Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,34-35).
Gesù ci chiama ad un amore tenero, un amore che si manifesta con gesti concreti e quotidiani, capaci di parlare al cuore. In particolare, il matrimonio cristiano è il sacramento della tenerezza, luogo in cui l’amore di Cristo si fa carne nella vita coniugale.
La tenerezza come linguaggio dell’amore
Nel vivere la vita matrimoniale ho compreso che Dio mi ha affidato una missione speciale: essere segno del Suo amore tenero per mia moglie. Questa non è una semplice ispirazione spirituale, ma un impegno concreto, quotidiano. Ogni giorno sono chiamato ad apprendere l’arte della tenerezza, che richiede attenzione, ascolto e cura.
La tenerezza, come spiega Carlo Rocchetta, si manifesta attraverso una “polifonia di carezze”. Queste carezze sono essenziali per nutrire la relazione di coppia e mantenere viva la fiamma dell’amore.
Le carezze secondo l’Analisi Transazionale
Eric Berne, ha approfondito il concetto delle “carezze” come unità fondamentali di riconoscimento. Secondo Berne, le carezze sono fondamentali per la nostra salute psico-emotiva e il nostro senso di identità. Esse possono essere fisiche, verbali o simboliche e rappresentano messaggi di apprezzamento e amore che nutrono l’autostima e rafforzano i legami affettivi.
Il matrimonio, come ogni relazione profonda, si costruisce su queste carezze che, se sincere e incondizionate, alimentano la sicurezza emotiva della coppia.
Tipologie di carezze
1. Carezze verbali
Le carezze verbali sono parole che esprimono amore, stima e riconoscimento. Dire al proprio coniuge: “Sei bellissima“, “Sei speciale“, o “Apprezzo molto quello che hai fatto per me” rafforza il legame emotivo.
Berne sottolineava che la fame di riconoscimento è una delle esigenze fondamentali dell’essere umano. Le parole hanno un potere enorme: una parola dolce può risanare una ferita emotiva, mentre una parola dura può ferire profondamente. Nel matrimonio, le parole gentili e incoraggianti sono essenziali per costruire un clima di fiducia e amore.
2. Carezze gestuali
Le carezze gestuali comprendono il tono della voce, lo sguardo, il sorriso, il bacio e l’abbraccio. Questi gesti comunicano vicinanza e intimità senza bisogno di parole. La psicologia ci insegna che il linguaggio non verbale è spesso più potente delle parole stesse. Un abbraccio dato con sincerità può sciogliere tensioni e malumori più di mille parole.
3. Carezze comportamentali
Queste si esprimono attraverso azioni concrete che dimostrano cura e attenzione per il coniuge. Preparare il caffè al mattino, aiutare nelle faccende domestiche o prendersi cura dei figli sono esempi di gesti che esprimono amore e dedizione. Berne definiva queste attenzioni come “carezze comportamentali” che, se fatte con spontaneità e sincerità, rafforzano il legame coniugale.
4. Carezze simboliche
I doni, le sorprese, i piccoli gesti inattesi sono forme di riconoscimento simbolico che hanno un grande valore emotivo. Offrire un fiore, scrivere una lettera d’amore o lasciare un biglietto affettuoso sono esempi di carezze simboliche che danno senso e valore al rapporto. Questi segni rafforzano la consapevolezza che il coniuge è amato e considerato speciale.
L’importanza delle carezze incondizionate
Una condizione fondamentale, però, è che queste carezze siano autentiche e incondizionate. L’amore manipolativo, che cerca di ottenere qualcosa in cambio, non costruisce relazioni solide. Le carezze vere sono gratuite e spontanee.
Carlo Rocchetta mette in guardia da un atteggiamento che, purtroppo, si verifica talvolta nella coppia: il marito che diventa improvvisamente tenero e affettuoso solo quando ha uno scopo, ad esempio desiderare intimità fisica. Queste carezze “condizionate” perdono di valore e rischiano di spezzare la fiducia del coniuge. La vera tenerezza è costante e non strumentale.
La tenerezza come cammino di crescita
Essere teneri non è solo una predisposizione caratteriale, ma un cammino di maturazione personale e spirituale. San Paolo ci invita a rivestirci di “sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza” (Col 3,12). Questo richiede uno sforzo consapevole e quotidiano.
Per crescere nella tenerezza occorre:
- Saper ascoltare: L’ascolto attento è la prima forma di riconoscimento dell’altro.
- Essere pazienti: La pazienza aiuta a non reagire impulsivamente e ad accogliere i limiti dell’altro.
- Curare la comunicazione: Parole gentili, toni calmi e sguardi affettuosi creano un clima di serenità.
- Essere creativi nell’amore: Sorprendere il coniuge con gesti semplici ma significativi mantiene viva la gioia di stare insieme.
Conclusione
La tenerezza nel matrimonio è un linguaggio essenziale che riflette l’amore di Cristo per la sua Chiesa. Ogni carezza, ogni gesto d’amore autentico è un’eco del comando di Gesù: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri“. Impegnarsi ogni giorno per essere epifania di questo amore tenero è la sfida più bella e nobile per ogni sposo e sposa che desiderano costruire un matrimonio saldo e felice.
Antonio e Luisa
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