Si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture (Gn 3,7) Cosa è cambiato rispetto a prima? C’è stato il peccato originale. Il peccato originale ci costituisce tutti e consiste nel voler usare l’altro, nell’essere egoisti. Quindi nel racconto biblico i due progenitori si accorgono di essere nudi perché lo sguardo dell’uno verso l’altra non è più puro. I due si sentono violati e non amati dallo sguardo reciproco. Capite la saggezza di chi ha scritto questo libro già circa 500 anni prima di Cristo. La capacità di uno sguardo capace di contemplare la bellezza di tutta la persona si acquista nel tempo e nella relazione d’amore e si può recuperare in pienezza solo nel matrimonio che è sacramento e via di redenzione e di salvezza dal peccato.
Io non dico che bisogna esagerare, come magari accade nel mondo musulmano dove le donne sono coperte fin troppo, ma credo che serva una riflessione su questo punto e una giusta morigeratezza. Cosa insegniamo ai nostri figli? Sappiamo ancora parlare di pudore? E ancor prima: noi crediamo che il pudore sia ancora un valore? In un precedente articolo avevo scritto una lettera a mia figlia su questo tema. Ve riporto una parte di essa.
Il pudore non è qualcosa da sfigati e complessati. Tutt’altro. Il pudore in realtà ci dice altro. Avere pudore ci dice che siamo consapevoli dell’importanza del nostro corpo. Avere pudore ci dice che siamo persone gelose del nostro mistero. Il pudore è protezione della nostra ricchezza, della nostra intimità, che non è qualcosa da svendere e rendere disponibile per tutti, ma qualcosa da preservare e custodire solo per una persona disposta a legarsi a noi per la vita e capace di apprezzare fino in fondo la nostra bellezza e la nostra unicità. Chi non ha pudore spesso è un mendicante, un mendicante d’amore, persone disposte a mettersi a nudo di fronte a tutti pur di ricevere attenzione e consenso. Noi non siamo mendicanti, noi siamo figli di Re, siamo di stirpe regale e il nostro corpo non è per tutti. Il nostro corpo è solo per un altro re o un’altra regina, persone capaci di guardarci e non violarci o avvilirci con il loro sguardo, ma capaci di farci specchiare nei loro occhi e farci ammirare tutta la nostra bellezza. Uomini e donne disposte a donare tutto a noi e ad accogliere tutto di noi, persone che non hanno paura di promettere per sempre. Custodire la nostra ricchezza e regalità di figli di Dio significa anche proteggere il nostro corpo e la nostra intimità. Se avete pudore è perché conoscete l’importanza del vostro corpo, non vergognatevene.
Antonio e Luisa
Buongiorno, forse non è (o non è sempre) desiderio di spogliarsi o mettersi in mostra, molte indossano abiti ridotti perché fin da ragazze hanno fatto così, perché le amiche vestivano in quel modo e per non sentirsi escluse si adeguavano. Oggi non è facile trovare nei negozi una semplice t-shirt da donna che non sia troppo corta o troppo aderente o troppo scollata o troppo trasparente, una semplice Fruit, perché la moda impone questo. Quando vedo per strada ragazzine con canottierina e short cortissimi, mi verrebbe di andare a coprirle! Sono mamma di 2 meravigliosi ragazzi (15 e 24 anni), ma capisco che far indossare cm in più di stoffa ad una ragazzina sia veramente faticoso! Riflettevo che nei gruppi di ragazzi, non si faccia molto caso a cosa indossano le loro coetanee, forse perché molte indossano gli stessi abiti, diverso gli uomini adulti, per questo bisognerebbe spiegare alle ragazze irriducibili (immagino i battibecchi coi genitori!!) che per strada ci sono anche uomini e non solo i loro amici e quindi lasciare abitini mini magari per la spiaggia.
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