Ripensare l’urbanistica a due.

Sal 47 (48) Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio. La tua santa montagna, altura stupenda, è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, vera dimora divina, è la capitale del grande re. Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato. O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio. Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino all’estremità della terra; di giustizia è piena la tua destra.

Questo Salmo oggi ci raggiunge in modo particolare perché vogliamo invitarvi a una lettura un po’ inusuale, ma prima di inoltrarci nella nostra riflessione vogliamo inquadrare un po’ questa preghiera. È un inno di lode al Signore, un inno alla sua magnificenza, un invito pressante a lodare il Signore.

Vogliamo farvi notare un particolare: questa preghiera non inneggia al Signore tanto per gli atti di magnificenza compiuti da Lui, quanto per Lui in se stesso. Non si fa un elenco delle opere da Lui compiute, ma lo si loda in quanto Dio; è la lode più pura in quanto non loda per i benefici avuti ma per la sua essenza. È la stessa lode che ritroviamo nell’inno del Gloria durante la S.Messa: “[…] noi Ti lodiamo, Ti benediciamo, Ti rendiamo grazie per la Tua gloria immensa”.

Dopo questa prima fotografia del Salmo vediamo di inoltrarci nella sua comprensione come coppia di sposi, innanzitutto si parla di monte, di città con i suoi palazzi e infine di tempio. Certamente il salmista, quando parlava di monte, città e palazzi, o di tempio di Dio, si riferiva ai luoghi fisici, che per il popolo di Israele erano (e lo sono anche per noi tuttora) molto importanti, ma noi cercheremo di vedere olte la loro fisicità intravedendo cosa nella vita degli sposi possa essere monte, città e tempio.

Il monte Sion, vera dimora divina, è la capitale del grande re. Il monte di Sion è il luogo dove risiede la città con i suoi palazzi, e lo potremmo paragonare alla vita degli sposi nel suo insieme. È il luogo dove gli sposi decidono insieme la planimetria della città, l’urbanistica, decidono quali siano le strade principali e quali gli snodi strategici per non alimentare gli ingorghi, decidono anche i punti panoramici. Nella vita sponsale gli sposi devono insieme costruire una nuova città che prima non esisteva, ma soprattutto essa deve essere la capitale del re, non sono loro i reali che la governano, ma è il Signore il re della loro vita.

Dio nei suoi palazzi un baluardo si è dimostrato. Questi palazzi nella vita matrimoniale corrispondono alle varie attività, ai vari ambiti in cui gli sposi vivono, agiscono ed operano. Affinché Dio sia un baluardo anche in questi palazzi, è necessario che gli sposi decidano quali palazzi siano i più importanti, devono decidere insieme quanta importanza dare ad ogni palazzo affinché l’urbanistica nel suo insieme risulti ben ordinata come vuole il re.

O Dio, meditiamo il tuo amore dentro il tuo tempio. Qual è il tempio di Dio degli sposi? Sono gli sposi stessi, sia perché ognuno è divenuto col Battesimo tempio dello Spirito Santo, ma anche perché la nuova realtà, cioè il loro sacro vincolo indissolubile è il tempio dove Dio abita realmente. Meditare quindi l’amore di Dio nel tempio dell’altro significa lasciarsi amare da Dio attraverso lui/lei.

Coraggio sposi. Forse alcuni potrebbero trovare queste metafore un po’ azzardate, ma potrebbero essere spunto per un passo in avanti nell’Amore.

Giorgio e Valentina.

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