Il principe azzurro è passato di moda. Le donne ormai sono emancipate ed autonome. Non hanno bisogno di qualcuno che le salvi. Tutto fa credere loro che possono farcela da sole, che non hanno bisogno di nessuno. Ma, in realtà, questa idea dell’indipendenza totale può portare a un senso di solitudine e di mancanza di connessione profonda con gli altri. Sapete qual è il problema di tutto questo? Che non ci si salva da soli. Da soli si è semplicemente soli. Vale per la donzella e vale per il principe. Non si può sottovalutare l’importanza di avere relazioni significative e supporto reciproco nella vita. Quando ci si affida solo a se stessi, si perde l’opportunità di sperimentare il calore umano, l’amore e l’accoglienza di una persona speciale. Non si tratta di dipendenza, ma di riconoscere che l’interdipendenza è un elemento fondamentale delle relazioni umane.
Dio è Dio, Dio è onnipotente, Dio può tutto, ma non può stare da solo. Perché Dio è amore e l’amore può esistere solo nella relazione. Per questo Dio non è una monade, ma è una Trinità. E noi siamo fatti a Sua immagine. Lo dice la Genesi quando racconta la creazione di uomo e donna.
Dio dopo aver creato tante realtà buone, dopo aver creato l’uomo che è molto buono, afferma per la prima volta che qualcosa non è cosa buona. Non è buono che l’uomo sia solo. Dio ci sta dicendo che qualsiasi cosa già creata non può colmare il senso di vuoto, la grande solitudine che l’uomo ha nel cuore. Ha bisogno di un aiuto. La CEI traduce aiuto, ma il significato della parola ebraica, in realtà, è molto più forte. Si potrebbe tradurre con l’alleato che viene in soccorso e salva da morte certa. La relazione con la donna permette all’uomo di sfuggire alla morte. Questo termine è così forte che in tutta la Bibbia è attribuito a Dio stesso quando interviene per salvare il suo popolo. La solitudine mette a rischio la stessa esistenza dell’essere umano. Capite il pericolo di credere di potersi salvare da soli?
Fateci caso: solo dopo aver ricevuto la donna come dono da parte di Dio, l’uomo, finalmente uscito dalla sua solitudine, parla. Cosa dice? Dice in estrema sintesi: Lei è me. Lei è da me. Siamo della stessa natura. Dio ci ha reso uguali, della stessa pasta, ma diversi e complementari. Perché proprio dalla nostra complementarietà può nascere una comunione profonda che diventa un’alleanza. Comunione che viene manifestata nella concretezza del corpo sessuato di un uomo e di una donna. All’uomo non bastava la creazione della natura e degli animali. Non gli serviva qualcosa, ma qualcuno.
Il Prof. Recalcati esprime lo stesso concetto con altre parole: Il desiderio è soddisfatto quando ci si sente desiderati da un altro desiderio. Noi abbiamo bisogno di essere speciali per qualcuno, di contare per qualcuno, di essere unici per qualcuno.
Tutto questa riflessione non è banale. E’ evidente che non ci salviamo da soli, ognuno di voi che legge lo sa nel cuore, sa qualto è importante essere desiderati ed amati, e sa che sofferenza c’è quando non avviene. Io sono sicuro di essere stato il principe azzurro per mia moglie. Non che io sia così bello e perfetto, ma lei nella relazione con me ha iniziato un percorso di guarigione da tutte le chiusure mentali e le ferite del cuore che aveva e che la stavano facendo soffrire e vivere non appieno la sua vita. Come lei è stata salvezza per me per gli stessi identici motivi. Non è il principe azzurro che salva Biancaneve. Entrambi sono salvati dalla relazione profonda che li caratterizza, entrambi si salvano a vicenda. Nella fiaba non è specificato ma è quello che tutti abbiamo pensato leggendo il finale: e vissero felici e contenti. Ho letto il bel post di Lisa Zuccarini che esprime questa verità citando un film. Lisa scrive: Alla fine di Pretty Woman c’è uno scambio benedetto di battute tra lei e lui: E cosa succede dopo che lui ha salvato lei? Succede che lei salva lui.
Ora la vita non è una fiaba ma come nelle fiabe abbiamo bisogno di salvezza. Per questo ci piacciono tanto. Ne ha bisogno l’uomo e ne ha bisogno la donna. E per salvarci abbiamo bisogno di qualcuno. Quindi cara Disney le tue eroine vanno forse bene per i tuoi film politicizzati ma la realtà ci chiama ad altro. Ci chiama ad amare e ad essere amati, ci chiama ad essere re e regina nell’amore (citando il nostro ultimo libro).
Antonio e Luisa
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Parole verissimo… e tanto dolorose…
Per me che ho vissuto un matrimonio terribile e che sono stata poi abbandonata è dura.
Mi immergo in Gesù per riempirmi del Suo amore ed evitare di cadere in adulterio.
Il Signore mi sostiene ma ci sono momenti che sono difficilissimi
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