Cari sposi, ci stiamo addentrando in questo meraviglioso tempo di Pasqua. La sua bellezza sta nel fatto che viviamo nella memoria di Cristo Risorto ma soprattutto la Chiesa lo ha istituito perché vuole rivivere ogni anno l’esperienza degli apostoli che per 40 giorni hanno convissuto con Gesù Risorto e hanno atteso per altri 10 l’avvento dello Spirito.
In effetti, oggi vediamo la terza apparizione di Gesù agli apostoli. La prima è stata il giorno stesso in cui è risorto, la seconda otto giorni dopo, la terza è quella odierna. Ma pare che nel frattempo siano successe già alcune cose rilevanti, difatti gli apostoli tornano nella loro terra e non sono più 11 ma solo 7, i quali sembra vogliano tornare alla loro vita precedente, che per molti di loro si basava sulla pesca nel lago di Gennesareth.
La prima grande lezione del Vangelo è che la Pasqua può diventare l’elemento centrale della nostra vita a condizione di permettere a Gesù di entrare di fatto nel nostro cuore. Al contrario, una fede di idee o sentimenti ha breve durata e l’ordinarietà prende il sopravvento prima a poi. Si vede qui che gli apostoli devono ancora “digerire” la novità della Risurrezione e il loro cuore non è del tutto convertito.
Ma, proprio per questo, quanto è consolante vedere che è Gesù a prendere sempre l’iniziativa e a non lasciarci cadere nelle nostre solite faccende. Lui, in modo del tutto imprevedibile, si rende presente ai suoi amati apostoli e permette che facciano una grande pesca oltre a far trovare pronta la colazione. Un dettaglio questo di squisita fraternità, se non addirittura di maternità.
Dopo aver mangiato e condiviso tante cose attorno a quel fuoco, Gesù prende Pietro in disparte e vuole fare quattro chiacchiere con lui; sappiamo bene che questo dialogo è di fatto l’epilogo dei tre rinnegamenti. Gesù non permette che Pietro sia ricordato come colui che è venuto meno alla fedeltà ma come chi ha saputo rialzarsi per tutte le volte che è caduto. È semplicemente grandiosa la misericordia di Gesù!
In tutto ciò, quali sono le lezioni che voi sposi potete imparare? Penso proprio che siano molto ricche e profonde. Il primo dettaglio è che Gesù volutamente si “nasconde” nella vita ordinaria, in un certo qual modo ha permesso che gli apostoli siano tentati di appiattirsi nel solito tran tran perché è proprio lì che vuole essere trovato e non solo in circostanze eccezionali! Ma ci vogliono gli occhi della fede per saperLo trovare ed è infatti San Giovanni chi si accorge di Gesù, lui, l’apostolo contemplativo e che ha appoggiato il suo capo sul Cuore di Cristo. Ecco che la preghiera e la vita interiore per voi sposi sono l’unica chance di saper trovare Gesù nelle mille occupazioni che vi tocca affrontare ogni giorno.
In secondo luogo, oggi ammiriamo la “pedagogia” di Gesù nel come sa far crescere gli apostoli e sappiamo bene quanto Lui desideri farla diventare parte della vostra capacità di amarvi. Gesù, lo sappiamo bene, non ha mai avuto peli sulla lingua e quando c’era da rimproverare l’ha fatto senza riguardo di persona. Eppure, qui, con Pietro, che già una volta è stato redarguito pubblicamente, Lui non ha una briciola di risentimento, di rancore, di acredine per quello che ha fatto la notte dopo l’Ultima Cena. Piuttosto le tre domande – “mi ami?” – significano che Gesù guarda avanti e che crede in Pietro, si vuole fidare di lui e della sua capacità di amore. Altro grande invito alla misericordia e alla magnanimità per voi sposi.
In terzo luogo, è bellissimo notare come Gesù ha preparato ogni cosa oggi nei minimi dettagli per dare un ulteriore lezione ai suoi. Come tre anni prima sulle stesse rive di quel lago, dopo la prima pesca miracolosa, avvenne la chiamata ufficiale a seguirLo, anche oggi Gesù ricrea la medesima situazione per tornare a chiamare Pietro, e con Lui, tutti gli altri. Difatti, nelle tre domande Gesù si rivolge a lui con “Simone”, il suo nome originale, volendo sottolineare un nuovo inizio. Sì, perché con il Signore ci può essere sempre una ripartenza, nonostante i nostri peccati.
E in questo stesso senso, Gesù oggi vi ricorda chi siete – sposi cristiani -, a quale missione vi ha chiamati – rendere presente l’amore di Cristo – e soprattutto vi ricorda che il motore di tutto nella vita è solo l’amore di Cristo e l’amore per Cristo. Quanto abbiamo bisogno che Gesù ci ricordi in continuazione la nostra identità e missione, perché il rischio è di essere fagocitati dall’ambiente circostante!
Cari sposi, sulle rive delle vostre vite oggi e sempre vi aspetta il Risorto per ricordarvi che Lui cammina con voi e continua a sollecitarvi a dare il meglio di voi nella vocazione di sposi.
ANTONIO E LUISA
Questo racconto è un simbolo di resurrezione per tante coppie che scelgono di non cedere al fallimento. A volte la vita sembra un deserto: reti vuote, fatica inutile, voglia di mollare. Ma c’è chi si aggrappa alla promessa fatta sull’altare, si fida e getta ancora le reti, anche senza capire. È lì che Cristo opera: trasforma il nulla in pienezza. Come a Cana, dove l’acqua diventa vino grazie all’obbedienza dei servi. Anche oggi, la Chiesa propone vie che sembrano folli, ma chi ascolta può scoprire una gioia profonda, frutto della fede, della perseveranza e dell’incontro con Gesù risorto.
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