Una vacanza al servizio del matrimonio

Nella terza e quarta settimana di luglio anche quest’anno si è svolta la vacanza formativa di Mistero Grande a Soraga in Val di Fassa, dedicata alle coppie entro i dieci anni di matrimonio (ogni coppia rimane solo una settimana).

Per il quarto anno consecutivo, io e altri quattro papà (Daniele, Ermes, Max, Sergio, che ho conosciuto nella Fraternità Sposi per Sempre) insieme ai figli (Carolina, Diletta, Elisa (Big e Junior), Emanuele, Matilde e Miriam), oltre ai “nonni” Natalino e Maddalena, abbiamo fatto animazione a 42 bambini (in età compresa tra 0 e 13 anni) nella seconda settimana di vacanza.

I bambini stavano con noi durante la mattina, mentre i genitori si dedicavano alla formazione con don Renzo Bonetti, Annalisa, vari sacerdoti e l’equipe di Mistero Grande; per il pranzo i genitori venivano a riprendere i figli e dopo avevamo la giornata libera per le escursioni o altre attività. È sempre un’esperienza che arricchisce sotto tanti punti di vista, provo soltanto a fare qualche breve riflessione.

Innanzitutto, è un tempo di qualità che posso trascorrere con le figlie, perché, anche se i ragazzi alla fine stanno per conto loro (camere comprese), condividiamo un “servizio” comune, oltre ai pasti della giornata e tutte le numerose attività che noi papà organizziamo nel pomeriggio e dopo cena.

Infatti, durante l’anno, tra la scuola, il lavoro e tutti gli impegni, non capita mai di essere così a lungo in contatto con loro e devo ammettere che tutti i figli hanno preso questo impegno seriamente, senza mai lamentarsi e anzi proponendosi per consolare il bambino di turno o per spingere un passeggino. Come genitore è un aspetto che mi rende orgoglioso e mi conferma che questi giovani, nonostante le ferite che si portano dietro, nel loro cuore hanno tutte le risorse necessarie per andare oltre e fare del bene a sé stessi e agli altri; addirittura, qualcuno dei nostri ragazzi è voluto venire con noi papà nella stanza adibita allo scopo, per imparare a cambiare un pannolino.

Ogni anno poi accade che qualcuno dei bambini si leghi in maniera particolare a uno dei nostri figli per il tempo passato insieme a giocare, colorare, andare sull’altalena o sullo scivolo.

In questo mondo così complesso e tormentato da venti di guerra, vedere dei bambini giocare e divertirsi con una palla, le bolle di sapone o altre cose semplici, è una bella ricarica di speranza e di fiducia sul futuro. Persino alcune bambine più grandi, tra i dieci e i tredici anni, vedendo noi animatori, si sono responsabilizzate così tanto, da creare, con tanto di etichette personali, uno “sportello” di aiuto per tutti i bambini che erano in difficoltà e piangevano, l’“Agenzia tante coccole”: avevano fatto la lista dei bambini più piccoli e mettevano una spunta ogni qual volta qualcuno di loro si addormentava nel passeggino o era sotto controllo nella piscina con le palline. Non voglio fare nomi, ma ci tengo a ringraziare le ragazze per questo prezioso aiuto e questa dimostrazione di amore che mi rimarrà fra i ricordi più belli di questa vacanza.

Quest’anno, oltre ai due eventi di baby dance, su richiesta dell’equipe, una sera abbiamo cenato all’aperto con i bambini nel piazzale davanti all’albergo (pizza, patatine fritte e gelato), mentre le coppie all’interno cenavano a lume di candela per dare l’opportunità, almeno una volta, di mangiare da soli, guardandosi negli occhi, senza doversi occupare dei figli. Credo sia stata una trovata molto apprezzata, perché effettivamente, magari con tre o quattro figli, la coppia non ha mai un tempo di qualità da dedicare a sé stessa, per confrontarsi, parlare liberamente e ricaricare un po’ le energie.

