Perché scelgo sempre l’uomo sbagliato?

Pochi giorni fa ci ha scritto una ragazza. Ci ha raccontato della propria sofferenza. Trova sempre uomini sbagliati con cui soffre e non conclude mai nulla. Si sente fallita e si chiede perché le vada sempre male. Vorrebbe un uomo diverso che la amasse davvero. Che è un desiderio sano ma perchè poi non succede? Solo sfortuna? La fortuna è cieca, invece le nostre ferite ci vedono benissimo. Questa ragazza vive una situazione molto comune. Questa ragazza cerca volutamente (ma non consapevolmente) ragazzi che la trattino in quel modo. Cosa intendo? Ora provo a spiegarlo.

L’Analisi Transazionale di Eric Berne ci insegna che ognuno di noi costruisce, fin dall’infanzia, un copione di vita, ovvero una storia inconscia che guida le nostre scelte, relazioni e comportamenti. Questo copione nasce dalle esperienze precoci, dai messaggi impliciti dei genitori e dal modo in cui ci siamo adattati al mondo per ottenere amore e riconoscimento. Se il nostro copione è sano, sceglieremo relazioni funzionali; se invece è disfunzionale, tenderemo a ripetere schemi di sofferenza, anche nelle scelte affettive. Ma perché ci accade questo?

Don Luigi Maria Epicoco ci offre una chiave di lettura profonda: “Non scegliamo sempre ciò che è giusto per noi, ma ciò che ci è familiare. E spesso la familiarità è il luogo dove il nostro cuore è stato ferito.”

La nostra mente cerca conferme, non verità. Se siamo cresciuti in un ambiente dove l’amore era condizionato, dove l’affetto si otteneva a prezzo di sacrifici, tenderemo a scegliere partner che ricreano quel medesimo scenario, pur soffrendone. È come se il nostro inconscio cercasse di risolvere, attraverso la ripetizione, un enigma mai davvero affrontato.

Il ruolo dei messaggi genitoriali e dei giochi psicologici

L’Analisi Transazionale individua tre stati dell’Io: il Genitore, l’Adulto e il Bambino. Il nostro copione è alimentato soprattutto dai messaggi genitoriali interiorizzati, che possono essere sia positivi che limitanti. Frasi come “Non fidarti degli altri”, “Devi sempre dimostrare il tuo valore”, “L’amore è sofferenza” modellano le nostre scelte, portandoci a confermare ciò che abbiamo imparato da piccoli.

In questo processo, spesso mettiamo in atto giochi psicologici: schemi ripetitivi di relazione in cui alterniamo ruoli di Vittima, Persecutore e Salvatore. Ad esempio, chi ha vissuto con un genitore emotivamente distante potrebbe scegliere un partner freddo, nella speranza inconscia di riuscire finalmente a “scaldarlo”, riscattando così la propria infanzia. Ma il risultato è quasi sempre lo stesso: il copione si ripete, confermando la nostra sofferenza anziché liberarcene.

Epicoco lo descrive con lucidità: “Dio non ci vuole incatenati a una storia che si ripete all’infinito, ma liberi di riscriverla con il Suo aiuto. Eppure, a volte preferiamo il dolore conosciuto alla libertà sconosciuta.”

Come spezzare il copione e scegliere diversamente

Uscire da un copione disfunzionale richiede consapevolezza e volontà di cambiamento. L’Analisi Transazionale suggerisce tre passi fondamentali:

  1. Riconoscere il copione – Interrogarsi sui propri schemi relazionali, individuare i messaggi limitanti ricevuti e capire come questi influenzano le nostre scelte.
  2. Attivare l’Io Adulto – Il cambiamento avviene quando smettiamo di reagire automaticamente (da Bambino o da Genitore interiorizzato) e iniziamo a decidere consapevolmente, facendo scelte nuove e più sane.
  3. Accogliere la Grazia del cambiamento – Da un punto di vista spirituale, Epicoco ci ricorda che il cambiamento non è solo uno sforzo umano: “Convertirsi significa accettare di essere amati per ciò che siamo, non per ciò che facciamo. È l’amore ricevuto gratuitamente che ci permette di uscire dai copioni di sofferenza.”

La necessità di un sostegno psicologico oltre alla fede

Molti cristiani credono che la preghiera e la fede siano sufficienti per guarire dalle ferite emotive e dai copioni disfunzionali. Tuttavia, pur essendo la fede un elemento fondamentale di sostegno e speranza, è essenziale anche un percorso psicologico adeguato. La grazia divina opera nella nostra vita, ma Dio stesso ci invita a usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per crescere e guarire.

Epicoco sottolinea: “La fede non è una bacchetta magica che cancella il dolore, ma una luce che ci guida nel processo di guarigione. E a volte, per guarire davvero, abbiamo bisogno anche di qualcuno che ci accompagni nel cammino.”

Affidarsi a un terapeuta, esplorare le proprie dinamiche interiori e imparare strumenti psicologici di gestione delle emozioni non significa avere poca fede, ma accogliere il dono della conoscenza e della cura. La psicologia e la spiritualità non sono in opposizione, ma possono integrarsi per offrire un percorso di liberazione più completo.

Conclusione

Tendiamo a scegliere chi conferma il nostro copione perché la mente umana preferisce il conosciuto, anche se doloroso. Ma questa non è una condanna. Possiamo interrompere i cicli di sofferenza attraverso la consapevolezza, la crescita interiore e, per chi crede, l’apertura alla grazia divina. Come ci ricorda Epicoco: “L’amore vero non è ripetizione del passato, ma un’apertura nuova, capace di sorprenderci.”

Forse il primo passo per cambiare è proprio questo: permettere alla vita di sorprenderci, scegliendo finalmente con il cuore libero e con il giusto supporto, sia spirituale che psicologico. Ne approfitto – non per fare pubblicità a un workshop ma per condividere un percorso che mi ha fatto davvero bene – per pubblicizzare il weekend Cambiamente, organizzato dagli amici di Amati per Amare. Vi lascio il link.

Antonio e Luisa

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2 Pensieri su &Idquo;Perché scelgo sempre l’uomo sbagliato?

  1. Vorrei citare un libro che si chiama ” le donne che amano troppo”. Permette di analizzare se stessi alla luce delle storie raccontate da donne ferite attratte dai cosiddetti ” casi umani” e il loro percorso di guarigione. Quel libro mi ha cambiato la vita!

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