Con gli altri papà abbiamo commentato che, se avessimo potuto partecipare a una vacanza formativa del genere e avessimo così capito qualcosa in più del Sacramento del matrimonio, forse, la nostra famiglia non si sarebbe sfasciata. È un dubbio che rimarrà, nessuno lo può sapere, ma certamente un errore grave è stato quello di sposarsi, “viva gli sposi” e poi tanti saluti! Non eravamo formati bene e soprattutto non abbiamo fatto niente per recuperare dopo il matrimonio.

Quando due persone si sposano e vanno a vivere insieme, troveranno sempre delle difficoltà da superare nella vita, anche solo lo sconvolgimento e il cambio totale degli equilibri con l’arrivo di un figlio: se le coppie hanno chi le aiuta e chi continuamente le guida ad approfondire il Sacramento del matrimonio, ci sono buone speranze, altrimenti è probabile che, prima o poi, le cose vadano male o si rimanga insieme solo per una sorta di compromesso.

Un medico che si laureasse e che poi non si aggiornasse continuamente, per tutta la vita, sulle nuove scoperte, i farmaci e le terapie esistenti, non credo che riuscirebbe a curare bene i suoi pazienti: allo stesso modo una coppia che dicesse di aver capito finalmente il Sacramento, vuol dire che non ci ha capito proprio niente!

Per la mia esperienza sono convinto che molte famiglie si trovino in situazioni difficili perché la coppia non ha mai deciso di crescere insieme e quindi di leggere libri, partecipare a seminari, convegni, eventi e di camminare insieme con altre famiglie. Purtroppo, in pochissime parrocchie o realtà c’è questa sensibilità e consapevolezza che il matrimonio non è un punto di arrivo, ma di partenza; pertanto, un appuntamento come la prima edizione della scuola nuziale on line (clicca qui per info) ideata da Antonio e Luisa con Mistero Grande, è un’occasione importante per approfondire diverse tematiche.

Faccio un’ultima sottolineatura: qualcuno potrebbe pensare che vedere e frequentare delle belle famiglie come abbiamo fatto a Soraga, possa suscitare in noi papà separati un sentimento d’invidia, ma in realtà è proprio il contrario: noi siamo felicissimi che esistano delle coppie preparate che vivono in armonia e si vogliono bene, sono una bella testimonianza di come ama Dio e un segno di speranza. L’ho detto chiaramente alle coppie durante la breve testimonianza che mi hanno chiesto di fare l’ultimo giorno: “non so se l’avete capito, ma il futuro non della Chiesa, ma dell’intera umanità, dipende anche da voi e da come svolgerete la vostra missione”.

È stato bello conoscere e parlare con nuove coppie, rivedere alcune degli anni precedenti, darci l’appuntamento al prossimo anno e anche superare alcune difficoltà iniziali, come la titubanza dei genitori di lasciare per la prima volta bambini molto piccoli a questi strani papà, che alla fine, nonostante le raccomandazioni, sono degli sconosciuti.

Abbiamo anche ricevuto dei messaggi scritti di ringraziamento dalle coppie per la luce e l’amore che hanno visto nei loro figli dopo la vacanza: hanno capito che è un piccolo seme dell’amore di Dio che sicuramente, a tempo debito, fiorirà!

Ettore Leandri (Presidente Fraternità Sposi per Sempre)

3 Pensieri su &Idquo;Una vacanza al servizio del matrimonio

  1. Condivido le riflessioni di Ettore. Vorrei correggere il termine ” fallimento del matrimonio”. Il matrimonio è sempre enormemente positivo e una Grazia di Dio, specie se ci sono i figli che sono un bene inestimabile. Quando i figli sentono i genitori perlare di “fallimento” pensano o ci dicono : ” e noi non valiamo niente per voi? ma noi siamo nati dall’amore? o siamo nati dall’indifferenza, dalla tristezza, peggio dall’odio……”. Buon apostolato

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